Una lettura combinata dei tanti capi di imputazione dell’ordinanza di ieri permette di cogliere alcuni fatti di dettaglio molto interessanti
11 Aprile 2018 - 00:00
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MADDALONI – Una rapida scorsa della prima parte dei 34 capi di imputazione provvisori, contestati ai 19 indagati nell’operazione della Squadra Mobile e della Dda, ci permette di sottolineare qualche aspetto interessante.
Non sorprendente, ma interessante. Il primo: il grande centro di approvvigionamento della droga venduta a Maddaloni è quello di Caivano. Si evince dal capo 3, nel quale viene contestato ad Antonio Padovano, Maria Schiavone e Michele Farina il reato di detenzione e trasporto per la successiva commercializzazione di un quantitativo di cocaina.
Sicuramente più importante è il coinvolgimento nelle articolate attività di spaccio di un’intera famiglia, finanche di una minorenne.
Fatto, quest’ultimo, che diventa un’aggravante, nei capi di imputazione da 5 a seguire.
Terzo punto: l’arco temporale delle cessioni di droga monitorate. Da agosto ad ottobre 2016 se ne contano una quindicina.
E infine, tre nomi di acquirenti: si tratta di Domenico Maccarone, Giuseppe Pellegrino e Giulio Sgherzi.
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