Truffa e turbativa d’asta: doppia inchiesta della Procura sulla gestione dei migranti a Caserta

14 Aprile 2023 - 18:29

Il Viminale ha sospeso il Sai del capoluogo, disponendo il trasferimento degli extracomunitari in altre province e regioni.

CASERTA Non una, ma ben due le inchieste avviate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere sulla gestione del Sai a Caserta, ovvero il Sistema di accoglienza e inclusione dei migranti, finora gestito dal Raggruppamento temporaneo di imprese composto dalle coop Innotec, Esculapio e Format. Le indagini vertono, la prima, sulla presunta truffa derivante dal mancato vitto, dalla mancata corresponsione dei pocket money, dall’assenza del cambio di abbigliamento stagionale per gli ospiti della struttura di accoglienza. La seconda, relativa alla presunta turbativa d’asta, deriva, invece, dalla denuncia di un imprenditore casertano impossibilitato a partecipare alla gara.

L’inchiesta del pm Anna Ida Capone e Nicola Camerlingo vuol far luce, dunque, sull’intero sistema di gestione dei migranti ospiti del Sai, alcuni dei quali sono stati ascoltati, nei giorni scorsi, dai pubblici ministeri.

Solo qualche giorno fa il ministero dell’Interno aveva sospeso il Sai a Caserta. Una decisione presa su richiesta inoltrata a fine dicembre dal Comune di Caserta, che aveva accertato a metà del 2022 numerose criticità nella gestione del Sai relative ai servizi non erogati ai migranti e alle condizioni in cui quest’ultimi erano tenuti.
Peraltro lo stesso ministero aveva ben chiara la situazione, visto che gli ispettori

del Viminale hanno visitato tra il 15 e
il 17 novembre scorso gli appartamenti del Sai a Caserta producendo un report di aggiornamento – il cosiddetto follow up – che metteva nero su bianco le tante carenze e criticità riscontrate nelle abitazioni.
Si “ripartirà da zero”, fanno sapere dal Comune, con un nuovo bando per il triennio 2023-2025. I 105 migranti, come confermato dallo stesso Raggruppamento di imprese, non ricevono il vitto da dicembre e il pocket money addirittura dal mese di settembre, e sono tuttora ospitati in appartamenti in cui la manutenzione è scarsa o assente, spesso freddi e senza riscaldamento; per alcuni di essi l’Asl ha certificato le “condizioni di inabitabilità”. E i migranti devono così arrangiarsi per sopravvivere. Come stabilito dal Viminale, i migranti ancdranno in altre province e regioni in cui c’è spazio; ma un gruppo di migranti, tutti di origine africana, contesta il trasferimento, trattandosi di ragazzi che in questi anni di Sai avevano iniziato un percorso di reale inclusione e integrazione, frequentando istituti scolastici, scuole calcio, corsi di formazione.