Un punto sulla situazione dopo i fatti delle scorse settimane, valutando anche il comportamento di coloro che un hanno lasciato la compagnia

28 Marzo 2018 - 00:00

CELLOLE – Terremoto in Comune dopo le quattro assunzioni presso la ‘Beta Professional Consulting’, società di Cosenza che gestisce l’autovelox installato sulla strada statale Domiziana. La selezione, che lasciava intendere al primo impatto di essere simile a quella dei concorsi pubblici, ha visto poi l’assunzione con metodo privatistico di quattro giovani cellolesi vicini in maniera diretta ed indiretta all’amministrazione comunale. La notizia che ha suscitato molte polemiche ha determinato le prime crepe evidenti nella giunta Lauretano. Un esecutivo che aveva iniziato a vacillare già all’indomani della morte di Angelo Barretta. Sì perché ‘SiAmo Cellole’, lista messa in piedi dal compianto sindaco con l’appoggio di Gennaro Oliviero ed il farmacista Luigi Mascolo, aveva un’unica componente aggregante costituita proprio da Barretta al quale tutta le componenti della maggioranza riconoscevano una indubbia leader ship elettorale che era proprio nella figura di questo sindaco carismatico ma autoritario allo stesso tempo. Il ruolo di guida ereditato da Francesco Lauretano non è piaciuto sin da subito al resto del gruppo. Alla prima difficoltà oggettiva il vaso si è rotto. Gli assessori Giovanni Iovino, Antonietta Marchigiano, Alexia Russo, e il presidente Marianna Freda a distanza di qualche settimana, resesi conto che la situazione in termini di opinione pubblica stava prendendo una brutta piega, hanno preferito prendere le distanze da tutto questo e con un post al vetriolo hanno di fatto ‘scaricato’ Lauretano e Franco Sorgente. Il pupillo di Mascolo ha cercato, a questo punto, proprio su invito del farmacista, di rinserrare le fila convocando una riunione urgente di maggioranza. La calma è tornata, ma è stata solo apparente. Dopo tre giorni ecco che arrivano le dimissioni delle donne alle quali seguono quelle del sindaco facente funzioni Lauretano non avendo ormai più una giunta. Lauretano viene isolato e solo Giovanni Iovino, insieme a Sorgente, continua a restargli al fianco, richiamato all’ordine probabilmente proprio da Mascolo. Ora la situazione attuale è questa: da una parte troviamo Lauretano che potrebbe riprovarci sostenuto proprio da Sorgente e Iovino. A meno che gli accordi tra il ragioniere capo Sorgente, omonimo del consigliere comunale e suo congiunto, ed il farmacista Mascolo non vedano un’inversione di rotta con il giovane Franco Sorgente candidato sindaco.

Quest’ultimo, a sua volta, ha cercato di parare i colpi delle ‘polemiche’ lavandosi le mani da ogni responsabilità rispetto alle assunzioni ‘autovelox’, quasi come se tra lui e lo zio non ci fosse alcun legame se non di sangue. Ma chi lo accompagnava casa per casa durante la campagna elettorale del 2016? Chi continua a chiedere con sempre maggiore insistenza la sua candidatura a sindaco se non proprio lo zio? E allora perché non prendere le distanze da subito? Perché anche gli assessori dimissionari ed il presidente del consiglio comunale non hanno consegnato all’indomani della selezione per le assunzioni, le deleghe anziché aspettare?
Ancor più grave pensare che non ne sapessero nulla. E’ ovvio che l’atteggiamento degli assessori e del presidente quali hanno quanto meno dimostrato di non conoscere quello che accadeva nelle stanze che contano, reca qualche pregiudizio alla loro capacità politica-amministrativa che potrebbe rendere anche più difficile una loro ricandidatura. Dopo quello che è capitato le opzioni di Lauretano, Sorgente e Iovino sono ancora proponibili per il futuro di Cellole? ‘SiAmo Cellole’ doveva rappresentare il nuovo, sono cambiati i giocatori ma le metodologie di gioco sono sempre le stesse, e addirittura si sono incancrenite. Ci sarà veramente una
svolta per una città ai piedi del Monte Massico e a pochi metri dal mare che ha tanto da offrire, dove i giovani potrebbero trovare un modo per imprimere una vera svolta al governo locale?

I cittadini hanno bisogno di una classe dirigente veramente nuova, slegata dalle vecchie logiche politiche che per troppo tempo hanno governato il paese. Una classe dirigente che sia in grado di dire ‘basta’ a provvedimenti ad personam e che sia pronta a far valere solo la logica della meritocrazia e del bene comune.