ESCLUSIVA. Decisione storica: il giudice penale della prevenzione sospende l’interdittiva antimafia alla Dhi. Cosa succederà adesso
12 Giugno 2018 - 13:23
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Un atto giudiziario importante e coraggioso. Sicuramente una “prima volta” in assoluto per la Campania.
La sezione Misure di Prevenzione ha depositato, infatti, un atto in cui accoglie l’istanza presentata dall’avvocato Dezio Ferraro, che ha rappresentato e rappresenta gli interessi della Dhi, società del settore della raccolta rifiuti, allo scopo di applicare il dettato di una nuova norma entrata dall’ottobre scorso nel Codice Antimafia e che, a nostro avviso giustamente, equamente, distingue forme più gravi di penetrazione criminale nelle aziende che partecipano ad appalti pubblici e forme meno gravi, meno invasive.
Il giudice Massimo Urbano, che presiede la sezione, ha riconosciuto l’esistenza delle condizioni affinchè questa norma potesse essere applicata.
Oddio, Dhi non si deve entusiasmare troppo: l’interdittiva antimafia viene sospesa dal giudice penale per effetto della citata norma e per effetto del ricorso al Tar presentato, condizione necessaria e irrinunciabile per poter formulare questo tipo di istanza.
L’interdittiva antimafia non viene annullata, ma sospesa. E non si tratta solamente di una differenza di ordine lessicale. Esiste la sostanza di una procedura che, se da un lato permetterà alla Dhi, attraverso la riabilitazione del suo attuale amministratore, di ricominciare la sua attività al 100% e senza alcuna limitazione, rispondendo ai bandi di gara fatti dai Comuni e da altri enti pubblici, è anche vero che l’amministratore esplicherà i suoi pieni poteri sotto una speciale tutela, esercitata da un amministratore giudiziario e dal giudice stesso.
In questo caso, però, l’amministratore giudiziario svolgerà solamente una funzione di mero controllo e non potrà entrare nel merito delle decisioni aziendali. E’ chiaro che, se l’amministratore e il giudice dovessero riscontrare la continuazione di un andazzo poco chiaro rispetto a infiltrazioni malavitose nell’attività imprenditoriale, interverranno.
Ma non attraverso (e questa è un’altra novità importante) un provvedimento di ripristino dell’interdittiva antimafia, ma passando direttamente alla confisca definitiva e all’acclusione ai beni dello Stato dell’impresa che ha tradito l’apertura di credito che il tribunale le ha fatto.