CASERTA. Azz, perché lei non c’entrava! La Vairo ha presentato personalmente ricorso in Cassazione. Ma la sentenza di appello è esecutiva, ora il Ministro intervenga

16 Luglio 2020 - 21:00

CASERTA (gianluigi guarino) – Giusto per dire e giusto per rispettare la consegna di legalità e di inflessibile rivendicazione della bontà, anzi della assoluta irrinunciabilità di una battaglia finalizzata alla ricostituzione dei diritti violati, torniamo ancora sulla vicenda che ha coinvolto Adele Vairo, neo assessore del comune di Caserta. La nostra dichiarò: “La sentenza della Corte di Appello? Non mi riguarda. Io non c’entro, in quel processo non ci sono”. Trascorsi pochissimi giorni da queste dichiarazioni, apprendiamo che Adele Vairo, quindi non il Ministero della Pubblica Istruzione, pesantemente condannato dalla Corte di Appello per la nomina a preside del Manzoni della sunnominata, ha presentato ricorso in Cassazione. Dunque, lei è stata tecnicamente contumace nel processo di Corte di Appello. Uno status che però, in quanto formale protagonista della vicenda, in quanto prima parte interessata non le impedisce e le dà diritto a presentare un ricorso alla Corte di Cassazione contro il verdetto della Corte di Appello di Napoli che ha definito testualmente “illegittima” la sua nomina a preside del Manzoni, ottenuta nell’anno 2010.

Ora, una persona che dichiara di non sentirsi coinvolta in un processo e dopo quattro giorni annuncia un ricorso in cassazione… va beh, un ulteriore altro commento è superfluo. La realtà è che qualche avvocato le ha spiegato la situazione, per lei molto pericolosa. Lei è parte di un presunto illecito, che definiamo ancora presunto perché essendo stato preannunciato il ricorso ai giudici di ultima istanza, è doveroso definirlo così.

E’ chiaro che un avvocato le ha detto che senza ricorso, perché probabilmente il Ministero non lo presenterà, la sentenza sarebbe passata in giudicato. Con l’impugnazione, la Vairo spera che l’ufficio scolastico o provveditorato agli studi che dir si voglia, magari in base alla denuncia presentata da un diritto interessato, da qualcuno che si sente ora scippato da quella procedura, bollata dalla Corte di Appello, le tolga il posto da preside. A riguardo però bisogna ricordare alla Vairo, ed è strano che il suo avvocato non gliel’abbia detto, che nel processo civile, le sentenze sono esecutive già dal primo grado e ancor di più dal secondo grado della Corte di Appello.

E’ tali rimangono, cioè esecutive, anche in caso di ricorso per Cassazione. Tocca all’ufficio scolastico Regionale, o provveditorato, chinare la testa davanti alla legge rimettendo a concorso il posto di preside del Manzoni.

Sia detto con chiarezza e nel massimo rispetto della persona: consideriamo quella della Luisa Franzese una sorta di signoria. Anni e anni di inamovibilità anche grazie alla capacità di tessere buone relazioni con le aree politiche al potere nei vari momenti. Buone relazioni e grande disponibilità.
Il modello di gestione della Franzese che, attenzione è uno dei pochi casi in Italia, se non l’unico, di un dirigente che cumula la carica di provveditore regionale degli studi con quello di provveditore agli studi della provincia più importante e popolosa, cioè Napoli, non prevede, a meno che non sia adeguatamente compulsata dal Ministro, un improvviso ricorso al rigore e all’intransigenza rispetto ad un mondo che dal tempo dell’Associazione nazionale presidi in poi, ha sempre esercitato, a sua volta, un potere in grado di mettere a “pensare” sia le alte burocrazie della scuola regionale e provinciale, sia la politica.

Dunque, l’appello, un appello di giustizia va formulato direttamente alla Ministra Lucia Azzolina.