ESCLUSIVA. E ora che scriverà il sindaco Andrea Pirozzi? Ecco la prova provata del fatto che lui è indagato per rapporti con la camorra. TUTTI I NOMI DEI 24 nel mirino della DDA

24 Dicembre 2023 - 14:05

Il pubblico ministero dell’Antimafia Francesco Raffaele, subentrato al suo collega Luigi Landolfi, ha prodotto uno stralcio allo scopo di una qualificazione giuridica dei fatti, lo scorso 14 giugno. Tra i nomi quello del sindaco, del vicesindaco Biondo e di Marcantonio Ferrara. Se il primo cittadino smentirà ancora, avremo tutti i titoli e tutto il diritto di pubblicare questo atto giudiziario

SANTA MARIA A VICO (g.g.) – Con buona pace del sindaco Andrea Pirozzi che per tutto l’autunno ha scritto e fatto affiggere manifesti con cui ci ha chiamato bugiardi e in cui, forse consigliato dal suo amico del cuore Giovanni Zannini, ha usato strumentalmente e calunniosamente una mia vicenda personale di testimonianza civile e disobbedienza civile, con la quale, per preciso atto di volontà e per protestare contro la violazione esistente in Italia, unico tra i Paesi europei in cui è prevista la galera ai giornalisti o ai direttori che addirittura possano andarci per non aver controllato articoli di altro, volli entrarci, pur non volendoci entrare e facendo valere le ragioni mie solo dopo aver trascorso qualche giorno in carcere, dicevamo, con buona pace del sindaco Pirozzi, abbiamo

terminato la ricerca degli atti giudiziari che ne decretano indiscutibilmente il suo status di indagato per reati gravissimi.

A dire il vero, Andrea Pirozzi indagato lo è già dall’ottobre del 2020, quando, per scambio elettorale politico mafioso, fu iscritto a Modello 21, assieme alla vicesindaco Veronica Biondo, al consigliere-assessore Marcantonio Ferrara, con un’allegra compagnia di delinquenti e camorristi, ossia il ben noto Gennaro Iannone, la moglie (o compagna) Caterina Taverna, l’ormai “mitico” Domenico Nuzzo, in arte Mimmariello, e Clemente De Lucia.

La firma di quell’indagine era ancora quella dell’allora pubblico ministero presso la DDA di Napoli, Luigi Landolfi.

Un’indagine, fondata su diverse informative della Guardia di Finanza della Compagnia di Marcianise, andata avanti, in verità, con una certa lentezza, a differenza di quella relativa agli appalti sui lavori dei cimitero che portò all’arresto dell’allora consigliere comunale, nonché vicepresidente della Provincia, Pasquale Crisci.

Intanto, Luigi Landolfi, avendo terminato gli otto anni di servizio nella DDA, si è trasferito in altro settore della procura di Napoli, non più riguardante i reati di camorra.

Al suo posto, nell’indagine su Santa Maria a Vico è subentrato il pm Francesco Raffaele, che ha ricoordinato e riordinato le sue idee e nel giugno scorso, precisamente il 14 giugno, ha disposto lo stralcio per una qualificazione giuridica del fatto, quindi di un fatto che, sul fronte investigativo resta vivo e vegeto, a carico degli indagati Andrea Pirozzi, Veronica Biondo, Marcantonio Ferrara, Pasquale Russo, Alessio Biondillo, Nicola Diglio, Raffaella Diglio, Andrea Vacchiano Barbato, Gennaro Iannone, Clemente De Lucia, Caterina Taverna, Adolfo Molaro, Angelo Crisci, Clemente Crisci, Andrea Di Caprio, Giuseppe Nuzzo, Giuseppa Carfora, Domenico Liparulo, Vincenza Mazzone, Giuseppe Passariello, Giuseppe Piscitelli, Raffaele Piscitelli, Pasquale Piscitelli, Francesca Piscitelli.

Per gli indagati appena elencati, lo stralcio per qualificazione giuridica del fatto vale per ogni reato ipotizzato a loro carico.