CONCORSI ALLA PROVINCIA. UN VERO CIRCO. Domani 13 ottobre iniziano gli orali del concorso più “scabroso”: quello con il nipote diretto di Giorgio Magliocca e con l’intera famiglia-fan club

12 Ottobre 2022 - 13:15

Noi non siamo affatto dei moralisti, ma c’è un limite a tutto, anche al sistema delle raccomandazioni, della lottizzazione politica, delle derive familiar-familistiche

Mancano poche ore dalla prima prova orale, che si dividerà in tre diversi momenti tra domani, mattina e pomeriggio, e la mattina del 14 ottobre. Di questa vicenda ci siamo occupati nei giorni scorsi con un articolo che vi riproponiamo

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Siccome ormai abbiamo lo stomaco in cemento armato e dunque non abbiamo più la necessità di evitare, somministrandoci e somministrando massicce dosi di indignazione e di riprovazione, che per anni hanno costituito il nostro Plasil, gli effetti delle ripetute nausee, generate da quello che leggiamo e che siamo costretti a raccontare giorno per giorno intorno alle decisioni, intorno alle azioni, sviluppate dal livello politico e da quello burocratico degli enti locali principali e di quelli strumentali, attivi h24 nel nostro territorio, come ricottificio in servizio permanente ed effettivo.

Questa vicenda che andiamo a raccontare determinerebbe, in qualsiasi posto d’Italia, comprese le altre regioni meridionali, una rivolta anche da parte di chi non si sente e non è un santerellino o una santerellina. Qui da noi, il regime dell’impunità di cui godono da anni i politici e i burocrati che gestiscono, dagli uffici degli enti pubblici, centinaia e centinaia di milioni di euro, renderà, purtroppo anche questo racconto come tanti altri da noi pubblicati in tanti anni, un fatto normale, da liquidare magari con un’alzata di spalle.

Del concorso, uno dei tanti banditi dall’amministrazione provinciale di Caserta, per 4 posti categoria C, istruttore amministrativo, abbiamo già scritto in più di una circostanza. E’ successo quando un paio di componenti della commissione giudicatrice si sono dimessi, lasciando il proprio incarico che non è mai una cosa molto rassicurante, quando si parla di concorsi pubblici.

Questi fatti ci hanno indotti ad approfondire ulteriormente quello che sta succedendo dentro e attorno a questo concorso. Dopo essere stato bandito nel luglio del 2021 con i termini aperti, ovviamente, nel mese di agosto dello stesso anno, cioè quando il livello di attenzione e quindi di stimolo alla partecipazione era attutito dalle giornate vacanziere, il concorso ha vissuto la fase delle preselezioni, operate dalla famosa società con sede a Reggio Calabria di cui pure molto abbiamo scritto nel corso dei mesi per l’inafferrabilità dell’identificazione della sua governance.

Senza dilungarci più di tanto, siamo arrivati al momento decisivo, cioè agli orali. Il mezzo terremoto, causato dalle rinunce di due componenti della commissione, ha prodotto il rinvio delle sedute di concorso, inzialmente fissate per il 13 e 14 settembre scorsi, al 13 e 14 ottobre, dunque, a giovedì e a venerdì della prossima settimana. Partiamo da quella che può apparire una dimenticanza, una distrazione. Il calendario prevede tre sedute, la prima a partire dalle 9 del mattino del 13 ottobre, la seconda a partire dalle 15 del pomeriggio dello stesso giorno e la terza ed ultima a partire dalle 15 del 14 ottobre.

La prima seduta del 13 mattina, per effetto del sorteggio della lettera G, inizierà da Amalia Galasso e terminerà con l’esame di Angelo Pio Palazzo; la seduta pomeridiana inizierà da Cristina Palmieri e terminerà con Alessandro Verdicchio. Infine l’unica seduta di venerdì 14 ottobre, partirà alle ore 15 da Pasquale Verdone e terminerà con Lucia Feola.

Abbiamo consultato anche il calendario, poi abortito per i motivi di cui sopra, delle sedute fissate inizialmente per il 13 e 14 settembre. La consonante sorteggiata già allora e confermata ora è sempre la G. Prima seduta, da Amalia Galasso a Angelo Pio Palazzo cioè identica a quella che si svolgerà di mattina, il 13 ottobre prossimo. Successivamente il 13 settembre pomeriggio l’elenco prevedeva l’esordio con l’esame di Cristina Palmieri fino ad arrivare ad Alessandro Verdicchio. Anche in questo caso, come in quello del primo cluster, un elenco di nomi perfettamente sovrapponibili a quelli della seduta pomeridiana fissata per il prossimo 13 ottobre.

Veniamo alla seduta, come già detto abortita, del 14 settembre: il primo esaminato sarebbe dovuto essere Pasquale Verdone, cioè la stessa persona che inauguerà la seduta del 14 ottobre, a partire dalle 15. L’ultimo nome esaminato sarebbe stato quello di Giulia Femiano, destinata dunque a rimanere sola soletta, lei e i commissari d’esame.

Azz: un mese fa si chiudeva con la Femiano, il 14 ottobre si chiuderà con Lucia Feola. Diciamo che si tratta di un errore effettuato da chi ha stilato l’elenco dell’esame orale, poi cancellato, del 13 e 14 settembre. Riteniamo che la signora o signorina Feola sarebbe stata pronta a far notare che il suo nome immediatamente successivo a quello di Giulia Femiano, era stato escluso, visto e considerato che dall’elenco era stato inavvertitamente escluso.

Tra il nome della Feola, ultimo concorrente da esaminare nella seduta del 14 ottobre pomeriggio, e quello di Amalia Galasso, primo concorrente da esaminare nella seduta del 13 ottobre mattina, ce ne sono altri 17, come si evince dall’elenco ufficiale dei 641 ammessi al concorso. Per cui dobbiamo ritenere che questi 17 siano stati tutti esclusi dalla prova orale.

Ma a complicare le cose, ad aprire la strada a dubbi, forse infondati, ma non certo lunari, che questo diverso format dell’elenco degli esaminandi del 14 ottobre, non sia frutto solo di un errore involontario, solo di una casualità, ci si è messa proprio Giulia Femiano, nata e residente a Pignataro Maggiore, cioè nel comune di cui il presidente della provincia Giorgio Magliocca è sindaco, nonchè sorella di quella Federica Femiano, pure lei ammessa alla preselezione del concorso come si evince dall’elenco di cui sopra, a cui ha partecipato dopo che in passato ha svolto un impegno politico istituzionale da consigliera comunale proprio in quel di Pignataro, in nome e per conto del papà che, pare, sia uno a cui la politica piace e piace anche farla.

Ricapitoliamo: fino a prova contraria, l’assenza della Feola dal primo elenco, quello di settembre e la ricomparsa della stessa con la conseguente sparizione nei meandri della privacy del nome di Giulia Femiano, è stata causata da un errore involontario. Ciò che, però, questo errore ci consente di stabilire è che Giulia Femiano ha sicuramente raggiunto l’ultimo step, l’ultimo stadio di questo concorso.

Non sappiamo se la stessa cosa, invece, sia capitata anche a sua sorella Federica, l’ex consigliera comunale di Magliocca, in primissima linea alle ultime elezioni comunali, insieme alla sua famiglia, a sostegno della riconferma dell’ormai molto datato primo cittadino pignatarese.

Ma quella dei Femiano è stata una partecipazione in forze, visto che oltre a Federica e a Giulia Femiano, quest’ultima, come si diceva e come è utile ribadire, di sicuro ammessa agli orali, al concorso ha partecipato anche Luigi Femiano, fratello di Federica e di Giulia. Poi c’è un quarto Femiano che si chiama Alfonso e che non sarebbe direttamente imparentato con Luigi, Federica e Giulia, ma che invece è saldissimamente e strettamente imparentato proprio a Giorgio Magliocca di cui è il nipote diretto, visto e considerato che questo giovane ragazzo, sicuramente capace, al pari però di migliaia e migliaia di suoi coetanei di Caserta e provincia, è il figliolo della sorella della moglie del sindaco e presidente dalla provincia.

Una sorta di saga che coinvolge anche il vicesindao di Pignataro Vincenzo Romagnuolo quello per intenderci che ha vinto, a mani basse e da noi ampiamente pronosticato, il concorso ed è stato assunto come vigile urbano al comune di Arienzo, amministrato da quel Peppe Guida, in pratica un corpo e un’anima sola con Giorgio Magliocca. Vincenzo Romagnuolo,, infatti è a sua volta zio, in questo caso di secondo grado di Alfonso Femiano, essendo anche lui imparentato con la famiglia della moglie di Magliocca.

Conclusione: l’unica cosa certa dunque è che all’orale c’è arrivata Giulia Femiano. Non possiamo escludere a priori, però, che ci sia arrivata anche Federica Femiano e/o il fratello Luigi. Può essere e può anche non essere. Le stupidissime leggi sulla privacy che invece mai dovrebbero ridurre il diritto dei cittadini di capire realmente come si svolgono certi concorsi che se si chiamano pubblici e non privati ci sarà anche un perchè, ci impedisce stasera di stabilirlo, dandone pubblica informazione ai nostri tantissimi lettori.

Siccome riteniamo che Giorgio Magliocca non sia arrivato ad un punto di degenerazione politico-istituzionale tanto estremo, siamo sicuri che nell’elenco degli ammessi agli orali non ci sia il suo nipote ventenne Alfonso Femiano, perchè qui veramente arriveremmo ad un punto in cui sarebbe proprio l’abitudine e quello stomaco in cemento armato citato nell’incipit di questo articolo, che ci permetterebbero di non urlare, di non scatenare l’ennesima invettiva su questa terra negletta e matrigna, ridotta ad un vero e proprio schifo, a un luogo in cui si va avanti solo e solamente in base a fattori che nulla c’entrano con la meritocrazia e la preparazione.

Si tratterebbe, se ci ritrovassimo un Alfonso Femiano agli orali di questo concorso, di arretrare l’orologio della storia ai tempi dei vescovi conti e ai tempi di certi papi che operavano con spirito paterno a favore della vita e delle carriere dei molti figli da essi generati, per intenderci, ai tempi di Alessandro VI, cioè di Papa Borgia.

Ma noi siamo sicuri che il giovane Femiano non sia la reincarnazione del Valentino, al secolo Cesare Borgia e siamo sicuri, quindi, che agli orali non sia arrivato. Attenzione, non in quanto tagliato a quel punto ingiustamente e solo perchè la cosa si è saputa in giro, per essere il nipote del presidente della provincia e sindaco di Pignataro, per essere dunque un altro giovanotto di quel comune, messo in rampa di lancio per raggiungere lo stesso obiettivo già raggiunto dal signor Fucile, cioè dal figlio di un’assessora in carica del comune di Pignataro. Non dunque tagliato per una manovra difensiva, ma semplicemente perchè suo zio, percorso da un improvviso e repentino momento di resipiscena, gli ha detto che pur essendo un suo diritto partecipare al concorso, avrebbe costituito un atto di pesantissima inopportunità, il perseverare a star dentro alla procedura.

Noi siamo certi che Alfonso Femiano sia un ragazzo preparatissimo, brillantissimo. Per carità, chi lo mette in discussione. E’ preparatissimo e brillantissimo come lo sono tanti suoi coetanei, come abbiamo scritto prima. Siamo sicuri che lui possiede una preparazione che gli avrebbe permesso o che gli permetterebbe di vincere questo concorso.

Detto ciò, diciamo per l’ennesima volta, in maniera forte e chiara che le istituzioni devono essere la casa di tutti, la casa dell’equità dove anche la forma è sostanza e dove la credibilità di chi guida i processi politico istituzionali di un territorio rappresenta elemento cardinale della integrità e del ruolo svolto come ente pubblico imparziale e al di sopra di ogni favoritismo. Una causa troppo importante, che ben merita qualche sacrificio e qualche rinuncia a qualche diritto che facilmente potrebbe essere considerato e anche strumentalizzato come privilegio.

Alfonso Femiamo può tranquillamente partecipare a tutti concorsi banditi in Italia ma è opportuno che si astenga pur non avendone l’obbligo giuridico, da quelli banditi da suo zio Giorgio Magliocca in quanto presidente della provincia, in quanto sindaco di Pignataro o anche in quanto contitolare di potestà all’interno di ambiti intercomunali, quale il C9 dei servizi sociali che raccoglie Capua ed altri comuni dell’agro caleno con Sparanise capofila, e infine da quelli banditi da ogni altro ente strumentale in cui Magliocca, come presidente della provincia pro tempore e/o come sindaco di Pignataro Maggiore pro tempore, è in grado di incidere nei processi decisionali.

Se le cose funzionassero così, queste zone sarebbero tra le più sviluppate d’Europa invece di sprizzare arretratezza da tutti i pori, specularmente ad una classe dirigente, costituita da assoluti impresentabili che scaturiscono, però e purtroppo, da una qualità deprimente di un tessuto civile (?) che non riesce ad affrancarsi dalla sua storia passata e recente.