I NOMI E LE FOTO. 5 ARRESTATI. Auto rubate e cavalli di ritorno nel casertano

6 Giugno 2024 - 13:07

CARINARO/ TRENTOLA DUCENTA – I Carabinieri della Stazione di Trentola Ducenta, all’esito di un’attività di indagine diretta dalla Procura di Napoli Nord, hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque soggetti – cittadini napoletani ed aversani tra i 36 e i 50 anni di età – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta di questa Procura della Repubblica. Sono finiti in carcere Vincenzo De Mare, 35enne di Afragola, Francesco De Rosa, 48 anni, e Franco Petriccione, 45 anni, tutti di Afragola, Pasquale Russo, 47enne di Carinaro e Alfonso De Rosa 42enne di Caivano

Le indagini hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti delle persone sottoposte alle indagini in ordine alla commissione dei reati di estorsione, ricettazione, furto aggravato, evasione e trasgressione agli obblighi imposti dal giudice con la misura della sorveglianza speciale.

La complessa attività investigativa ha avuto origine a seguito della presentazione di una denuncia per furto di autovettura presso la Stazione Carabinieri di Trentola Ducenta da una delle vittime, la quale in seguito riferiva di essere stata contattata telefonicamente per riavere la propria autovettura in cambio della consegna della somma di €.800 (metodo del cd. “cavallo di ritorno”). Le indagini si sono sviluppate attraverso l’escussione delle vittime, l’accurata analisi dai tabulati telefonici e le successive attività di intercettazione telefonica, unitamente all’uso di sistemi di geo localizzazione GPS e all’analisi dei sistemi di videosorveglianza pubblici e privati.

Le stesse hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione di 10 furti di autovetture parcheggiate sulla pubblica via nel Comune di Aversa, nonché delle successive condotte illecite poste in essere dai predetti, che procedevano sistematicamente ad effettuare le telefonate estorsive alle vittime per il riottenimento del veicolo rubato. Le indagini hanno inoltre consentito di monitorare alcune attività estorsive, compiute anche da soggetti evasi dalla misura restrittiva degli arresti domiciliari o già sottoposti alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza in violazione delle prescrizioni dell’obbligo di dimora e del divieto di associarsi abitualmente a pregiudicati.