TUTTE LE FOTO. PIAZZA CARLO III. Inizia la primavera e parte il solito circo davanti all Reggis

24 Marzo 2023 - 16:14

CASERTA (pasman) Caserta è conosciuta altrove  esclusivamente per la Reggia. Come città capoluogo nessuno ne sa niente ed anche i turisti, non appena hanno visitato il capolavoro vanvitelliano, se ne vanno, non avendo altro da vedere ed essendo -e non ci vuole molto a coglierlo –  il resto pressoché anonimo, come ricordava del tutto spassionatamente tempo fa una delle guide di viaggio più autorevoli e diffuse del mondo, che di località davvero belle certamente se ne intende. Di San Leucio e di Casertavecchia non mette conto parlarne per le condizioni deplorevoli in cui sono tenute e che le rendono impresentabili ad un turismo internazionale e poco più che locale.

La mattonella sparita

Dunque, su tale scorta, palazzo reale non può non essere che costantemente al centro dell’attenzione per la sua insostituibile funzione di attrattore che svolge per il territorio. Questa è la ragione per la quale ne parliamo un giorno sì ed un giorno no, si può dire. Ed a maggior ragione quando vediamo che persino un episodio clamoroso come il recente furto di una mattonella dalla sala Joli

degli appartamenti reali è stato di fatto censurato. Dopo di noi che abbiamo data la primissima notizia (clicca qui per leggere l’articolo), nessuno degli organi di informazione casertana l’ha considerata e voluta approfondire. Se non è anomalo questo, che si arrivi a rubare alla Reggia e il fatto passi in cavalleria, in un posto dove la cronaca dà spazio anche al morso di un cane, dite voi. Ed a quale intrecci di interessi risponda, si può ben immaginare.

Comunque noi facciamo il nostro, anche perché dagli amministratori pubblici vengono, con la solita tiritera , solo vaniloqui su sempre prossimi piani, programmi, progetti, azioni strategiche che siano, che ricevono la puntuale derisione dei fatti. In realtà, da un canto ci sono le cose che sono abituati ad ammannire nella narrazione pubblica, quelle che, per quanto illusorie, le persone vogliono sentirsi dire senza riflettere sulla loro attendibilità, credibilità, concretezza. Dall’altro, le cose pratiche di un governo cittadino totalmente alle prese con gli affari indotti da un PNRR lucroso come non mai e con la straripante speculazione edilizia che ha  varato da tempo con disprezzo della città. A proposito del PNRR, del quale qui nessuno parla trattandosi di soldi sostanzialmente regalati e che prescindono da qualsiasi merito, mentre ovunque se  ne valutano le problematiche, facciamo gli scongiuri. A parte il difficoltoso compimento dei progetti, comune  a tutto il Mezzogiorno per l’inadeguatezza e l’incapacità gestionale dei suoi quadri amministrativi, si capisce che si sta sprecando un’occasione per qualificare davvero la città in relazione ai suoi veri bisogni. Che sono in primo luogo quelli connessi al verde. Si sta invece dando corso a spese inutili e caotiche, con  opere persino duplicate, destinate ad una gestione pubblica impossibile salvo a non svendere tutto ai privati (e chissà che non sia questo il reale obiettivo di tanta insensatezza), e che arricchiranno come sempre i signori del cemento, grazie ai quali Caserta sta subendo un secondo ed autentico sacco edilizio, dopo quello degli iniziali anni Duemila.

Dunque, ritorniamo su piazza Carlo di Borbone, anche se ne abbiamo parlato solo da poco  (clicca qui per leggere l’articolo). Ma, a nostro giudizio, si deve finalmente fare chiarezza su cosa essa sia e cosa debba essere. E perché chi ne ha la responsabilità, diretta ed indiretta, esca dal comodo far finta di niente attraverso la comoda tolleranza. Soprintendente Leva, l’ente comunale non ha nessuna responsabilità per le condizioni di degrado e di abuso in cui è abbandonato il sito monumentale?

Come ne abbiamo detto, non essendoci nessun sostanziale controllo, ma solo operatori di polizia che aleatoriamente perlustrano avanti ed indietro senza mai intervenire, credendo forse di doversi muovere solo per fatti gravissimi e non per le cose di polizia campestre, anche domenica la storica piazza ha offerto lo svago più vario.

Ragazzi ed adulti a giocare a pallone o a pallavolo, a prendere stesi il sole con attrezzatura e tutto, a far sgambettare cani grandi e piccoli.

Ovviamente, data la folla della giornata, non potevano mancare i venditori di guide e chincaglierie, in posizione avanzata e strategica di fronte al monumento, confidando evidentemente nella benevolenza di chi avrebbe dovuto farli  smammare e magari verificare se, oltre che dediti allo smercio illegale, siano anche percettori del reddito di cittadinanza.

 

Molti giustificano – certo non noi – quest’utilizzo improprio della vasta area ed anzi auspicano che venga trasformata, con chioschi, bancarelle e altri strutture di intrattenimento, in una sorta di parco divertimenti. Questo principalmente a ragione del fatto che la città non offre luoghi simili, di cui pure sente il bisogno. Qualcosa di analogo, che è il vicino parco Maria Carolina, è monopolio dei privati per continue e varie manifestazioni, peraltro dai biglietti di accesso particolarmente cari. Dagli introiti degli affitti, che ci auguriamo proporzionati ai lauti incassi e non le solite quattro lire, si sperava che si potesse tenere aperta la struttura negli altri periodi. Macché: è sempre chiusa.

Come dicevamo, anche questa responsabilità dello scadimento della piazza borbonica, gira gira, torna in capo a Marino ed alla sua giunta, che neanche per le celebrazioni vanvitelliane sono stati capaci di sistemare le cose.

Nelle foto che pubblichiamo, in particolare le condizioni in cui i turisti trovano il viale di accesso alla Reggia. Come si nota, c’è una dedica di un innamorato alla sua bella che risale al 2017. Dopo 6 anni, secondo il Modello Caserta, non c’è stato tempo di toglierla. 

Per informazione generale e anche ad utile di chi dovrebbe vigilare sull’utilizzo corretto di piazza Carlo di Borbone, per noi assolutamente inderogabile per la sua valenza artistico monumentale e visto che ci compiaciamo del suo titolo di bene UNESCO in uno con il palazzo reale, pubblichiamo dal nostro archivio storico le foto dei cartelli monitori che contornavano l’intera area prima che venissero abbattuti e mai più reinstallati. Questi cartelli pongono specifici divieti a mente di un’ordinanza comunale tuttora valida, se a Caserta vige ancora lo stato di diritto.