19enne incensurato ucciso a colpi di pistola in un bar. La fidanzata figlia del ras della droga, il fermo di un 17enne e l’ipotesi di altri coinvolti
14 Aprile 2025 - 11:00

L’indagine, lampo, ha portato al fermo di un 17enne ma al vaglio degli inquirenti ci sarebbero le posizioni di altre persone sentite dai carabinieri alla presenza del sostituto procuratore
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CESA/SUCCIVO – Era incensurato Davide Carbisiero, figlio di una casalinga e di un venditore ambulante di ortaggi aveva un fratello più piccolo e un fratello maggiore, Gennaro, 30 anni, che tra poco più di un mese avrebbe dovuto sposarsi. La famiglia Carbisiero è nota nella zona per le attività imprenditoriali portate avanti proprio da Gennaro: negozi di abbigliamento a Frattamaggiore e Napoli, e la titolarità del noto brand di moda “Gegè”.
Dall’altra parte, la famiglia della fidanzata della vittima — una ventenne — è legata a una storia ben diversa. La giovane è figlia di Massimiliano
Ma il passato della famiglia Milone è ancora più inquietante. Risale all’11 settembre 2006 una faida di camorra che vide coinvolti i clan Caterino-Ferriero e Mazzara. In quella data, in uno scontro armato nei pressi del “Cumba Caffè” a Cesa, venne ucciso Giovanni Milone, 53 anni, cugino di Massimiliano Milone, mentre era alla guida della sua auto. Anni prima, anche suo fratello Nicola era stato ucciso con modalità analoghe. Una guerra senza esclusione di colpi che segnò profondamente il territorio.
Massimiliano Milone è stato scarcerato tre anni fa, dopo quasi due anni di detenzione. Nell’inchiesta che lo riguardava fu coinvolta anche sua moglie.
Una rete di relazioni e precedenti che ha spinto la Direzione Distrettuale Antimafia a indagare a fondo sul contesto in cui è maturato e si è consumato l’omicidio di Davide Carbisiero. Secondo gli investigatori, proprio il traffico di droga potrebbe aver avuto un ruolo chiave nella dinamica della lite sfociata nel sangue.
Nei confronti del 17enne fermato, Francesco F, anche lui originario di Succivo ma residente a Cesa, la Procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Napoli ha emesso un decreto di fermo per indiziato di delitto. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini condotte dai carabinieri del Gruppo di Aversa, l’omicidio sarebbe avvenuto mediante l’esplosione di un colpo d’arma da fuoco che ha attinto il 19enne alla giugulare. Al vaglio degli investigatori ci sono anche le posizioni di altre persone che sono state sentite dai carabinieri alla presenza del sostituto procuratore. Cosa sia accaduto in quella saletta giochi ieri mattina prima dell’alba resta ancora da ricostruire nel dettaglio.