14 ARRESTI. I NOMI. In carcere due dipendenti infedeli dell’asl di CASERTA. La truffa al SSN consumata da più laboratori di analisi

4 Marzo 2020 - 12:48

CASERTASono finiti in carcere due dipendenti infedeli dell’asl di Caserta nell’indagine che ha condotto all’esecuzione di 14 arresti.

Si tratta di Maurizio Martucci di 59 anni di Santa Maria Capua Vetere e Leone Albalonga, 63 anni, di Curti.

Il “sistema” così come viene definito dal giudice funzionava così: le ricette falsificate venivano presentate all’ASL di Caserta per il successivo rimborso a carico del Servizio Sanitario Nazionale ed è qui che, poi, intervenivano alcuni dipendenti aziendali infedeli (due dei quali, Albalonga e Martucci, sono destinatari di custodia cautelare in carcere) che, a seguito di corruttive pattuizioni stabilite con i responsabili dei laboratori, omettevano di addebitare alle medesime società (accreditate con il S.S.R.) somme, che in quanto emerse dagli accertamenti interni condotti da personale di altri uffici della medesima Azienda, dovevano necessariamente essere stornate dai rimborsi. 

Le indagini hanno altresì provato che tali condotte, da parte dei dipendenti dell’ASL di Caserta, non

venivano attuate solo nei confronti dei quattro laboratori di analisi della famiglia Corvino oggetto dell’indagine, ma erano divenute una collaudata pratica truffaldina svolta anche a favore di altre strutture private convenzionate esistenti nella provincia di Caserta. 

Relativamente a tale aspetto, infatti, veniva anche evidenziato che un dipendente dell’ASL di Caserta, in servizio presso l’ufficio economico finanziario, al fine di ottenere propri illeciti tornaconti economici, si era accordato con Pasquale Piccirillo, il titolare di un noto centro odontoiatrico della provincia, al fine di “eliminare” dai rientri una quota, pari di € 147.000,00 del debito complessivo che il centro aveva accumulato nei confronti dell’ASL per un importo di € 1.820.406,64, già programmato in cinque differenti piani di rientro, afferente a prestazioni sanitarie odontoiatriche non convenzionate e dunque non riconosciute dall’ASL.