MONNEZZA E CAMORRA. La commercialista Caterina De Rosa ha rinunciato alla carica di amministratore giudiziario nelle imprese sequestrate a Carlo Savoia. Brava, applausi, così si fa

31 Marzo 2022 - 19:30

Una volta tanto arriva una buona notizia sul fronte di una interpretazione seria e trasparente di delicate funzioni amministrative. Nei giorni scorsi eravamo intervenuti più volte sull’argomento, criticando la professionista di Casapulla. Ora, allo stesso modo e per effetto dello stesso approccio, le riconosciamo il merito di questa decisione. Peraltro, da componente del Cda di Gisec, avrebbe comunque avuto a che fare con gli imprenditori Fontana-Ucciero, soci, all’interno del Consorzio Cite, di quella Xeco di cui era stata nominata amministratrice giudiziaria

 

CASERTA – (g.g.) Ci giunge notizia che Caterina De Rosa, dottore commercialista di Casapulla e componente del consiglio di amministrazione della Gisec, cioè della società del cui capitale è titolare l’amministrazione provinciale di Caserta, ha rinunciato all’incarico, ricevuto dal tribunale di Napoli, che l’aveva nominata amministratore giudiziario delle due imprese, una direttamente partecipata da

Carlo Savoia che, per la nota inchiesta della Dda, si trova ancora agli arresti domiciliari, la seconda ascrivibile, riferibile comunque al medesimo.

Le due società, rispettivamente la Xeco srl e la Esi, sono state sequestrate sempre su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Nei giorni scorsi, questo giornale aveva sollevato la questione del mastodontico conflitto di interessi e, concedetecelo, ci prendiamo una licenza valutativa, dell’ugualmente visibile conflitto di attribuzioni tra la carica ricoperta da Caterina De Rosa nella Gisec, società che gestisce tutti gli impianti di trattamento dei rifiuti esistenti in provincia di Caserta e la carica di amministratore giudiziario di due società che per anni sono state molto attive nello stesso settore.

Così come abbiamo criticato Caterina De Rosa nel momento in cui abbiamo appreso della sua nomina, oggi dobbiamo riconoscere la sua sensibilità, la sua lungimiranza e anche, perchè no, un’attitudine che non può che farle bene oggi e in futuro, di prendere molto sul serio gli articoli di CasertaCe e le tesi in questi esposte.

Riconosciuto alla De Rosa ciò che era giusto riconoscerle, aggiungiamo un ultimo elemento che, a nostro avviso, avrebbe costituito un fatto ancor più grave rispetto a quello fino ad ora esposto nei nostri articoli, dato che il problema di tipo ambientale, settoriale, relativo cioè a due cariche ricoperte nella stessa area di produzione di servizi, dove spesso si registrano cointeressenze insospettabili e acrobatiche, sarebbe stato affiancato da un fatto oggettivo e oggettivamente rilevabile: chi, come noi, ha lavorato tanto su questi argomenti, sa bene, essendosene occupato in più articoli giornalistici, anche nel format dell’inchiesta, che l’ormai famoso e famigerato consorzio Cite, per intenderci quello che avrebbe dovuto aggiudicarsi definitivamente l’appalto per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti solidi urbani nella città di Aversa, aveva o ha ancora, non sappiamo se ancora in vita o è stato messo in liquidazione, tre gambe.

La prima, quella salernitana, rappresentata da Carmine Gallo, imprenditore molto noto nello specifico settore di rifiuti nella città e nella provincia del governatore Vincenzo De Luca, quella di Carlo Savoia, direttamente presente nel consorzio Cite con la Xeco srl cioè una delle due imprese sequestrate nei giorni scorsi e di cui dunque Caterina De Rosa avrebbe dovuto essere l’amministratore giudiziario e altre imprese riconducibili ai vari Fontana, Ucciero, cioè quegli imprenditori attivi nell’attività di trasporto dei rifiuti, che più di un appalto bandito da Gisec srl, in passato, si sono aggiudicati, per importi che messi insieme hanno largamente varcato diverse milionate di euro.

Ora, se è vero che la De Rosa è arrivata da poco tempo alla Gisec e probabilmente non è stata in carica in fase di aggiudicazione di ulteriori gare o di ulteriori affidamenti a queste imprese, è anche vero che i rapporti in essere tra Fontana, Ucciero e la Gisec, di cui oggi Caterina De Rosa è componente di un Cda, peraltro formato da sole tre persone, creano indubbiamente delle potenziali, ma anche effettuali relazioni funzionali tra fornitori di servizi erogati ad un ente pubblico, per effetto di appalti aggiudicati, e organismo amministrativo che su queste procedure, al di là di quelli che sono i poteri che la Bassanini dà ai dirigenti, ha la possibilità di intervenire e di interagire.

Ma siccome, lodevolmente, Caterina De Rosa ha rinunciato all’incarico di amministratore giudiziario, le facciamo un applauso e non ci pensiamo più.