29 persone a processo nell’inchiesta del clan calabrese con “amici” nella camorra casertana

11 Aprile 2022 - 20:34

CASERTA – Il gup del Tribunale di Catanzaro Alfredo Ferraro ha rinviato a giudizio tutti gli imputati del procedimento “Alibante” incentrato sulle presunte infiltrazioni mafiose nell’area del medio Tirreno catanzarese. Nel mirino affari e interessi del presunto clan facente riferimento al boss Carmelo Bagalà, che avrebbe legami con organizzazioni criminali in provincia di Cosenza, nella Piana di Gioia Tauro e nelle province di Vibo Valentia e Caserta.

Il clan, secondo l’accusa, avrebbe controllato, tra i comuni di Nocera Terinese e Falerna, attività commerciali e turistiche, con interessi in appalti e servizi pubblici e la politica. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, abuso d’ufficio, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti e turbativa d’asta. Tra gli imputati anche l’ex sindaco di Falerna Giovanni Costanzo, che avrebbe promesso il cambio di destinazione d’uso di un terreno per ottenere il sostegno elettorale di Bagalà.

A chiedere il rinvio a giudizio sono stati i pubblici ministeri Chiara Bonfadini e Romano Gallo. Il gup ha fissato l’inizio del processo per il prossimo 8 luglio davanti al Tribunale collegiale di Lamezia Terme. Sono 29 le persone rinviate a giudizio su 31 imputati: per Alessandro e Mario Gallo, infatti, l’avvocato Leopoldo Marchese aveva avanzato richiesta di giudizio immediato. Richiesta ammessa e udienza fissata per il prossimo 7 giugno.