CASERTA. Carlo Marino dimentica che un suo credito da 9.500 euro con il comune è stato saldato. E non fa una bella figura con l’OSL

25 Novembre 2020 - 16:34

CASERTA – E figuriamoci se a Carlo Marino su una questione di soldo si poteva chiedere un atto di “eroismo” e generosità verso la sua città. Questa è una riflessione che riguarda la persona in quanto tal rispetto all’altra persona, che di nome fa sempre Carlo Marino, ma che coincide con la funzione di sindaco pro tempore di Caserta. Diciamo allora che Carlo Marino, pur essendo sindaco di Caserta, perché stiamo parlando del 2018, avendo la convinzione e riteniamo anche degli elementi documentali per rivendicare un credito vantato nei confronti del comune capoluogo, abbia accodato lo stesso ad una massa passiva frutto di un dissesto, che proprio lui ha formalmente attivato, proponendolo alla giunta, votandolo nella stessa e anche nel consiglio comunale che l’ha ufficialmente certificato.

Il credito in questione coinvolgeva Marino e il suo collega Vincenzo Iorio. Riguardava un incarico ricevuto da un dirigente dello stesso comune di Caserta (possiamo bene immaginare di chi si tratta) e per il quale i due avvocati hanno presentato fattura al comune nell’anno 2014, quando Marino svolgeva le funzioni di consigliere comunale di opposizione, dopo essere risultato candidato sindaco sconfitto nel 2011 dalla coalizione di centrodestra che riuscì a far passare Pio Del Gaudio già dal primo turno.

L’istanza, dal lavoro di circa 9.500 euro per entrambi i legali, non può essere accettata dall’Organismo straordinario di liquidazione poiché questi 19 mila e passa euro sono già finiti nelle tasche del dirigente, cioè tramite rimborso nella busta paga del mese di luglio nell’anno 2014. Ora, ci chiediamo, davvero un sindaco in carica, ex consigliere e fu assessore, non sapeva che questo dirigente aveva già ricevuto il rimborso delle spese legali e che, quindi, non poteva ricevere questi 9 mila euro? Se fosse così, Marino peccherebbe di molta superficialità.

Sarebbe stato quantomeno elegante (se non moralmente dovuto) da parte del primo cittadino di ritirare l’istanza, poi ritenuta inammissibile, visto che quella cifra era stata già assegnata dall’ente al dirigente comunale vincitore nella causa. Mica sarà che, forse, oltre che in guerra e in amore, anche per il soldo tutto è lecito?

LEGGI IL DOCUMENTO UFFICIALE