“Custode” delle armi del clan dei casalesi condannato
2 Luglio 2022 - 09:52
SAN MARCELLINO – La condanna a carico di Marco Testa di San Marcellino è stata confermata dalla Corte di Cassazione. L’uomo aveva presentato ricorso contro la custodia cautelare in carcere in quanto indiziato di detenzione illegale di arma comune da sparo, detenzione di arma clandestina e ricettazione, con l’aggravante della connessione al clan. L’inchiesta che lo aveva coinvolto riguardava Oreste Reccia, il quale aveva fatto affidamento per la disponibilità di armi a Luigi Annibale, del quale risultava collaboratore Marco Testa. Quest’ultimo, come evidenziato dal giudice aveva la disponibilità delle chiavi del garage (nel quale erano custodite le armi) pertinente alla sua abitazione insieme al padre Remiglio, dunque era costantemente impegnato nella custodia di quegli oggetti di provenienza illecita: una pistola, 19 munizioni e due caricatori.