TUTTI I NOMI E FOTO. Oltre 150 mila euro rubati dai conti Postepay, San Paolo e Unicredit. I soldi spesi da Leroy Merlin, la giovane “capa-banda” e i ruoli degli 11 ARRESTATI

8 Ottobre 2025 - 13:01

AVERSA – Colpire chi è più fragile, sfruttando la paura e la minore dimestichezza con la tecnologia. Con questa strategia agiva il sodalizio criminale smantellato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Aversa, sotto la regia della Procura normanna diretta da Anna Maria Lucchetta. Il GIP ha convalidato le misure cautelari richieste dal Sostituto Procuratore Cesare Sirignano.

Tra gli arrestati figurano Gennaro Accurso, 48 anni, e Salvatore Cacace, 33 anni, considerati tra i presunti leader del gruppo. Con loro anche Salvatore Cataldo, 47 anni, e Michele Della Rotonda, 43 anni, mentre Simona Palumbo, 45 anni, avrebbe gestito i contatti con le vittime. Raffaele Ranucci, 37 anni, è stato invece posto agli arresti domiciliari con l’accusa di aver organizzato il sistema di riscossione. Completano il gruppo i gemelli Maichol e Nicolas Sarnacchiaro, 25enni, Salvatore Simonetti, 37 anni, e Amalia Spadaro, 33 anni.

I reati contestati al gruppo spaziano dall’associazione a delinquere alla truffa aggravata, dalla ricettazione alla falsificazione di strumenti di pagamento. La banda utilizzava sofisticate tecniche di “spoofing”, contattando le vittime e spacciandosi per operatori bancari. “Signora, sono il suo istituto di credito – abbiamo rilevato una movimentazione sospetta”. Con questo pretesto, i malviventi convincevano gli anziani a rivelare codici di accesso, dati delle carte e coordinate bancarie.

A capo dell’organizzazione, secondo gli investigatori, sarebbero Amalia Spadaro, 33 anni, nota con l’alias “Lia”, e Salvatore Cacace, 33 anni. I due, ritenuti i promotori e gli organizzatori dell’intera attività criminale, si sarebbero occupati di dirigere le operazioni, definire le strategie e selezionare le vittime tramite sofisticati sistemi informatici, oltre a finanziare tutti gli elementi necessari per la commissione dei reati.

Le indagini hanno rivelato un’organizzazione piramidale: alcuni membri come Salvatore Cacace e Gennaro Accurso acquisivano i dati personali dal dark web, mentre Simona Palumbo e Michele Della Rotonda gestivano le telefonate truffaldine. Amalia Spadaro e Salvatore Simonetti si occupavano invece del ritiro della merce presso il punto vendita Leroy Merlin di Giugliano, dove venivano ritirati trapani, caldaie e materiali elettrici poi rivenduti sul mercato parallelo.

Grazie alla collaborazione di importanti istituti finanziari come Poste Italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit, sono stati ricostruiti 22 episodi di frode consumata. I sequestri hanno riguardato dispositivi informatici, somme in contanti e beni di lusso per un valore complessivo di oltre 150mila euro.