MARCIANISE. ECCO quanto chiesero i cani sciolti del clan Belforte per l ‘estorsione a Ngiulone Barbarano. Ma lui e il fratello Gaetano non si fecero certo impressionare dalla minaccia di un “villa arzilla”

27 Aprile 2023 - 17:17

L’ episodio è contenuto, un po’ fuori sacco, all’interno della maxi ordinanza che, per i suoi 4/5 si occupa dell’organizzazione del narcotraffico attivata sulla direttrice Marcianise-Milano che ha portato all’arresto di 23 persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di 54 persone in tutto

MARCIANISE (g.g.) Non dovette impressionare più di tanto Angelo Barbarano, fratello di Gaetano Barbarano, appartenenti entrambi a una famiglia di notissimi imprenditori marcianisani ai quali è legato anche la più che complicata vicenda dell’utilizzo dell’area ex Siemens, la richiesta estorsiva di 50mila euro formulatagli da Salvatore Iovinella. Bisogna precisare, prima di andare avanti nel racconto di questi fatti, che oggi Salvatore Iovinella ha compiuto da qualche giorno 78 anni e forse anche per questo non è stato attinto da nessuna misura cautelare che ne limita la libertà personale. Noi, di storie di camorra ne abbiamo raccontate tantissime, leggendo decine e decine di migliaia di pagine di atti giudiziari. C’era capitato di incrociare qualche pregiudicato in là con gli anni che svolgeva attività di raccordo, di cucitura all’interno dei vari clan o anche di coordinamento delle attività criminali. Sarà un nostro limite, forse avendo eletto 40 o 50mila pagine di ordinanze, abbiamo solo appreso pochissime nozioni, ma a CasertaCe

non è ami capitato che un quasi 80enne fosse utilizzato nel campo di battaglia delle richieste estorsive che di solito vedono impegnate giovani leve o gente di mezza età in grado però di far paura già fisicamente, fisionomicamente.

Comunque di questo episodio episodio si parla nell’ordinanza che nei giorni scorsi ha prodotto 16 arresti in carcere, 7 ai domiciliari, 5 obblighi di dimora e 26 indagati a piede libero, considerando però che qualcuno di questi è già detenuto in carcere per altri procedimenti.

A Salvatore Iovinella viene contestato, dunque, il reato previsto dall’articolo 629 del c.p. che, come i nostri lettori sanno, in quanto li abbiamo ben abituati e molto ben trattati nel racconto, nell’approfondimento dei fatti più rilevanti di cronaca giudiziaria, contiene sia il reato di estorsione sia quello simile, ma non uguale, di tentata estorsione differendo i due dall’entità della pena prevista: da 5 a 10 anni di reclusione per l’estorsione, che diventano da 10 a 20 nel caso in cui questa venga perpetrata attraverso una rapina, a 5 anni per il caso della tentata estorsione. La differenza è che questi due reati partono come un solo reato nella fase in cui il reo formula la richiesta estorsiva, salvo voi divaricarsi rispetto all’esito della stessa. in questo caso specifico, siccome Angelo Barbarano non dette alcun riscontro, in pratica non pagò i 50mila euro chiestigli da Salvatore Iovinella, riteniamo che il capo d’imputazione provvisoria integri quella parte dell’articolo 629 che prevede pene più basse per le estorsioni tentate e non realizzate. Naturalmente, a rendere molto più pesante la condizione di Salvatore Iovinella c’è la contestazione dell’aggravante di aver favorito gli interessi del clan Belforte, con la violazione dell’articolo 416 bis comma 1, già articolo 7 della legge 241 del 1991.

Il nome dei Barbarano fa notizia. Cecheremo poi di capire nella lettura di dettaglio dell’ordinanza, quale fu il comportamento di questo facoltoso imprenditore che gli permise di far spallucce di fronte alla richiesta fattagli da Salvatore Iovinella, il quale raccomandò ad Angelo Barbarano di riferirla anche al fratello Gaetano, che probabilmente possiede anche un maggiore peso specifico nel perimetro imprenditoriale di Marcianise rispetto a quella del germano.

Iovinella si rivolge ad Angelo Barbarano utilizzando il confidenziale appellativo dialettale con cui viene chiamato dalle persone che con lui sono più o meno in confidenza: “Ngiulon”. Ciò fa ritenere che Salvatore Iovinella conoscesse l’imprenditore, dandogli, in pratica, ancora più che il tu, ma parlandoci in toni veramente molto confidenziali. La traduzione letterale contenuta nell’ordinanza, italianizza, in verità, l’appellativo dialettale e dunque il tutto viene trasformato nella seguente affermazione: “Angelone, io ti voglio spiegare una situazione… mi hanno mandato gli amici degli amici e gli devi preparare subito 50mila euro, altrimenti ti fanno saltare per area a te e a tuo fratello.”

Ripetiamo: siamo anche noi un po’ curiosi di capire se questa ordinanza si limita a riportare l’episodio della richiesta estorsiva o se invece spiega anche se i fratelli Barbarano si consultarono tra di loro, decidendo di non dargli riscontro.