Ucciso con una testata, l’omicida racconta: “lui ha fatto un apprezzamento pesante su mia figlia, non ci ho visto più”

22 Gennaio 2024 - 19:22

Questa la tesi emersa nella ricostruzione fatta pochi giorni fa da Sangiorgio al giudice durante l’interrogatorio di garanzia si caratterizza non per l’esonero della propria responsabilità, bensì su una genesi dell’aggressione che sarebbe legata a delle parole ritenute offensive pronunciate dalla vittima

CELLOLE – Pochi giorni fa, giovedì mattina, il Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha convalidato l’arresto di Gianluca Sangiorgio, 44enne, accusato di omicidio volontario e ristretto nel carcere sammaritano per la morte Roberto Fusciello, 46enne.

Le immagini delle telecamere a circuito chiuso di alcuni esercizi commerciali del luogo, acquisite dai carabinieri, mostrano chiaramente come il 44enne, nel corso del litigio, abbia colpito prima con schiaffi e pugni e poi con una testata al volto il 46enne che, rovinato a terra, è rimasto privo di sensi.

Parlando con il giudice durante l’interrogatorio di garanzia, Sangiorgio ha spiegato la genesi della lite che ha portato all’omicidio.

Alla presenza anche dell’avvocato difensore, il legale Gianluca Di Matteo, il 44enne ha spiegato come ci sia stato un apprezzamento ritenuto fuori luogo da parte di Fusciello sul corpo della 17enne figlia di Sangiorgio.

Quest’ultimo, quindi, avrebbe reagito stizzito, ricevendo una risposta da Fusciello il quale, fondamentalmente, sembrava disinteressarsi del fatto che fosse una ragazza e che fosse soprattutto la figlia di Sangiorgio, visto che a suo avviso aveva

commentato semplicemente il corpo della giovane.

A questo punto Sangiorgio – sempre secondo la sua versione – avrebbe aggredito fisicamente Fusciello, prendendolo a schiaffi.

Tornato indietro dal 46enne, il quale potrebbe aver detto qualcosa su Sangiorgio o sulla figlia, i due si sarebbero agganciati faccia a faccia, tenendosi vicendevolmente per il colletto dei giubbotti. A quel punto, però, Sangiorgio, concludendo la ricostruzione di quei momenti, avrebbe dato quella testata, quel colpo poi fatale per Fusciello: “non immaginavo di ucciderlo”.

Chiaramente questa è la versione dell’uomo ritenuto responsabile dell’omicidio avvenuto il 14 gennaio in corso Freda. Solo il processo che ci sarà e le immagini di videosorveglianza potranno confermare la veridicità di questa versione.