L’aspirante boss sognava da nuovo paperone del clan dei casalesi. Pasquale Pirolo si trasferì tre anni fa da Barcellona a Casal Di Principe per impiantare un affare milionario sui carburanti

15 Gennaio 2023 - 20:23

Dopo le piantagioni sterminate di marijuana, dopo i sogni a sette zeri sugli appalti dei rifiuti, dopo aver ipotecato, nella sua testa, una mega tangente sui lavori del collettore fognario di Orta-Napoli Nord il Della Corte andò a scomodare anche il leggendario imprenditore, pupillo di Antonio Bardellino

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) Al di là della sua indubbia caratura criminale, Giovanni Della Corte dimostra di essere soprattutto un grande sognatore. Ha l’ambizione di realizzare grandi business, che ,lo facciano diventare un nuovo Michele Zagaria. Ma stando ai risultati raccolti, poco accocchia, come si suol dire. Mettendo tutta questa “carne a cuocere” e non avendo, in tutta evidenza, a disposizione, sia dal punto di vista della quantità di uomini, sia soprattutto della qualità degli stessi, una struttura criminale significativa per pensare in grande, l’idea di capitalizzare super tangenti intorno al business dei rifiuti (clicca e leggi) e quella, che andiamo oggi ad illustrare, di costruire fatturati vertiginosi, mettendo il cappello del clan dei casalesi sui grandi movimenti della distribuzione internazionale dei carburanti, divengono solo propositi velleitari, castelli in aria.

Ma la vicenda dei carburanti, ci consente di realizzare un suggestivo revival con un personaggio arcinoto e che oggi i suoi anni ce li ha, ma non ha ancora deciso di ritirarsi completamente dalla scena visto che, nel febbraio del 2020, la sua presenza fisica viene intercettata in quel di Casal di Principe, all’interno del negozio di Giovanni Della Corte e di sua moglie. Il nome venuto dal passato, con aspirazioni di diventare protagonista del presente, è quello di Pasquale Pirolo, il business man casertano che, da come parlano Della Corte, Franco

Bianco, Di Tella, riscuote ancora molto credito, perché il fatto di essere stato arrestato nel 1984 insieme ad Antonio Bardellino, di cui era fiduciario imprenditoriale, promana, agli occhi dei camorristi un po’ scalcagnati del presente, un fascino quasi mitologico.

Pasquale Pirolo arriva a Casal di Principe proveniente da Barcellona, la città ispanico-catalana dove risiede da anni. E’ Rosario Spanò a prelevarlo all’aeroporto di Capodichino e a condurlo, dentro ad una A3 a Casal di Principe. Il colloquio tra Della Corte e Pirolo non è direttamente intercettato. L’anziano faccendiere è in grado, secondo Giovanni Della Corte di essere determinante nella messa a punto e nella messa in opera di un traffico di carburanti che, a regime, dovrebbe garantire la gestione di 50mila litri al giorno che, afferma testualmente Della Corte, “ad un euro al litro farebbero 50mila euro…”. A proposito di castelli in aria il gruppetto, a un certo punto così com’era successo per l’agognato business dei rifiuti, tira fuori una cifra dei sogni, ben 40milioni di euro che deriverebbero dall’ingresso del business dei carburanti. Pirolo dice ai suoi interlocutori di aver bisogno di una “macchina tosta” che non si capisce bene di cosa sia, ma che Della Corte garantisce certificando quella che sarebbe la sostanza del proprio gruppo di comando e dei componenti dello stesso. Pasquale Pirolo non si potrebbe esporre direttamente, ma Della Corte dice di aver ricevuto la massima disponibilità a offrire il proprio sostegno, chiedendo per ogni operazione un milione di euro garantendo anche un allargamento dell’area operativa che non sarebbe limitata alla già importante piazza del porto di Napoli, ma andrebbe anche a riguardare anche un non meglio precisato deposito dell’Adriatico.

Il resto lo leggete nello stralcio che pubblichiamo in calce a questo articolo