Lo scempio del muro borbonico abbattuto alla Vaccheria, l’obiettivo del parcheggio e la mossa di Italia Nostra

27 Luglio 2021 - 18:08

 

 

 

 

La pianta della tenuta di San Leucio, redatta da Domenico Rossi nel primo decennio del 1800. Il muro di recinzione la delimita esternamente

Dopo che Casertace ha sollevato il caso, grazie alle molteplici segnalazioni dei cittadini residenti in zona, è stata la prestigiosa associazione di tutela dei beni storici, architettonici, archeologici e ambientali a chiedere conto dei fatti al Comune e alla Soprintendenza

 

 

 

CASERTA (pasman)– La vicenda degli inaspettati ed impensabili lavori alla Vaccheria

di cui abbiamo scritto martedì scorso (CLIKKA E LEGGI), per la realizzazione di un parcheggio mediante l’abbattimento di un muro che si vuole borbonico o comunque elemento di testimonianza storica ed un corposo sbancamento della falda collinare del sito Unesco di San Leucio, fa registrare una novità particolarmente rilevante. E sullo specifico punto preme evidenziare che il tratto demolito è parte del muro che si dirama per l’intera lunghezza dall’ingresso della colonia di San Leucio e che delimita anche con funzione di contrafforte tutto il sito reale da quel versante. Diroccarlo e rimuoverlo come si sta facendo e come a questo punto potrebbe avvenire, a pari presunto titolo, in altri punti significa e significherebbe stravolgerne lo scenario.

Orbene, la novità significativa è che  la sezione di Caserta “Antonella Franzese di Italia Nostra ha segnalato i fatti, con la lettera che pubblichiamo integralmente, al Segretariato regionale per la Campania ed alla Soprintendenza di Caserta per le belle arti, in quanto organi territoriali di vigilanza del ministero dei beni culturali, ed al sindaco di Caserta in quanto autorità urbanistica, perché sia verificata “la coerenza”…”dell’intervento ”…con le norme di tutela che insistono nella frazione Vaccheria di San Leucio”, anche in relazione alla vulnerabilità idrogeologica di quel territorio.

Alla missiva sono state allegate due foto del cantiere allestito ed una tavola grafica dei luoghi, tratta dal “…Piano paesistico del febbraio 2000, ambito 1, area di San Leucio, Casertavecchia, Viale Carlo III”, che sottolinea la valenza storica e paesaggistica dell’area.

Il cartello di cantiere che, per quanto dovrebbe assolvere agli obblighi di pubblicità dei lavori, lascia intendere ben poco di quello che si realizzerà, anche perché all’albo pretorio comunale gli atti autorizzatori richiamati non si rintracciano

Il frontespizio della delibera di giunta comunale n.107 del 1° giugno 2021

I lettori sanno come è nato il caso, il quale ci è stato segnalato da alcuni residenti sconcertati da un intervento di tale natura e portata in una zona storico-architettonica così rilevante e per realizzare solo un comune parcheggio, benché questo si prospetti particolarmente remunerativo, in quanto, secondo ciò che risulta dai documenti in nostro possesso, dovrebbe essere destinato agli autobus turistici. Ce ne siamo occupati subito, facendo anche un passo avanti rispetto a quello che istituzionalmente Italia Nostra può scrivere in questo momento dovendo procedere per step, prima di chiamare eventualmente in causa la responsabilità della Soprintendenza. Per cui, delle due l’una: o la Soprintendenza ha dato un parere dopo che un suo funzionario si è ribaltato dal letto al risveglio battendo pesantemente la testa, oppure la Soprintendenza questo placet non l’ha dato, nonostante questo compaia, badate bene, quale elemento costitutivo e fondamentale del permesso a costruire che il Comune ha dato al proprietario per la costruzione di una strada di accesso al citato parcheggio. Secondo quello che c’è scritto nel cartello del cantiere che riproduce, sostanzialmente, i contenuti del permesso a costruire, la Soprintendenza ha dato il via libera e noi quel cartello, seppur venuto fuori con qualche ora di ritardo rispetto al momento in cui il caso è esploso, l’abbiamo letto e l’abbiamo anche fotografato.

Uno degli argomenti utilizzati dal legittimo proprietario di quel terreno, un imprenditore commerciale del settore della gastronomia, riporta alla delibera di giunta comunale n. 107 dello scorso 1° giugno, favoritaci con grande cortesia da Pasquale Napoletano che, da avvocato, rappresenta gli interessi della proprietà, che ha ad oggetto l’Adozione relitto stradale sito sulla strada comunale S.Leucio/VaccheriaSS.87 Sannitica,  ma, sicuramente per nostri limiti, non riusciamo a capire cosa mai c’entri in via diretta. Una formula un po’ criptica, dato che non si capisce bene quale sia la connessione tra l’adozione di un’area di cui evidentemente si vuole tutelare il pregio storico-ambientale, con i lavori di scavo finalizzati a costruire una strada evidentemente in asfalto che possa servire a raggiungere il parcheggio.

Non può stupire che accadano cose del genere in una realtà in cui non ci si fa scrupolo di progettare la costruzione di una struttura ad altissimo impatto ambientale, quale è un biodigestore, a poche centinaia di metri da Palazzo Reale.

Il grafico del parcheggio per autobus

Agendo per quel diritto-dovere di cronaca che il nostro giornale cerca di assolvere quotidianamente con dignità e correttezza, nei limiti, ovviamente, dei nostri mezzi e con la consueta difficoltà di accedere agli atti ed alla documentazione relativi, nessuno dei quali, in questo come in altri casi, è reperibile all’albo pretorio, per quanto esso dovrebbe rendere pubblico tutto ciò che avviene e si decide in città, specie in una materia sensibile come l’urbanistica.

Non può che confortarci, dunque, la posizione assunta dalla sezione casertana di Italia Nostra. Per inciso, un atto di testimonianza che segue tanti altri, declinatisi negli anni in denunce circostanziate su evidenti scempi urbanistici consumatisi nel centro storico come nelle periferie: dal parcheggio interrato di via San Carlo a quello che si è autodefinito “Centro sportivo balneare” (CLIKKA E LEGGI); dalla Locanda della posta di piazza Vanvitelli agli edifici di via S. Antida. Per non parlare poi del Macrico. E che si occupi anche di questa faccenda con la sensibilità, l’autorevolezza e la competenza tecnica che le sono proprie. Ci fa sentire meno soli ed in buona, anzi ottima, compagnia.

La lettera di Italia Nostra, a firma della presidente Maria Rosaria Iacono