IL VIDEO SCONVOLGENTE. Muore e resta a terra abbandonato nel bagno dell’ospedale. Ma fa ancora più scandalo…

11 Novembre 2020 - 21:07

Se, giustamente, ritenete che tali immagini siano di una potenza tale da urtare la vostra sensibilità, vi consigliamo di non guardare il filmato, pubblicato su Facebook

NAPOLI (red.cro) – Un paziente ricoverato nell’Area Sospetti del pronto soccorso del Cardarelli di Napoli, con probabile infezione da Covid-19 e già in terapia, è stato trovato privo di vita nel bagno dell’area di PS. Si apprende dall’Ansa che a ritrovare il corpo è stato il personale dell’ospedale che ha notato l’eccessiva permanenza dell’uomo nella toilette.

Non è al momento possibile stabilire quale sia stata la causa del malore che ha portato al decesso, tuttavia la direzione sanitaria ha avviato ogni indagine necessaria.

Il fatto in sé per sé non è strumentalizzabile. Perché, se è vero che l’ospedale Cardarelli ispira le letture più indignate di casi che spesso superano ampiamente il semplice limite della malasanità, è anche vero che il modo in cui questa persona ha perso la vita non può essere ascritto, almeno fino a prova contraria, stando a quello che emerge dalle prime ricostruzioni, al fatto che si trovasse al Cardarelli e non in un altro ospedale, non in una elegantissima clinica svizzera. Diverso è il discorso, invece, per ciò che si vede nello stesso video con quei corpi ammassati, quasi informi, esanimi, che somigliano ad una sorta di orribile natura morta. Non sembra proprio, ma in quei lettini abitano storie , sentimenti, e abitano vite che in quanto tali sono uniche e irripetibili.

Si dirà: stiamo affrontando un’emergenza senza precedenti e l’affollamento inumano è un’eccezione legata all’eccezionalità di questo evento. No, non è così: non si può continuare a considerare cause di forza maggiore scene come questa, che se hanno una matrice legata al contemporaneo straordinario, affondano la loro ragion d’essere, le loro radici in una totale incapacità di programmazione della politica che trascorre i cinque quinti della propria giornata a pensare alle poltrone, alla gestione, e a parlare di questo e solo di questo, al netto di qualche comunicato stampa rituale con cui si fa finta di occuparsi dei problemi della gente: non è demagogia la valutazione di questa scena, ma la presa d’atto della desolante ineluttabilità di una regione incivile. Totalmente incivile, al di là del fatto che, come si suol dire, il pesce puzza dalla testa.