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“Un regalo per i carcerati”. Ecco come furono chiesti 5 mila euro per il clan

22 Gennaio 2020 - 17:47

RECALE – Secondo l’accusa, l’avvocato Stabile, era il referente del clan, invece D’Amico e Vaiano erano gli imprenditori interessati alla costruzione della zona Pip di Portico. Per questo motivo, Antonio Bifone, l’avvocato di Aversa Giuseppe Stabile e due imprenditori, Antonio D’Amico e Pietro Vaiano, sono imputati nel processo per il reato di associazione a delinquere di stampo camorristico. Dopo una serie di rinvii e di certificati medici, ha parlato oggi il commerciante che ha accusato l’imprenditore Antonio D’Amico di avergli chiesto tangenti per conto del clan Bifone.

D’Amico si sarebbe presentato in due occasioni, nel 2009 e nel 2010, chiedendo “un regalo per i carcerati” per la somme complessiva di cinque mila euro. Somma che, stando a quanto raccontato il testimone, fu effettivamente consegnata in quanto gli sarebbe stata rivolta a nome del boss Antonio Bifone. L’udienza è stata poi aggiornata a fine marzo quando si inizierà ad ascoltare gli imputati