18enne ragazza di una scuola di CASERTA nominata Alfiere della Repubblica da Mattarella. LA STORIA
28 Aprile 2024 - 15:37
CASERTA – “Aiutare gli altri per me è la cosa più bella e mi viene naturale. Certo qualcuno mi critica dicendo che sto sempre in mezzo come prezzemolina, ma non fa nulla; vedere i miei compagni di classe concludere con me il percorso di studi, e ringraziarmi per il supporto che ho dato loro, è qualcosa che mi riempie di gioia”.
Con la spontaneità e la freschezza tipica di un’adolescente, Emanuela Tessitore, 18enne di Succivo, racconta all’ANSA della strada fatta per diventare Alfiere della Repubblica, un’onorificenza di cui lei aveva sentito parlare ma che non si aspettava di ricevere, anche perché aiutare i suoi compagni di classe durante la pandemia non era stato un sacrificio.
Emanuela è all’ultimo anno dell’istituto superiore Mattei di Caserta, indirizzo socio-sanitario. “Il mio è un carattere molto altruista, ereditato da mia nonna paterna”. Però il suo impegnarsi costantemente perché i compagni di classe durante il lockdown non si perdessero, non poteva passare inosservato. La sua professoressa Giuseppina Gallo ha scritto in una lettera ciò che aveva visto fare da Emanuela, e l’ha inviata al Quirinale perché le dessero l’onorificenza.
“Mercoledì mentre ero in classe è venuta la prof Gallo e mi ha detto che mi avevano fatto Alfiere della Repubblica; sono rimasta senza parole, incredula, emozionatissima. La prof mi ha detto della lettera; la ringrazierò sempre, così come ringrazio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che per noi tutti è un esempio”.
Per un attimo Emanuela ha pensato a quanto fatto dal secondo anno delle superiori nel 2020 per i suoi compagni di classe, come Letizia e Manuele, “che durante il lockdown non volevano collegarsi da remoto, perché pensavano fosse inutile.
Io li chiamavo sempre, e se non si collegavano avvisavo i loro genitori; non riuscivo a sopportare che qualcuno dei miei compagni restasse indietro, e si demoralizzasse”.
Emanuela ha aiutato molto anche Elisabetta, compagna diversamente abile, supportandola soprattutto nelle lezioni di matematica. “Ci sentivamo e mettevo in mezzo le carte da gioco napoletane, invitandola a contare. Lei è un po’ timida, però era contenta che la aiutassi; ho sempre rispettato il suo carattere e ancora oggi in classe, nonostante tenda un po’ ad isolarsi, io cerco sempre di includerla in tutte le attività che facciamo”.
In questi anni di superiori Emanuela è stata rappresentante di classe, di istituto e componente della consulta provinciale; “grazie a questi ruoli ho conosciuto molti ragazzi con delle difficoltà, e a tutti ho sempre detto di non abbattersi, di andare avanti”.
Il futuro di Emanuela sono gli esami di maturità. “Mi piacerebbe diventare infermiera” confessa, “ma comunque sarà un lavoro per gli altri e a contatto con gli altri” conclude.