S. MARIA C.V. L’incapacità dell’ufficio tecnico sui fondi vincolati costerà ai cittadini più di 110 mila euro in incarichi professionali esterni

26 Giugno 2018 - 16:28

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) La segretaria generale del comune di Santa Maria Capua Vetere Maria Emilia Lista, è bravissima, ma se il trend di spesa dell’amministrazione comunale continua ad essere quello di oggi, neanche lei potrà iniettare gli anticorpi per evitare che in futuro, nell’immediato futuro, il comune venga dichiarato prima “strutturalmente deficitario” e successivamente, se l’andazzo dovesse andare avanti, dissestato con delibera, in pratica coattiva, del consiglio comunale.

Prendete questa vicenda della scadenza dei vincoli in alcuni fondi privati della città. L’avevamo affrontata come una notizia di routine, ponendo solamente un problema urbanistico, di corretto utilizzo del territorio, raccomandando all’amministrazione di pensare prima agli standards, cioè agli spazi messi a disposizione dei cittadini, poi proporzionalmente alla definizione di un eventuale variazione di destinazione d’uso di quei fondi con connotazione residenziale.

Da qualche giorno, invece, questo problema è stato superato da un altro: quanto dovranno pagare i cittadini sammaritani per l’inerzia del comune, che pur sapendo della scadenza dei vincoli in quanto diffidato dai proprietari, non ha mosso un dito. Poi è chiaro che uno pensa male. Magari non c’è del marcio, ma la situazione alimenta il sospetto. Perché da un’operazione che poteva essere gestita a costo zero, ora solamente le procedure tecniche costeranno un botto.

E c’è anche una novità: apprendiamo che i fondi vincolati non sono più 5, ma addirittura 7. Il comune, essendosi dimostrato inadempiente nei confronti dei proprietari che l’avevano diffidato, ha aperto la strada alla procedura di nomina, da parte dell’amministrazione provinciale, di almeno due commissari ad acta per quello che abbiamo trovato negli atti amministrativi. Si trattava di due professionisti diversi. Per cui non è improbabile che per 7 vincoli scaduti siano 7 i commissari ad occuparsene, fino a quando non avverrà il loro rinnovo oppure la variazione della destinazione d’uso. Siccome un commissario costa ai cittadini di Santa Maria Capua Vetere da 5 a 8 mila euro, mantenendoci bassi, la moltiplicazione è presto fatta: da 35 mila a 56 mila euro.

Ma non finisce qui. Il primo commissario nominato dalla provincia e arrivato con fare estemporaneo e stralunato, era convinto di avere lui la potestà di scelta del tecnico abilitato a realizzare le procedure per la rideterminazione del vincolo per la ridefinizione della destinazione d’uso. Una competenza che invece appartiene al comune. Ora, non sappiamo se si tratta di una mera coincidenza, ma il primo tecnico nominato è una società, precisamente la Gaia Engenering, di cui Tiziano Polito, presidente della commissione pareri della provincia di Caserta e anche presidente dell’Ordine degli ingegneri, è socio di riferimento.

Anche qui per ognuno delle 7 pratiche verrà nominato presumibilmente un professionista diverso dagli altri. Questo lo si deduce dalla determina che pubblichiamo in calce, in cui viene prevista una cifra diversa per ogni tecnico. 8 mila e 200 per i primi 5 e, poi cercheremo di scoprire per quale motivo, 12 mila e 500 per gli ultimi due, probabilmente associati alle ultime due pratiche saltate fuori dai documenti del comune saltate fuori negli ultimi giorni. La somma fa 66 mila che aggiunti ai 40, 50 mila euro da spendere per i commissari ad acta, fa più di 110 mila euro.

E’ mai possibile che nell’ufficio tecnico del comune di Santa Maria Capua Vetere, tra le altre cose con dirigente di fresca nomina, non esista un’organizzazione tale da poter garantire a questo punto almeno l’assolvimento della parte tecnica? Secondo noi, la possibilità ci sarebbe. Ma il problema è sempre lo stesso: i nostri enti locali, Santa Maria ma anche gli altri, sembrano avere una mission quasi mistica, sprecare soldi e avviarsi ineluttabilmente verso il dissesto.

 

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