Rischia il processo anche il dirigente dell’Area tecnica: il caso nasce dalla denuncia presentata da due cittadini che nel lontano 2014 chiesero di far dichiarare abusivo un fabbricato contiguo alle loro abitazioni.
CERVINO Abusivismo ed abuso d’ufficio: rinviati a giudizio due ex tecnici comunali. Siamo alle solite. L’abusivismo a Cervino è un fenomeno piuttosto diffuso e risaputo. A ciò, si aggiunge che il Comune, nelle persone dei tecnici comunali in primis, spesso non “si accorge”, o meglio, aggiungiamo noi, fa di tutto per non accorgersi dei numerosi problemi in questo settore. Nella maggior parte dei casi, a nulla servono gli esposti alla polizia municipale di cittadini che vengono deposti nel dimenticatoio dei bui cassetti della casa comunale.
I cervinesi, ormai, sono costretti a ricorrere alle autorità giudiziarie per ottenere giustizia. E anche su questo abbiamo qualcosa da ridire. Portiamo all’attenzione, in particolare, la vicenda di due cittadini, F. P. ed A. D. N. che lottano giudizialmente dal 2014 per far dichiarare abusivo un fabbricato contiguo agli immobili ove i due risiedono. Ad avviso degli interessati, i motivi di tale reato risiedono nel fatto che l’immobile in oggetto non solo non rispetta le distanze minime stabilite ex lege rispetto ai suddetti fabbricati, ma inoltre è stato costruito su una zona che, dal piano urbanistico comunale (cd. Puc), risulta essere agricola (zona E). Nonostante le varie sollecitazioni dell’Avvocato De
Rosa, difensore di entrambi i ricorrenti, al Comune e ai tecnici interessati, questi ultimi hanno sempre sorvolato il problema, dimostrandosi, nei fatti, totalmente disinteressati alle lamentele dei due cittadini, che sono soltanto l’esempio di un fenomeno diffuso e sofferto da gran parte della popolazione. Fino alla data del 2015, quando l’esposto è stato inviato alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, la quale ha iniziato le indagini necessarie che hanno portato il Pm a chiedere e il Gip ad ordinare il rinvio a giudizio dei due ex tecnici comunali Lorenzo Vallone e Pasquale De Filippo, entrambi imputati di abuso d’ufficio. Per l’allora dirigente capo dell’area tecnica del comune di Cervino, ora dirigente dell’ufficio Ambiente Pietro Esposito Acanfora, il rinvio a giudizio non è stato ancora deciso in quanto ha chiesto di essere interrogato. La disciplina è semplice: il soggetto sottoposto ad indagini, appena ricevuto l’avviso di garanzia, può chiedere di rilasciare interrogatorio per chiarire la sua posizione. Da questo momento, il pubblico ministero deve ascoltare il richiedente o in prima persona, oppure attraverso la delega alla Polizia Giudiziaria. Tornando a Acanfora, quest’ultimo ha approfittato di tale diritto. Il problema è che, guarda caso, sono passati cinque mesi dalla data dell’udienza fissata davanti al Gip e, non solo queste dichiarazioni non sono state ancora acquisite, ma era stato emesso il decreto di citazione senza averlo interrogato. Che inerzia la giustizia italiana! La vicenda è ancora lunga e complessa, complicata dal fatto che parallelamente al giudizio penale è stato recentemente notificato un ricorso al tribunale amministrativo regionale per far attestare anche la responsabilità amministrativa dell’Ente.