AVERSA. Bravo sindaco Golia, metodo tipo suo suocero Emilio Chianese: scaduto il contratto per la mensa e della gara nemmeno l’ombra. Turco e Sagliocco contenti

3 Agosto 2021 - 20:07

L’altro fronte caldo, quello degli affidamenti sotto soglia per l’Edilizia scolastica, non è ancora decollato perché al 3 agosto non è stato approvato il bilancio di previsione. Ma Giovanni Innocenti e Francesco Benadusi…

 

 

AVERSA (gianluigi guarino) Quando si insediò la nuova giunta comunale, quella del ribaltone, quella dei consiglieri eletti nel centrodestra, andati in soccorso di un sindaco almeno nominalmente del Pd, scrivemmo diversi articoli. Due in particolare, li riteniamo importanti, per il loro contenuto, per il loro portato di realistica modalità di gestione del potere. Naturalmente, quando utilizziamo la parola “realistica”, lo facciamo in chiave ironica e retorica, con un linguaggio figurato o, come dicono quelli che parlano bene, traslato.

Per farla breve gli articoli in questione riguardavano due neo assessori, entrambi ribaltonisti. Prima di tutto ci occupammo di Giovanni Innocenti, un vero e proprio virtuoso del trasformismo, visto che nella precedente consiliatura fece il ribaltone passando dal centrosinistra, con cui si era candidato, al centrodestra rappresentato dall’allora sindaco Enrico De Cristofaro, mentre in questa, “per non far pigliare collera a nessuno”, è passato dal centrodestra in cui è stato eletto avendo partecipato alle elezioni nella lista di Forza Italia a sostegno della candidatura a sindaco di Peppe Stabile, al centrosinistra, spinto da Giovanni

Zannini il quale, dopo avergli fatto avere un incarico di staff al Consorzio idrico, si avvia a chiudere il cerchio con la sua assunzione a tempo indeterminato, leggi posto fisso.

Per esser più precisi Innocenti non è passato con il centrosinistra ma con un naufrago del centrosinistra considerato che, al momento, Alfonso Golia non ha alcuna possibilità di essere di nuovo candidato con le insegne del Pd, ripetendo, dunque, l’esperienza di due anni fa.

Dopo aver introdotto i temi “autorevolissimi” cha accompagnarono l’ingresso in giunta di Innocenti, passammo ad esaminare il caso di Francesco Sagliocco anche lui eletto due anni fa nel centrodestra, precisamente nell’altra metà che con la spinta ufficiale della Lega, andò a sostenere la candidatura a sindaco di Gianluca Golia e anche lui “ribaltato” col centrosinistra dei naufraghi ovviamente per ottenere la poltrona di assessore.

Scrivendo di Innocenti, partimmo proprio dalle vicende relative al primo ribaltone, quello pro De Cristofaro. In quell’occasione, non entrò in giunta dato che probabilmente non si fidava molto del sindaco in carica. Utilizzò, per la bisogna, la sua amica Ornella Giannino dopo un breve periodo in cui la poltrona era stata occupata da un tal Emilio Caterino, originario di Casal di Principe, ovviamente anche lui amico di Innocenti che però lo dovette accantonare per la necessità sopravvenuta di perequare le quote rosa all’interno dell’esecutivo. Sulla delega, invece, non volle sentire ragioni: l’Edilizia scolastica. Capimmo subito il perché nel momento in cui apprendemmo dall’albo pretorio che una vera e propria gragnuola di determine, di affidamenti diretti sotto soglia o per somma urgenza si era abbattuta sull’Ufficio tecnico in cui furoreggiava il funzionario al tempo simpatizzante di De Cristofaro visto e considerato che sua figlia aveva fatto parte dello staff elettorale dell’architetto.

Quando Innocenti arrivò in giunta, dalla stessa era già uscita Federica Turco, che era stata vicesindaco e assessore alla Pubblica istruzione prima di rompere con De Cristofaro anche a causa di quella che gli amici dell’architetto definirono un’assillante sequenza di richieste provenienti da lei, che parlava, come del resto continua anche oggi a fare, a nome e per conto di Luciano Sagliocco. Chi di quella giunta, ci riferiamo alla prima di De Cristofaro, ha fatto parte ricorda ancora oggi la tensione che la Turco mostrava emozionandosi per le prospettive che l’impresa “Mediterranea srl” avrebbe potuto avere nella gara per l’aggiudicazione del servizio di mensa scolastica nelle scuole della città. Una tensione e una speranza che ebbero felice riscontro visto e considerato che grazie al requisito, a dir poco discutibile, della prossimità materiale, topografica alle scuole da servire della sede in cui i pasti si sarebbero dovuti preparare, la Mediterranea srl vinse a mani basse, rimanendo in pratica da sola o quasi a poter utilizzare questo requisito che tagliò fuori tutti gli altri concorrenti.

Qualche mese fa, all’insediamento della nuova giunta di Alfonso Golia scrivemmo che saremmo stati molto rigidi su entrambi questi fronti. Oggi è il caso di iniziare, visto e considerato che lo scorso 30 giugno è scaduto il contratto tra il Comune e la Mediterranea srl, stimatissima la Luciano Sagliocco e auspicatissima da Federica Turco. E’ trascorso più di un mese, precisamente 34 giorni oggi compreso. Ebbene non c’è un solo atto preliminare che segnali l’attivazione, da parte dell’amministrazione comunale, della procedura per una nuova gara. Siccome il contratto è scaduto e siccome nulla è stato fatto per ricostruire il servizio di fornitura per la mensa scolastica, vuol dire che questa non sarà attivata a settembre. Ciò si potrebbe affermare senz’altro in un luogo in cui la politica e i processi amministrativi ad essa sottesi, si sviluppassero in maniera trasparente, alimentati dal presupposto che l’unico obiettivo da perseguire sia quello di fare il bene dei cittadini, pubblicando dunque un bando di equità in cui veramente vada a vincere l’impresa che mette insieme due necessità: una ottima qualità del prodotto fornito coniugata ad un prezzo congruo. Ma al Comune le cose non funzionano in questa maniera, altrimenti non avrebbero messo insieme uno dei ribaltoni più rozzi della storia della politica italiana. Ma nel Comune di Aversa le cose funzionano diversamente. Molto diversamente e ciò perché in atto un tradimento sotto gli occhi di tutti quelli che hanno ascoltato l’allora candidato sindaco Alfonso Golia, durante la campagna elettorale del 2019 e che anche per quei discorsi, per quegli impegni lo hanno votato.

Se il medesimo avesse dimostrato di valere un centesimo di quello che ha detto di essere durante la campagna elettorale e non avesse tradito tutto quello che promise, il bando per la gara della mensa sarebbe già stato pubblicato. Anzi, sarebbe stato pubblicato prima della scadenza del 30 giugno. Invece, quelle della campagna elettorale erano solo parole di furbizia, di scaltrezza, che nascondevano la natura politico-antropologica di Alfonso Golia e che a pensarci oggi, a posteriori, evocano la mentalità del suo illuminatissimo suocero Emilio Chianese, con cui convive e che già è stato arrestato una volta con accuse non certo leggere, che solo la capacità dei suoi avvocati ha consentito di neutralizzare in sede di tribunale del riesame. Se Golia fosse un centesimo di quello che ha detto di essere due anni fa, non avrebbe alcun dubbio sulla necessità di evitare il ricorso eventuale alla vergognosa pratica della proroga. E, invece, stando così le cose, il percorso si va orientando proprio in quella direzione. Cominceremo, dunque, a leggere delle determine che noi definiamo ormai comunemente ai frutti di bosco. “Nelle more della realizzazione, dell’effetuazione della gara ecc…”.  Quante volte lo leggeremo nella cosiddetta narrativa di una determina di proroga a tre mesi o a sei mesi? Siccome la raccolta delle more non è la cosa più semplice del mondo perché se si rovista tra i rovi ci si può anche fare male, vedrete che, fatta la prima proroga, subentrerà un frutto più sistemato, più ortodosso: la ciliegia che, come si sa, una tira l’altra. Diranno così: che facciamo, cambiamo ditta infliggendo agli alunni, agli studenti questo choc alimentare? No, Mediterranea srl continuerà, quindi, a incassare tranquillamente soldi pur non  avendo a disposizione uno straccio di  titolo che solo l’aggiudicazione di una gara d’appalto può determinare. Per cui, a settembre, comincerà l’altro turpe mercato, quella sorta di guerra dei poveri, cialtrona, accattona in cui la politica andrà ad incasellare i nomi delle cosiddette scodellatrici, che l’impresa esercente dovrà necessariamente assumere.

Questo è il livello della politica aversana in una città finita veramente in una sorta di “Cloaca massima” dove è precipitata in quanto cascame della peggiore politica e della più turpe prassi di governo e non come artefice della sua edificazione, dato che la Roma dei Re, quella del 680 o 650 avanti Cristo era molto più evoluta di come lo sia oggi Aversa, visto che l’Etrusco Tarquinio Prisco che la Cloaca maxima introdusse  e fece edificare avrebbe dato punti e battuto per distacco, l’inesistente Alfonso Golia. Questo per ciò che concerne la questione-mensa.

Per quanto riguarda invece il fronte di Giovanni Innocenti questo è ancora fermo per un solo motivo: Aversa è riuscita a battere ancora una volta il record del bilancio più in ritardo fra tutti i 104 comuni della provincia. La data del 31 luglio già di per sé frutto di una “proroga della proroga” da parte del governo, è trascorsa da quasi 72 ore. In attesa che lor signori della Prefettura si degnino di spedire la diffida come atto assolutamente dovuto e obbligatorio possiamo ipotizzare che il bilancio sarò approvato a ridosso del 20 agosto. Ora, la gestione finanziaria viene effettuata in dodicesimi. Si tratta di un esercizio provvisorio che non consente di spendere più di tanto. Nel bilancio in approvazione, invece, ci sarà un capitolo sull’Edilizia scolastica e allora potremo veder la premiata ditta Giovanna Innocenti più funzionario di settore, collaudatissima fin dai tempi di Enrico De Cristofaro, cosa comincerà a produrre sotto alle fatidiche soglie economiche entro le quali un dirigente, sostanzialmente, al di là della barzelletta delle chiamate di 4-5 ditte di fiducia, può fare praticamente quello che gli pare.

Alla prossima.