LA NOTA. L’avvocato Peppino Garofalo compie cent’anni. Il suo elisir di lunga vita? Una comunione totale con i saperi di una professione, che nel suo storico studio non è stata mai dozzinale
28 Marzo 2023 - 11:03
È nato esattamente un secolo fa in quella che, al tempo, si chiamava Albanova. È stato un centenario in nuce, un predestinato e vi spieghiamo perché
S.MARIA CAPUA VETERE (Gianluigi Guarino) – Decano tra i decani. Verrebbe da dire “l’avvocato”, se questa definizione per antonomasia non fosse stata riservata, in uno strano Paese, com’e l’Italia, a un signore di Torino, capace come nessun altro di far l’imprenditore privatizzando gli utili e socializzando le perdite. E allora, semplicemente Peppino Garofalo, avvocato, ma per davvero, avvocato per larghissima parte della sua vita, iniziata tanto, ma proprio tanto tempo fa, in un giorno di marzo, dopo cinque mesi esatti dalla Marcia su Roma e che oggi, 28 marzo 2023, taglia il meraviglioso traguardo del secolo.
L’avvocato Peppino Garofalo era un centenario in nuce, un predestinato. Aveva, infatti, già 85 anni e ragionava con la freschezza cerebrale di un 20enne e con lo spirito di conquista di un neo laureato, quando l’ho incontrato l’ultima volta ad epilogo della mia direzione del Corriere di Caserta e dopo aver frequentato il suo studio che profumava di antico, mai e poi mai di vecchio.
Ma di un antico che, nella figura di Peppino Garofalo, ha trovato sempre fluida e utile sintesi, un sincretismo – avrebbero detto quei pochi sfigati che si ostinano a dire che il Liceo Classico sia una grande scuola – con tutte le contemporaneità incrociate e vissute nella sua lunghissima vita, resa bellissima, al di là di ogni accadimento contingente, dal fatto che l’avvocato Peppino Garofalo, per più di ottant’ anni, cioè dal giorno in cui si è iscritto all’ università, non si è annoiato neppure per un secondo, perché ha avuto la fortuna, ma, soprattutto, la capacità, di occuparsi della materia, della disciplina che lui ha amato e ama.
Che facciamo ora? Ci mettiamo a declinare la biografia dell’avvocato, nato cent’anni fa in quella che si chiamava ancora Albanova, divenuta poi Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano? Impossibile, visto che occorrerebbe riempire un intero tomo. Un tomo come quelli che hanno riempito e riempiono ancora lo storico studio di Santa Maria Capua Vetere, in cui, il figlio Nicola porta avanti una scuola, una identità, un sentire giuridico, che sarebbe ingiustamente riduttivo definire una struttura che colleziona e raggruppa clienti.
O vogliamo forse parlare dell’eloquenza di Peppino Garofalo, in un tempo in cui l’avvocato lo facevano in pochi e tra questi pochi, erano pochissimi quelli in grado di fare la differenza mescolando contenuti giuridici e la loro scintillante esposizione, in cui nulla appariva divagazione e variazione sul tema?
Vabbè, facciamo così: di chi vuole acquisire qualche notizia veloce sulla vita di questo splendido centenario, mettiamo a disposizione una sintesi schematica, contenente alcune tappe, diciamo un 1%, della sua vita. Noi, invece, occupiamo queste ultimissime righe, per congratularci con l’avvocato Garofalo, col figlio Nicola e con il resto della famiglia. Congratularci, perché a cent’ anni gli auguri rappresentano un esercizio ancor più rituale di quanto non lo sia in altri casi. Congratulazioni, dunque, per la sua vita, avvocato, per l’esempio che ha dato a chi è stato tanto intelligente da capire che imparare da lei sarebbe stato un investimento materiale e non solo morale.