Inquinamento, Caserta maglia nera in Campania

15 Febbraio 2018 - 14:48

Da Legambiente arriva un nuovo allarme per il territorio casertano, che conquista il primato del livello di inquinamento ambientale in regione: ma la colpa non è solo delle auto.

Non siamo ai livelli della Pianura Padana, ma la situazione è tutt’altro che tranquillizzante: guardando il report “Mal’aria 2018” realizzato da Legambiente e presentato alla vigilia del vertice di Bruxelles sulla qualità dell’aria, la provincia di Caserta guadagna una triste maglia nera sul fronte dell’inquinamento atmosferico.

Inquinamento a Caserta

Per la precisione, la nostra città ha superato per ben 53 volte nel corso del 2017 il limite giornaliero di 50 microgrammi al metrocubo di pm10, ovvero di “polveri sottili” rilevate dalla centralina De Amicis, valore più alto dell’intera Campania; per fare un paragone, le centraline di Avellino (Alighieri) e Napoli (Ferrovia) si sono fermate rispettivamente a 49 e 43 sforamenti.

Triste primato

Come si legge nel rapporto della nota associazione ambientalista, non è la prima volta che Caserta finisce “dietro la lavagna” per questi superamenti fuorilegge, anzi è la seconda volta negli ultimi tre anni che la nostra città rientra nella speciale classifica di Legambiente “Pm10

ti tengo d’occhio“, in compagnia di altre 30 città di tutta Italia. I valori riscontrati al Nord, infatti, sono nettamente superiori di quelli meridionali: per la precisione, la città più inquinata risulta Torino (stazione Grassi), che guida la classifica con il record negativo di 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico illegali, peggio di Cremona (Fatebenefratelli) con 105 e Alessandria (D’Annunzio) con 103.

Cattiva qualità dell’aria

La situazione è comunque molto critica, e il direttore generale Legambiente Stefano Ciafani chiede che siano messi “in atto interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che locale”, anche perché “gli accordi sottoscritti fino ad ora tra Ministero, Regioni, Comuni per affrontare la cattiva qualità dell’aria sono serviti a poco o nulla”. C’è poi un fattore da non trascurare: rispetto al passato, non sono solo le auto che inquinano, e questo è un elemento ancora poco “comunicato”.

Il problema non sono solo le auto

Oggi infatti, e le indagini dell’Arpa Lombardia lo confermano, il livello di PM10 generato dai motori auto è diminuito sensibilmente, al punto che i sistemi attuali di analisi delle emissioni quasi non riescono a distinguere quanto prodotto da una vettura euro6 e quello che invece è lo scarico di un’auto elettrica. Questo significa, dunque, che se l’inquinamento è ancora alto dipende soprattutto da altre componenti, a cominciare dall’usura dei freni e dal consumo degli pneumatici dei veicoli.

Attenzione anche alle gomme

È insomma qui che bisogna intervenire, e per fortuna le soluzioni per gli automobilisti non mancano, soprattutto sul versante della scelta delle gomme; come si può vedere anche nelle schede tecniche del portale EuroimportPneumatici, il rivenditore online più fornito d’Italia, la voce della “resistenza al rotolamento” è sempre presente nelle indicazioni delle case produttrici, oltre che nei test delle riviste indipendenti. Per averne una conferma pratica basta leggere i risultati della comparativa sugli pneumatici m+s, ovvero le gomme invernali, realizzata da AutoBild.

Valutare la resistenza al rotolamento

La nota rivista tedesca dedicata alle quattro ruote incorona il Nokian WR A4 come gomma che offre il valore più basso di resistenza al rotolamento, fattore che influisce direttamente sulla riduzione dei consumi di carburante (e quindi, di conseguenza, anche sull’inquinamento); il prodotto finlandese batte di poco il Continental WinterContact TS 850 P, che comunque è risultato il vincitore della comparativa.