CASERTA. Sindaco Marino, ma perché tira fuori la supercazzola dell’inventario e non dice alla città se il disavanzo, se il passivo del comune è aumentato o diminuito rispetto al buco dell’anno scorso?

25 Giugno 2020 - 16:05

Tutto ciò accade mentre la corte dei Conti sanziona per l’ennesima volta uno dei peggiori municipi italiani per non aver comunicato i bilanci delle due società partecipate

CASERTA (g.g.) – Ieri, la giunta comunale di Caserta ha approvato lo schema del conto Consuntivo relativo all’anno 2019 con tutti, gli allegati dei residui attivi e passivi.

Stiamo parlando di un qualcosa per la quale, l’anno scorso, questa amministrazione è dovuta intervenire ben 4 volte per approvare, riapprovare, revocare e approvare ancora, in una sorta di orgia dell’errore e del rattoppo, finalizzato a nascondere la drammatica condizione in cui versano i conti della città capoluogo e per trovare un delicatissimo punto di equilibrio con i rilievi posti dai revisori dei conti, i quali, quand’anche allibiti, si sono messi a suggerire alla struttura interna (seppur solo con l’obiettivo di conservare il loro posto, lautamente remunerato con i soldi dei cittadini), cioè a quel professorone del facente funzioni Girolamo

Santonastaso, il modo attraverso il quale coprire gli obbrobri dei primi schemi del Consuntivo 2018 approvati in giunta.

Di fronte ad una situazione del genere, uno si aspetta che l’amministrazione comunale, quest’anno, subito dopo aver approvato lo schema in giunta, comunichi alla città tutti i numeri, tutto quello che c’è da sapere, che è giusto e democratico conoscere, erogando il tutto con trasparenza, serietà e con una modalità dovutamente comprensibile anche ai non addetti ai lavori.

E invece, ieri, Carlo Marino, commentando in un comunicato l’approvazione del conto Consuntivo, che pubblichiamo in calce, ha parlato dell’inventario del patrimonio comunale. Beninteso, di fronte al nulla di sempre, aver messo a fuoco quali siano i beni immobili di cui il comune di Caserta è proprietario, non può essere considerato un atto biasimevole. Al contrario, almeno per quanto riguarda questo particolare settore della gestione amministrativa, è un passo in avanti, anzi, non esageriamo, è giusto dire che è un passo di avvicinamento verso uno standard di civiltà, visto e considerato che pensiamo che non siano tanti i comuni di Italia che, al pari di quello di Caserta, non abbiano scelleratamente avuto piena consapevolezza, negli ultimi 10 anni, delle loro proprietà.

L’inventario, dunque. Una parola che ci porta, nostalgicamente, indietro nel tempo, quando, all’università, il mitico tomo in copertina grigia cartonata del professore Domenico Amodeo veniva maneggiato come un oggetto di culto e di terrore assieme. Sedendosi alla scrivania per affrontare una giornata di studio, il sottoscritto faceva convivere due stati d’animo: quello che evocava una fatica che già affiorava nel momento in cui tu lo guardavi solo quel libro, con le sue 1200 pagine, e quello che si esprimeva attraverso l’emersione di un pizzico di orgoglio ,perché sapevi che stavi studiando su un manuale di ragioneria sul quale si erano formati generazioni e generazioni di laureati e anche di grandi specialisti della materia. Quindi, per rispetto sacrale, pur sapendo che molto difficilmente il professore ti avrebbe posto una domanda su questo argomento, tu, cioè  io, comunque partivi dai primissimi capitoli e tra essi c’era proprio quello denominato “L’inventario“, con tanto di definizione multiforme che ne declinava gli aspetti giuridici e, perché no, anche quelli storico-filosofici, prima di entrare nel merito dei contenuti tecnici. D’altronde, era quello il motivo del peso in chilogrammi di quel libro. Occorreva molto tempo per studiarlo, ma era in grado di portarti gradualmente alla comprensione piena di concetti che se iniettati attraverso aride definizioni, sarebbero rimasti solamente come meri e sterili dogmi nella propria memoria e nel proprio corredo cognitivo.

Naturalmente, queste erano fissazioni mie e di pochi fessi come me, perché gli studenti pratici passavano appresso. E invece, vedete che la storia alla lunga presenta sempre il suo conto e anche l’inventario e la sua definizione sono serviti di fronte all’enfasi, degna veramente di miglior causa, con cui il sindaco di Caserta ha ritenuto che l’unico elemento da sottolineare nel comunicato stampa fosse quello dell’inventario. Il quale, badate bene, non è uscito fuori dal lavoro del cospicuo personale interno che Marino ha a disposizione, ma dal solito incarico esterno che alle casse dei casertani è costato, stavolta, 40 mila euro, ma la buttiamo lì, qualche spicciolo in meno per stare (ovviamente) sotto soglia e dunque nella condizione di poter incaricare chi pareva e piaceva al primo cittadino.

E’ giusto introdurre un’altra questione, dove cavolo è finito il professore Federico Pica, che quel libro di Amodeo lo conosceva bene, anche se l’ha scordato? Mah, sarebbe  sensato pensare che sia scomparso nelle complicate vicende del Covid e che noi non ce n’eravamo accorti. La domanda sorge spontanea perché, di solito, è l’assessore al Bilancio che comunica le notizie sul Bilancio, altrimenti che assessore al Bilancio è? Eppure, qualcuno sembra che l’abbia visto aggirarsi, addirittura levitare, nelle stanze di Palazzo Castropignano. C’è una prova inconfutabile a che rende giustizia al racconto di questi pochi testimoni oculari: i mitici rimborsi spesa da 1,70 euro che ha ricominciato a presentare dal mese di maggio, dopo l’interruzione partita dal giorno 5 marzo.

Cavolo, battute a parte, questo qui è un professore universitario che accetta di tutto e di più. Anche di sparire di fronte a un sindaco che governa il comune insieme a Franco Biondi, con gli assessori ridotti neppure al rango di comparse, tanto sono impalpabili ed effettivamente incapaci di incidere nelle materie cui devono occuparsi, chiedendo il permesso al sindaco anche di andare al gabinetto. Marino e Santonastaso fanno i bilanci, si fa per dire, il professore Pica si occupa dei rimborsi da 1,70€. Roba da famiglia Addams.

Dunque, ricapitoliamo: il comune con due dissesti ancora in atto, il comune con 50 milioni e passa di euro di ulteriore disavanzo, così come questo è risultato dal Consuntivo contestatissimo dell’anno scorso, il comune che non riesce nemmeno a mandare 4 foglietti alla corte dei Conti, guadagnandosi, come potete vedere dal documento che pubblichiamo in calce prima del comunicato di Marino, l’ennesima sanzione da parte di questo tribunale per non aver fornito i dati di bilancio riguardanti le sue due partecipate, si mette a fare le “capezzelle d’angelo”, i merletti, le rifiniture, magnificando un inventario, peraltro non redatto a costo zero per i cittadini, invece di discutere e comunicare le cose importanti, decisive.

Guardi, Marino, ciò che è richiesto dalla corte dei Conti e che non avete fatto, subendo un’altra ingloriosa sanzione, si può fare in mezz’ora precisa, come possiamo dimostrare se il sindaco ci dà una bella consulenza, chiedendo al suo amico Franco Biondi di rovistare nei cassetti, perché lì sicuramente trova dei quattrini per le spese di cancelleria, diciamo 4 fantast-ilioni e ci accordiamo, in modo da poter spendere con serenità i nostri trenta minuti per acquisire dove sappiamo noi i bilanci delle partecipate e spedendoli ad una pec al tribunale dei Conti e della Spesa del settore pubblico.

Orbene, anzi, ormale, l’unica cosa che il sindaco sa dire alla città è che ha fatto l’inventario del patrimonio. I casertani non meriterebbero la profusione di un ulteriore impegno informativo da parte nostra, ma ancora una volta CasertaCE compirà il suo dovere morale e vi comunicherà i numeri importanti del conto consuntivo 2019, in modo da capire se l’unica cosa importante, cioè la cifra del disavanzo, si sia ridotta, sia rimasta invariata o se sia ancora cresciuta rispetto a dodici mesi fa. Naturalmente, tanto per gradire, perché oramai la trasgressione è regola per questo sindaco e questa amministrazione, il conto Consuntivo sarà approvato dopo i termini previsti dalla legge, cioè dopo il 30 giugno e dopo l’ennesima, inutile, diffida che la Prefettura spedirà. Un atto, ques’ultimo, per la sua impalpabilità somiglia ad una di quelle targhe di latta o stagno, prese dalla bocciofila o dal circolo della caccia che uno si guarda bene dall’esporre in casa o in ufficio, riponendole pudicamente in un cassetto della scrivania. Si andrà a metà luglio e anche oltre e come sempre ci si sovrapporrà con un altro termine fondamentale, quello del 31 luglio, data ultima per l’approvazione del bilancio di Previsione che, in Italia e a Caserta in particolare, non Prevede un benemerito tubo, perché viene sempre approvato ben al di là del giro di boa di ogni anno solare.

E già, l’inventario. Il vero segno della svolta, dell’inversione di tendenza nella gestione della cosa pubblica della città. Inutile fare appello e citare la vergogna, la grande sconosciuta della città di Caserta. Dove ci si prepara, nonostante le sovvenzioni covid, a veder ancora peggiorati la qualità dell’esistenza, la vivibilità, il livello dei servizi, delle infrastrutture, delle strade.

Non ci meritate, ma dovrete ancora sopportarci a lungo.

LA TRASMISSIONE DELLA CORTE DEI CONTI

IL COMUNICATO DEL COMUNE DI CASERTA:

La Giunta comunale ha approvato, su proposta dell’assessore Federico Pica, il Conto consuntivo per l’esercizio finanziario 2019. Il documento contabile sarà ora immediatamente trasmesso al Collegio dei Revisori dei Conti in vista della discussione in Consiglio comunale.

“E’ un bilancio fatto molto bene – ha spiegato il sindaco Carlo Marino – ed la prima volta che un provvedimento del genere, cosi come avevamo promesso sin dal nostro insediamento, contiene il conto economico ed il conto patrimoniale. Non ricordo un bilancio delle passate amministrazioni che contenesse la parte fondamentale relativa al patrimonio comunale.  Ringrazio i miei assessori e gli uffici che hanno permesso di completare in tempi record l’inventario del patrimonio del Comune, atto fondamentale per consentire di preparare un documento contabile preciso e affidabile. I risultati del grande lavoro portato avanti per rimettere in ordine i conti comunali sono evidenti. Non ci sono problemi di liquidità e questo consentirà, dopo l’approvazione in Consiglio comunale anche di liberare risorse utili a completare importanti pagamenti in settori fondamentali della macchina amministrativa. Ci sono quasi 6 milioni di euro che saranno sbloccati – ha concluso Marino – grazie all’approvazione del Consuntivo 2019 e che consentiranno a numerose cooperative sociali, imprese del territorio e cittadini di poter respirare dopo il difficile periodo legato all’emergenza coronavirus”.