Ucciso da un colpo di estintore. “Scompare dalla circolazione” il 34enne di TALANICO accusato di omicidio

22 Dicembre 2021 - 17:31

Intanto le risultanze dell’esame autoptico sul corpo di Giovanni Maione avrebbero confermato la relazione tra il colpo subito e la fatale emorragia cerebrale

 

MESSERCOLA (G.G.) – Emergono nuovi particolari sulla morte di Giovanni Maione, di cui ci siamo occupati nei giorni scorsi.
Siccome il caso continua a far discutere, perché il caso è tutt’altro che risolto, ribadiamo i punti salienti della morte del 44enne, deceduto dopo alcuni giorni di coma all’ospedale di Caserta.
La famiglia non intende, comprensibilmente, rassegnarsi ad una verità ordinaria, che emerge per quieto vivere, ed è convinta che il malore fatale sia stato determinato dal colpo o dai colpi subiti dal loro congiunto nel corso di una lite, sfociata in rissa, scatenatasi in un bar di Forchia, comune limitrofo a quello di Cervino (seppur già appartenente alla provincia di Benevento).
I familiari hanno dato mandato a un avvocato di attivare tutte le iniziative atte a dimostrare che quella morte non è stata certo naturale.
Al riguardo, il legale ha dato mandato a un consulente tecnico di parte, che ha partecipato all’esame autoptico, realizzato sulla salma del 44enne all’interno dell’Istituto di Medicina Legale dell’ospedale civile di Caserta.
Stando alle ricostruzioni che hanno indotto la famiglia ad assumere questa iniziativa, Giovanni Maione sarebbe stato colpito alla testa da un estintore.
In verità il referto parla di trauma cranico-facciale.
Quindi, sul fatto che abbia subito un colpo forte da un corpo contundente è fuori discussione.
Stando alle indiscrezioni che filtrano in ambienti vicini alla famiglia della vittima, l’esame autoptico permetterebbe già oggi di stabilire un nesso di causa ed effetto tra il colpo subito e l’emorragia celebrale che ha ucciso il 44enne.
Naturalmente, le tesi di un consulente tecnico di parte, pur essendo esposte da un autorevole professionista del settore, valgono ma non nella stessa misura di quelle che il consulente nominato dalla Procura metterà nero su bianco nella sua relazione.
Per il momento ci sarebbe un indagato con ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale.
Si tratta di M.C. di Talanico, frazione di San Felice a Cancello.
La sua iscrizione nel modello 21, come si dice in gergo giuridico, risulta, per il momento, un atto dovuto.
Per avere un quadro concreto della sua posizione bisognerà attendere che la Procura della Repubblica formuli, eventualmente, un’accusa ufficiale attraverso un atto giudiziario che potrebbe essere, ad esempio, una chiusura delle indagini ai sensi dell’art.415 bis del CPP, che potrebbe arrivare dopo la fase dell’indagine, partita da poco, che potrebbe prevedere l’interrogatorio di M.C. attraverso un mandato di comparizione e dunque alla presenza del suo avvocato e anche quello di altre persone, ascoltate però, in questo caso, senza avvocato quali persone informate dei fatti.
Ci sarebbe anche un video della telecamera del bar, già acquisito, a quanto pare, dall’autorità giudiziaria.
La fase finale di questo articolo la dedichiamo di nuovo all’indagato. Non c’è alcuna certezza sulla voce che gira tra Cervino e Talanico e San Felice a Cancello, che racconterebbe di una improvvisa irreperibilità del presunto autore del misfatto.
Al riguardo, potrebbe anche trattarsi di un atto di cautela di cui M.C. e il suo avvocato abbiano informato i magistrati e i Carabinieri che sicuramente stanno svolgendo l’indagine di Polizia Giudiziaria.
C’è anche chi parla di una irreperibilità indotta. Ma si tratta di una indiscrezione.
Significherebbe che M.C. è sparito. E uno sparisce per scelta volontaria e deliberata oppure per scelta operata da altri.
Cercheremo di capirci di più.
Per cui, al momento, non formuliamo altre ipotesi e soprattutto non andiamo ad approfondire altri aspetti riguardanti le parentele dei protagonisti di questa vicenda.
Procede la Procura di Benevento.