Informazione e cultura del gioco: ecco cos’è davvero importante

17 Ottobre 2017 - 12:42

Forse, e si sottolinea forse, anche le Regioni più ostiche al gioco stanno rendendosi conto che proibirlo, come su tanti territori è stato fatto, non solo ha ottenuto l’effetto contrario ed ha fatto spostare il giocare in altre zone più “accondiscendenti”, ma ha peggiorato la situazione dell’illegalità che non vedeva l’ora di riprendersi gli “spazi perduti” e lasciati così facilmente scoperti dal gioco lecito che si trincera dietro orari e distanziometri. Ora, le Regioni e le città che hanno messo in campo le loro Leggi Regionali o comunali sul gioco, forse stanno facendo un passo
indietro e si sono rese conto che solo la cultura e l’informazione possono ostacolare il crescendo
dell’illegalità.
Anche perché non bisogna dimenticare che queste situazioni anomale del gioco pubblico hanno persino contribuito a far infiltrare la criminalità nel gioco lecito con acquisto di società
perfettamente legali da parte della malavita: e non solo, creando attività commerciali illecite, e quindi sprovviste di alcuna autorizzazione, corredate da apparecchiature di gioco “assolutamente e
doverosamente” illecite.
Si vuole, quindi, riferire di ciò che è intervenuto all’Auditorium Sant’Artemio della Provincia di Treviso dove il Presidente della Provincia è intervenuto per esporre il proprio punto di vista sulla situazione dei

bonus casino e del fenomeno gioco sul proprio territorio e dei suoi Sindaci che sono stati chiamati ad esserne i primi “difensori”. Il territorio trevigiano è un territorio assolutamente ricco che fa indubbiamente gola a chi intende investire danaro di provenienza illecita: e, come si conosce già, il mondo del gioco è uno di quei settori particolarmente allettante per il malaffare che ci “sguazza come un pesce nel mare”. Ecco perché uno strumento indispensabile per far sì che ciò non avvenga è l’informazione e la cultura del gioco per capirne i meccanismi, le derive, i punti
positivi.

Come altre regioni anche il Veneto è intervenuto attivamente sul tema del gioco con vincita in
danaro con le disposizioni inserite nella Legge di Stabilità del 2015, sia per contrastare che prevenendo l’avanzare di questo fenomeno che ha toccato tutta l’italica penisola. Sul territorio veneto, in particolare, il gioco rappresenta una criticità doppia: una relativa alla presenza ed agli interessi mafiosi che usano questo settore per riciclare danaro frutto di movimenti illeciti e l’altra che coinvolge i giocatori compulsivi che possono rivolgersi ai prestiti ad usura, alimentando così i canali di profitto delle organizzazioni criminali. Ma con questo, oggi, la Regione Veneto non vuole mirare al proibizionismo, vuole invece informare, formare e fare cultura sul gioco e sui rischi connessi in modo che i cittadini-giocatori, ed anche quelli che non lo sono, sappiano affrontare una qualsiasi situazione che si possa loro paventare. Sul territorio opera con forza ferrea e tenacia la Polizia locale raccogliendo informazioni anche in relazione agli affari mafiosi e l’intreccio tra mafia e gioco d’azzardo. Questo intreccio è la conseguenza della grande offerta di diversi tipi di prodotto di gioco, del volume delle puntate e della massiccia presenza di punti di gioco che hanno rappresentato una occasione da non trascurare da parte delle organizzazioni criminali. Organizzazioni che, come detto, non solo hanno continuato a gestire una sorte di mercato parallelo illecito, ma sono riuscite anche ad acquistare attività economiche imprenditoriali perfettamente lecite trovandosi così “nel bel mezzo del gioco legale”.