OSPEDALE DI CASERTA. In pieno Covid Gubitosa mette alla porta infermieri e Oss con lunghe esperienze per farne arrivare altri da svezzare. Obiettivo un grande concorso di raccomandati della politica

12 Novembre 2020 - 20:42

CASERTA (g.g.) – Qualche tempo fa ci siamo occupati della vicenda relativa al licenziamento (perché di licenziamento si è trattato a tutti gli effetti), di 17 unità operative tra infermieri e operatori socio-sanitari che, arruolati dalla società interinale Manpower, hanno perso il loro posto di lavoro dovendone cercare un altro altrove per effetto di una precisa pressione fatta al tempo dall’allora direttore generale Mario Ferrante e soprattutto dal suo direttore amministrativo Gaetano Gubitosa, diventato successivamente direttore generale a sua volta. C’è un filo rosso che tiene insieme le due vicende: quella di allora, a cui abbiamo appena fatto cenno, e il fattaccio di questi giorni, quando altri 7, tra infermieri e OSS, hanno dovuto lasciare gli organici di Manpower quindi le corsie dell’Ospedale civile di Caserta cercando di riciclarsi a 45 , 50 anni, quando si è troppo vecchi per sostenere un concorso e quando sei però troppo giovane per andare in pensione, provando a trovare una collocazione attraverso chiamate in graduatorie di cui fanno parte seppur in posizione molto arretrata.

La volta scorsa, in occasione dei già citati 17 licenziamenti, effettuati formalmente dalla Manpower, effettivamente dall’azienda ospedaliera, contestammo il concetto che era alla base di quella decisione, cioè l’idea di risparmiare andando però a penalizzare personale che da 10 anni lavorava all’interno della struttura ospedaliera Sant’Anna e san Sebastiano di Caserta e che aveva dunque acquisito una forte esperienza, una cospicua conoscenza di tutti quanti i processi di gestione, relativi alla vita ospedaliere dei degenti. Stavolta limitarsi a contestare non basta, perché veramente siamo alla follia pura. Gubitosa sembra procedere con una sorta di pilota automatico. E si sa chi va solo con il pilota automatico, chi non riesce a elaborare una strategia in grado di adattarsi correttamente ai momenti dati non è, a nostro avviso, in grado di dirigere un’azienda complessa e complicata qual è quella ospedaliera casertana.

Eppure, stiamo attraversando una fase di emergenza epocale in cui proprio gli ospedali rappresentano i punti fondamentali per definire e per decidere della vita e della morte di centinaia, anzi di migliaia di persone occorrerebbe in questo momento muovere il meno possibile o meglio ancora occorrerebbe stabilizzare chi ha dalla sua parte un’esperienza tale che gli consente di fronteggiare le specifiche problematiche che ogni ospedale ha è in modo da non creare problemi nella continuità dell’offerta sanitaria. E invece, Gubitosa ha deciso di pescare dalla graduatoria del Pascale per quanto riguarda gli infermieri dalla graduatoria della ASL Napoli 2 per quanto riguarda gli operatori socio-sanitari e dunque facendo arrivare a Caserta delle unità che se tutto va bene impiegheranno un anno almeno per adattarsi e per comprendere bene le modalità di azione, perché nei primi 20 giorni al massimo riusciranno a rendersi conto di dove si trovano i reparti e quali siano i corridoi. Va da sé che in un momento in cui occorre la massima efficienza, la massima decisione e riducendo al il più possibile i tempi morti, il licenziamento di fatto da parte dell’azienda sanitaria gli altri 7 lavoratori di Manpower, non ha rappresentato certo una buonissima idea. Poi non si capisce o si capisce, fin troppo bene, perché il Gubitosa continui a produrre avvisi pubblici a raffica per tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, amministrativi insomma per tutte le altre figure professionali che operano all’interno dell’ospedale mentre si incaponisce a non muoversi con questo strumento veloce è utile soprattutto nel momento di emergenza che stiamo vivendo, per quanto riguarda infermieri e operatori socio-sanitari.

Una logica sanitaria non c’è, visto che si tratta di una strategia chiaramente perdente che non garantisce assolutamente il miglioramento dei livelli del servizio sanitario erogato, bensì li riduce, soprattutto durante la prima parte, dedicata all’ovvio adattamento di gente abituata a lavorare al Pascale con qualche ambulatorio dell’Asl Napoli 2. Allora se questa è una boiata da un punto di vista sanitario, ci deve essere per forza una motivazione di tipo diverso. E qui saltano fuori le solite magagne di questi sedicenti manager che non sono altro che bracci armati e lunghe mani della politica. È chiaro che una roba del genere può essere spiegata solo con l’intenzione di tenere bloccato tutto in vista di un concorso nel quale ovviamente dovrebbero trovare sfogo le tante promesse fatte in campagna elettorale da chi con De Luca è stato eletto, ma anche da chi con de Luca non è stato eletto, ma si è candidato, ha messo a disposizione i propri voti e ora chiede un ristoro diretto attraverso l’assunzione di qualche familiare, di qualche sua persona cara, ci mettiamo anche qualche amante, qualche compariello o commarella che non guasta mai, oppure indiretto attraverso l’assunzione di gente che in campagna elettorale ha portato voti ha portato voti e ha messo e ha messo a disposizione se stesso in cambio ovviamente di una promessa.