I VOLONTARI DEL NUOVO VACCINO. Una roba tra amici per lo scrittore Carofiglio. Zero chiarezza e nessuna certezza all’ospedale di CASERTA

19 Marzo 2021 - 18:28

Non è che vogliamo ogni giorno mettere in croce Gaetano Gubitosa, “conterraneo mio” – scrive il direttore Gianluigi Guarino – di Montemiletto. Ma anche in circostanze che assumono rilievo di importanza nazionale, l’azienda ospedaliera locale si distingue per approssimazione, superficialità di azione. E allora non resta che ascoltare un amico vip, compulsato per la bisogna, del primario Maggi

CASERTA (l.v.r.) – Lo scrittore Gianrico Carofiglio sarà uno dei volontari del vaccino italiano ReiThera. Lo scrittore, ex parlamentare e magistrato, ha chiesto e ottenuto di partecipare alla sperimentazione. “È successo tutto per caso, qualche settimana fa, mentre parlavo con un mio vecchio amico fraterno, il professor Paolo Maggi“.

Maggi, docente universitario, è direttore dell’unità operativa di Malattie infettive dell’ospedale di Caserta ed è uno dei «principal investigator» della sperimentazione. “Mi ha spiegato – dice Carofiglio – che cercavano volontari e mi è sembrato naturale dirgli: eccomi. Lo è stato perché, in un periodo come questo, se parli, se ti esponi, in un mondo che vive di parole, arrivano dei momenti in cui devi dimostrare di credere in quello che dici“.

Lo ha detto a La Repubblica e lo ha confermato da Lilli Gruber a Otto e Mezzo. E ci fa piacere che un uomo di cultura, un intellettuale impegnato come è Carofiglio abbia voluto partecipare attivamente alla costruzione del vaccino made in Italy. Il problema, però, è che come spesso accade c’è una grave carenza di trasparenza nelle procedure messe in campo dall’Ospedale di Caserta, guidato dal direttore generale Gaetano Gubitosa. Questo perché se il nosocomio del capoluogo aveva bisogno di volontari pronti a farsi inoculare le dosi del vaccino ReiThera forse non era il caso di chiamare “un vecchio amico fraterno” del responsabile della Fase due e della Fase tre dei vaccini, ma piuttosto dare la possibilità a tutti coloro che sentivano lo stesso afflato di Carofiglio di lanciarsi in questa opportunità. Anche perché lo stesso Maggi, intervistato dai colleghi della carta stampata, riteneva “utile che la cittadinanza sapesse” di questo progetto vaccinale che avrebbe coinvolto una novantina di persone. Ma da quel 22 febbraio, giorno dell’intervista, l’Ospedale di Caserta non ha rilasciato un solo foglio, un solo post, un solo link in cui si pubblicizzasse la possibilità di essere chiamati a testare il vaccino Reithera. In un articolo del 6 marzo, poi, dall’ospedale di Caserta Maggi spiegava come fossero arrivate “già 50 richieste“, senza però mai, sia nella precedente intervista, sia nel pezzo di 13 giorni fa, dare indicazioni su come fosse possibile presentare la domanda.

Volendo essere venali, essendoci anche dei soldi in ballo, questa possibilità si sarebbe potuta attribuire a persone meno abbienti, a cittadini più in difficoltà, che avrebbero potuto partecipare alla campagna vaccinale, ricevendo l’immunizzazione dal covid o il placebo, in cambio ricevendo un piccolo gruzzolo, si tratta di una cifra che gira attorno ai 3 mila euro a ogni paziente che concluderà il ciclo di sette visite, che in un momento di crisi economica come questo tanto male non fanno.

E invece non è andata esattamente così. Se ospedali come quelli di Palermo, Avellino e Latina hanno pubblicizzato la campagna di ricerca volontari per il vaccino Reithera attraverso giornali e siti d’informazione, lasciando anche i recapiti per essere contattati, l’Ospedale di Caserta è sembrato molto restio a fare lo stesso. Nessun articolo sul sito, nessun post su Facebook, nessun bando pubblicato per reclutare volontari, ma nel frattempo Maggi chiedeva aiuto all’amico fraterno Carofiglio. Ancora una volta, al nosocomio del capoluogo di Terra di Lavoro, quando c’è stata la possibilità di scegliere una strada linda, trasparente oppure lasciare spazio a recriminazioni e giuste critiche sul metodo di gestione delle attività sanitarie, si è optato per la seconda strada.

E allora dev’essere inevitabilmente perdonato il peccato, legato al retro pensiero, all’invidia di chi si ritrova fuori la porta della stanza dove ci saranno le dosi di Reithera e che invece avrebbe voluto far parte del team dei tester delle dosi, di arrivare a immaginare che per essere scelti come volontari nella campagna di vaccinazione più importante dell’ultimo secolo sia più importante essere amici con il dottore responsabile al Sant’Anna e San Sebastiano della fase due-tre di Reithera, invece che controllare il sito e cercare di informarsi tramite i canali dell’ospedale del di Caserta.