Mirabelli sfascia gli ultimi frammenti del Pd. Reitano di MADDALONI si dimette dall’Ato, divorzia da Graziano e lascia il partito. E Razzano…

25 Maggio 2018 - 18:15

Dopo aver letto le dichiarazioni del commissario provinciale del Pd Franco Mirabelli ho capito che io non c’entro più nulla con questo partito. Per questo motivo nelle prossime ore protocollerò le mie dimissioni da membro dell’assemblea dell’Ato Rifiuti dove ero stato eletto col Pd in quota al Comune di Carinaro”. Si presenta così Maurizio Reitano, dirigente storico del Pd provinciale e
membro del coordinamento di Città di Idee.

Abbiamo fatto un ricorso dopo la convocazione del congresso cittadino, denunciando, prove alla mano, di persone che avevano votato Andrea De Filippo alle ultime elezioni contro Peppe Razzano e che al congresso cittadino hanno votato persone che in quel giorno erano in gita. Quelle denunce sono finite nel dimenticatoio ed oggi devo sentire il commissario Mirabelli affermare che espellerà mio figlio Domenico dal partito perché si è candidato contro il Pd. Questo vuol dire che la storia tra la famiglia Reitano e il Pd è ufficialmente finita”.

 

IL COMUNICATO STAMPA DI RAZZANO

“La spaccatura del Pd a Maddaloni è nata sul congresso cittadino”. Interviene Peppe Razzano, ex candidato a Sindaco del Pd e attuale coordinatore del movimento Città di Idee. “Il Commissario Provinciale ha permesso che partecipasse al congresso, come candidato segretario (Alfonso Formato, nda), una persona che lui stesso ha inserito nell’elenco delle espulsioni, mai avvenute, dal Pd. Non solo: abbiamo presentato prove schiaccianti rispetto a persone che risultano nell’elenco dei votanti e che non hanno mai partecipato al voto del congresso farsa che ha visto l’elezione di Formato. Nonostante le sue assicurazioni, non si è mai avuta risposta. Ovviamente, noi siamo andati avanti con il nostro percorso trasparente e lineare. Il risultato dell’operato di Mirabelli e Formato è semplice: senza di me e gli amici che hanno condiviso il mio percorso non esiste più il centrosinistra e il Pd svolge un ruolo marginale nella competizione. Segnale evidente che mi sono inventato da solo la costruzione di una coalizione che ha riportato il Pd ad essere la prima forza in città e il centrosinistra essere maggioranza. Sfido il Pd a prendere più voti della mia lista civica Città di Idee: se dovesse succedere mi ritiro a vita privata, se succede il contrario si ritirassero loro. Mirabelli oggi parla ancora di espulsioni. Non ho capito se ci è o ci fa, a me sembra veramente che il “turista di successo” venga a prenderci per i fondelli. Mirabelli a più riprese ha dichiarato pubblicamente che a Maddaloni si dovessero fare delle espulsioni dal partito, è trascorso più di un anno e sto ancora aspettando. Per dirla alla Totò: Mirabelli ma ci faccia il piacere. Premesso che non può espellere nessuno perché il tesseramento 2017 non si è fatto in tante realtà come a Maddaloni, ma invece di occuparsi a dare segnali a qualche amichetto suo, perché non si è preoccupato di ristabilire un Pd compatto a Maddaloni. Ho ricevuto una telefonata di Mirabelli dopo sette mesi dove mi ha chiesto di fare Cortese candidato del centrosinistra. Se questo è un comportamento responsabile e politicamente accettabile, allora capire perché il Pd in Italia è in via di estinzione è molto semplice. Mirabelli è il commissario provinciale che ha concesso al Pd di Maddaloni di instaurare una trattativa per appoggiare De Filippo: devo aggiungere altro? Ora comunica che chi è candidato in liste contrapposte al Pd è automaticamente espulso. Faccia come meglio ritiene, cacciare fuori Reitano, Tontoli, Russo, Tagliafierro, Tenneriello, Benedetta Del Vecchio vuol dire che Mirabelli ha deciso che il Pd più che un partito deve diventare il circolo amatoriale. E il Pd locale che dice? Silente, sempre. Non ha mai proferito parola su De Filippo e la sua coalizione, non ha mai proferito parola su Calatia Libera che ha condiviso fino alla presentazione delle liste la stessa sede e ora ha i candidati in Maddaloni nel Cuore. Sinceramente, penso che il Pd provinciale prima e maddalonese poi ha bisogno di una lunga e profonda riflessione. Mirabelli deve dimettersi chiedere scusa ai casertani e tornare a casa sua per poi sperare sempre che il capobastone di turno lo salvi con un posto in Parlamento perché vive nel mondo dei sogni”.