Come al solito negli uffici finanze del comune impera la superficialità e una presunzione nefasta

11 Aprile 2018 - 00:00

CASERTA[g.g.] Di solito la parola ingorgo, quando viene utilizzata in senso figurato, si riferisce a delle scadenze istituzionali che sovrapponendosi tra di loro, rendono complicato stilare un calendario dei vari eventi. Per esempio capita quando il presidente della repubblica non può sciogliere le camere nel cosiddetto semestre bianco, cioè negli ultimi 6 mesi del proprio mandato.

Noi a Caserta ci accontentiamo di ingorghi molto più terra terra e quello che si prefigura all’orizzonte è un ingorgo finanziario, di bilancio che però rischia di incidere ancora una volta, pesantemente sulle tasche dei cittadini.

Venerdì scorso, finalmente, all’indomani del nostroa rticolo sul Valium che scorrerebbe a fiumi nel palazzo di governo di Piazza Vanvitelli, il Prefetto ha fatto pervenire la diffida per l’approvazione del bilancio di previsione, entro e non oltre 20 giorni.

Dunque, 20 giorni significa massimo il 27 aprile. Ma il 30 aprile scade anche il termine per l’approvazione del consuntivo 2017.

Se tutto questo non bastasse, incombe la diffida della Corte dei conti per la dichiarazione di dissesto che, com’è noto, si fa con una delibera di consiglio comunale.

Anche stavolta, non si può far altro che allargare desolatamente le braccia di fronte alle strategie scelte dal sempre più trasognato assessore al bilancio e alle finanze, il professore Pica, e dal dirigente facente funzioni, Girolamo Santonastaso.

Non ci vuole un cattedratico della contabilità degli enti locali per capire che sarebbe stato molto meglio, vista la bocciatura irreparabile del riequilibrio, dare precedenza al consuntivo. Questo avrebbe permesso all’amministrazione di comprendere in termini reali il disavanzo attuale.

Ma per il momento tutto tace al punto che finanche il segretario generale Martino, uno nato, come professionista della pubblica amministrazione, per non creare grane, ha già sollecitato due volte gli uffici.

Il problema è che, come al solito, nel palazzo Castropignano, dove abbiamo l’impressione che di finanza locale non ne capisca un tubo nessuno, a partire, con tutto il rispetto per le persone, i già citati Pica e Santonastaso, si sottovalutano quelle che potrebbero essere le conseguenze del mancato rispetto della tempistica nell’approvazione di queste fondamentali e cogenti delibere.

Infatti approvare il bilancio di previsione prima della delibera di dissesto e del consuntivo, avrebbe conseguenze gravi per i creditori attuali e futuri dell’Ente. In questo caso, tutti i debiti contratti dal Comune di Caserta fino al 31.12.2018, rientrerebbero nel dissesto. Secondo voi ci hanno pensato? Esattamente come avevano pensato al bilancio consolidato. La speranza è che come è successo diverse volte, leggendo questo articolo di CasertaCe, cambino rotta.