Uno degli indagati più importanti della maxi operazione di lunedì, girava armato e non per
29 Marzo 2018 - 00:00
SAN MARCELLINO – Vincenzo Ferri, 38enne nato a Maddaloni e residente a Frignano non aveva solo comportamenti da colletto bianco, felpati e scevri da atteggiamenti minacciosi. Probabilmente nella compagnia che per la magistratura è un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e alla truffa, era quello che “si faceva rispettare” nel senso che quando bisognava richiamare qualcuno dell’ampio gruppo della manovalanza, cioè di quelli incassavano i bonifici finalizzati a coprire le operazioni con fatturazione inesistente, perdeva un pò di tempo o si mostrava un pò recalcitrante, lui come si suol dire “tirava fuori il ferro” e risolveva la questione.
Capitò a San Marcellino, l’episodio, nel mare di contestazioni criminal-tecnico-economiche racchiuse in ben 103 di capi di imputazione provvisoria, senza contare i sequestri, trova posto in 3 di questi capi. Precisamente il 14, il 15 e il 16. La pistola Ferri la tira fuori per convincere Tommaso Temperato di Villa di Briano, anche lui indagato, seppur a piede libero in questa storia, che il tempo per andare a ritirare 120 mila euro depositati sul suo conto corrente postale dalla cartiera “Edilizia srl”, era scaduto.
E quella pistola che Ferri gli faceva vedere, loro dimostrava ampiamente. Non solo chiedeva questo, ma gli imponeva di continuare a riciclare tutti i proventi derivati da operazioni illecite.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA