CASAL DI PRINCIPE ALLE ELEZIONI. Ok l’assunzione del figlio del camorrista Cirillo ‘o sergente e del nipote di Augusto Bianco, ma se Mirella Letizia e Zoppi lo fanno alla vigilia della campagna elettorale “somiglia” al voto di scambio

27 Maggio 2024 - 18:10

Una panoramica su quello che, a nostro avviso, non funziona anche nelle liste di Ottavio Corvino (a proposito una bacchettata per la firma del morto), di Marisa Diana, di Elisabetta Corvino e di Antonio Natale. Spieghiamo la nostra impostazione sulla questione dei “parenti eccellenti”.

CASAL DI PRINCIPE (g.g.) Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad una serie di legittime prese di posizione da parte di alcuni colleghi che hanno lamentato presenze, a loro dire gravemente inopportune, all’interno delle liste che concorrono in appoggio ai candidati a sindaco e per l’elezione dei nuovi componenti del consiglio comunale che usciranno dalle urne, aperte i prossimi 8 e 9 giugno.

Noi, invece, abbiamo deciso di dare un’impostazione diversa ai nostri articoli relativi alle elezioni di Casal di Principe. La rielaborazione, la riproposizione ad libitum della questione delle parentele, rischia, infatti, di diventare stucchevole e inutile, perché non aveva del tutto torto nel 2019, e non avrebbe assolutamente torto se lo riaffermasse oggi, Renato Natale che, pur essendo un uomo di sinistra, espresse un concetto di alto valore liberale, nel momento in cui affermò che le colpe dei figli, dei nipoti e dei cugini non potevano ricadere certo su chi oggi, da incensurato, corre per un seggio al consiglio comunale. In passato, abbiamo tenuto anche noi, per anni, aperta la fiammella della critica, relativamente alle parentele, chiedendo sempre che congiunti di quello o di quell’altro camorrista, prendessero pubblicamente posizione contro le scelte di vita criminale effettuate da zii, cugini, ecc. Da quei tempi sono trascorsi altri 5 anni e, francamente, l’argomento non è più di attualità.

L’incedere del tempo rende, infatti, problematico utilizzare come discriminante principale se non esclusiva, l’automatismo parentale che, beninteso, non scompare completamente, visto che, a nostro avviso, è giusto, doveroso, che un giornale e un giornalista tengano particolarmente d’occhio queste persone. Ma non può non essere in quel di Casale, alla luce del tempo che passa, il giudizio su quello che da oggi in poi andranno a fare queste persone, la principale struttura valutativa, in grado di trasformarsi in denuncia, su un eventuale rapporto facilitatore tra politica e mondi della malavita.

Troppo tempo è trascorso dal periodo in cui le orde camorriste, i boss, i sotto boss, i mini boss, infestavano le case e le strade di Casal di Principe e dintorni. Per questo motivo, ciò che è e sarà, nel comportamento della classe politica locale, nel comportamento di chi è imparentato con quei criminali, oggi in carcere o pentiti in località protette, non potrà sostituire da oggi in poi ciò che è stato quando questa relazione era vivificata e si nutriva proprio della fisica presenza in loco di solide strutture criminali.

Per cui, a qualche anno di distanza dalla dichiarazione di Renato Natale, noi, che liberali lo siamo sul serio e non solo a intermittenza selettiva, non possiamo non allinearci, traslandolo però in un tempo più maturo, in un tempo più adatto rispetto ad un lustro fa, con quello che l’allora sindaco di Casal di Principe disse quando proprio questo giornale chiese a un parente di Bidognetti e ad altri congiunti di camorristi, candidati proprio nelle liste di Renato Natale, di prendere pubblica posizione già in campagna elettorale e di urlare nei loro comizi la totale dissociazione dalle scelte di vita realizzate dai loro congiunti.

Vedremo, e siccome anche noi possediamo l’elenco, piuttosto lungo in verità, perché poi Casal di Principe non è New York e la parentela spesso si sviluppa in automatico e costituisce anche un fastidio per chi ne diventa protagonista passivo, non ci tireremo certo indietro se dovessimo cogliere qualche atteggiamento troppo accomodante o corrivo nei confronti magari di quelle imprese che, nate, cresciute e pasciute, sotto l’egida degli Schiavone, di Bidognetti di Zagaria, godono oggi di una rendita di posizione, costituita non certo in maniera molto trasparente e adamantina.

Le assunzioni di figli e nipoti di camorristi. Il problema non è questo, ma i tempi delle stesse lambiscono il voto di scambio.

Chiarita la questione, torniamo al modo con cui noi stiamo affrontando le cose di questa campagna elettorale arrivata al suo giro di boa, venerdì scorso. Lo scriviamo per l’ennesima volta: non ce ne voglia Mirella Letizia, assessora ancora in carica all’Ambiente e alla Nettezza Urbana, se esprimiamo delle critiche rispetto alle quali ci piacerebbe ricevere, da parte sua, un controcanto, una confutazione per articolare un confronto che è sempre utile come strumento di progresso democratico.

Fa piacere indubbiamente che nell’ultimo periodo la Isvec srl, azienda titolare della raccolta dei rifiuti a Casal di Principe, abbia assunto il figliolo di Alessandro Cirillo, detto o’ sergente, uno degli uomini più conosciuti della camorra locale, essendo stato da decenni un bidognettiano di ferro, ma soprattutto uno che ha dato struttura al gruppo stragista di Giuseppe Setola, che per un periodo ha insanguinato le strade di Casal di Principe, dell’agro aversano e di Castel Volturno.

Ci fa piacere, perché a Cirillo jr viene offerta una possibilità occupazionale che gli toglie ogni alibi e gli fornisce spazio anche per poter crescere professionalmente nella legalità, in modo da non essere attraversato dalla tentazione di intraprendere la strada di suo padre.

E fa anche piacere che un secondo giovane, ossia Paolo Bianco, nipote di Augusto Bianco, uno degli uomini più vicini alla famiglia Schiavone, uno della prima linea, uno oggi detenuto al 41 bis e autore di atti di violenza gravissimi, a partire dall’incendio rovinosissimo della fabbrica di materassi Ardflex dei fratelli Russo di Santa Maria Capua Vetere. Il discorso relativo al nipote di Augusto Bianco è speculare, per quel che riguarda la chance di una vita vissuta nella legalità, a quello appena declinato per il figliolo di Alessandro Cirillo.

Ci risulta che quest’ultimo sia stato perorato alla Isvec proprio dall’assessore Mirella Letizia, candidata in una lista in appoggio ad Antonio Natale, mentre Paolo Bianco sia finito nelle grazie, sia stato perorato dal consigliere comunale uscente Pasquale Zoppi, punta di diamante di una lista che appoggia, invece, la candidatura a sindaco di Marisa Diana. Zoppi, per intenderci, è quello del campo sportivo (CLIKKA E LEGGI il nostro articolo in proposito).

Ripetiamo, si tratta di fatti che hanno anche un connotato positivo. Ma queste assunzioni non dovevano concretizzarsi alle porte della campagna elettorale. Averlo fatto, si è configurato, come un errore quasi al limite del voto di scambio.

Non abbiamo capito bene cosa ultimamente passi per la testa alla buona Mirella Letizia: ieri, infatti, come si può leggere dal post che campeggia in alto, all’inizio di questo articolo e pubblicato nel profilo ufficiale dell’assessorato all’Ambiente, che fa capo direttamente a lei, in cui viene annunciato che, ancora una volta la Isvec cerca personale per la raccolta dei rifiuti. Anche questo è un fatto positivo, in teoria, ma mai e poi mai un annuncio del genere doveva comparire in campagna elettorale, Ciò perché, se da un punto di vista del diritto, con la indubbia difficoltà di accertare che cose del genere integrino il reato di voto di scambio, sviluppando, dunque, un ulteriore avanzamento, un’ulteriore conseguenza sul terreno del codice penale, oltre a quella che abbiamo già pur remotamente prefigurato, diverso, molto diverso, è il discorso se questo si svolge da un punto di vista politico, etico e morale. Sarebbe grave e sbagliato dappertutto. Ma se una cosa del genere la fai a Casal di Principe, in pienissima campagna elettorale, allora si finisce per prestare il fianco a considerazioni e ad equazioni che poi creano una sola pappa indistinta con la nomea di un territorio che ancora oggi ha necessità di spurgare se stesso dalle tossine dell’ipoteca camorristica.

Allora siete proprio fessi, vi volete far male da soli. Ci dispiace per Mirella Letizia, ma così proprio non va.

Il Comune di Caserta. Massimiliano Marzo in campo per la candidatura di Martina Natale, fidanzata di Roberto Peluso.

Negli ultimi giorni si è visto in giro, per le strade di Casal di Principe, il simpatico assessore ai Lavori pubblici del Comune di Caserta, Massimiliano Marzo, mai tanto simpatico, però, come suo fratello Paolone. Può anche darsi che Massimiliano Marzo sia venuto a rendere visita agli storici amici della famiglia dei Caprio, magari quelli che non abitano direttamente a Caserta. Il rapporto tra i Marzo e i Caprio è datatissimo, è un tutt’uno e fa gruppo unico con quello degli Sferragatta di Maddaloni e con gli eredi del defunto Giovanni Pascarella di Valle di Maddaloni. C’è però una possibile variabile costituita dal fatto che Massimiliano Marzo è stato avvistato insieme a Martina Natale, candidata della lista “Casale nel cuore” in appoggio all’aspirante sindaco Ottavio Corvino. Anche questa cosa non è granché, in termini di relazione politico-istituzionale, in quanto Marzo farebbe molto bene a evitare certe migrazioni, anche e soprattutto in relazione proprio a quel rapporto, da veri e propri gemelli siamesi, che ha unito e unisce ancora, lui, il fratello e la famiglia dei Caprio. Un rapporto che, unito ad un passato, ad un portato in cui non mancano delle ombre, è ancora in grado di determinare diffidenze che invece andrebbero totalmente fugate da comportamenti lineari e totalmente trasparenti anche e soprattutto dal punto di vista politico.

Carlo Corvino, l’eroe di tutti i forni: da Francesca Sapone ai tamponi di Carlo Marino, fino a speaker di Ely Corvino.

Tho chi si rivede: una vecchia conoscenza della politica dinamica, della serie un po’ di qua e un po’ di là, è comparsa al fianco di Elisabetta Corvino. A noi, francamente, gente come Carlo Corvino ci risulta umanamente simpatica. Più volte abbiamo disegnato il prototipo, l’archetipo di personaggi come lui, prendendo a prestito una definizione che costituiva il titolo di antiche comiche televisive americane: le simpatiche canaglie. Espressione che, utilizziamo dunque, in maniera scherzosa. Carlo Corvino lo è, anzi, è una simpaticissima canaglia con cui è difficile non prendersi un caffè al bar perché almeno un sorriso è garantito. Nel 2019 rompe in maniera fragorosa con il sindaco di Caserta Carlo Marino e costituisce un’associazione con Monica Funaro, si chiamava Agorà, che avrebbe dovuto rappresentare una corrente interna al Pd, avversaria a quella del primo cittadino del capoluogo. Per una buona porzione della compagna elettorale delle regionali del 2020 si schiera addirittura con Stefano Caldoro, appoggiando la candidatura al consiglio di Francesca Sapone. Poi, il loro strettissimo feeling si interrompe. Dopo poco tempo, galeotti (la parafrasi di Paolo e Francesca è meramente casuale) furono i 22mila euro (CLIKKA E LEGGI il nostro articolo dell’epoca) che Carlo Marino gli consegnò in affidamento diretto per “tamponare”, in prevenzione covid, i dipendenti del comune capoluogo, per far sbocciare la pace, mai come in quel caso riconquistata dal primo cittadino a prezzi di saldo. Troppo simpatico!

Carlo Corvino, Costantino Puocci e il mitico e simpaticissimo Vincenzo Simeone, celeberrimo per i suoi comizi, di cui sopravvivono ancora tracce in youtube, in ogni campagna elettorale e oggi defilato, dopo la questione giudiziaria che lo ha toccato, erano insieme, come dimostra anche la foto che pubblichiamo in calce a questo articolo, che li effigia, manco a dirlo, proprio a fianco del già citato Ubaldo Caprio, che qualche volta, quando può, a Casal di Principe ci va per ritrovare i suoi affetti e le sue amicizie di gioventù.

Il problema di Ely Corvino non è più suo padre Mario, ma l’abbraccio politico con Giovanni Zannini

Siccome, nonostante i guai giudiziari, Vincenzo Simeone ha tentato, comunque e cocciutamente, di riproporre la sua candidatura a sindaco, Carlo Corvino e Puocci si sono dichiarati pronti a scendere in campo con lui, nella sua lista. Quando l’operazione è poi tramontata, Carlo Corvino e Puocci si sono aggregati ad Elisabetta Corvino, con Carlo Corvino impegnato nella fondamentale attività di speaker-presentatore di tutti i comizi della preside, il cui papà Mario, attivissimo in questi giorni, si gioca realmente l’ultima carta, anche per un fatto anagrafico suo, per vedere la figlia (anche in questo caso, le colpe dei padri non possono ricadere certo sui loro discendenti), bardata, finalmente, di una fascia tricolore.

Ma se le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, Elisabetta Corvino se lo va proprio a cercare l’appannamento della sua immagine, nel momento in cui stipula un accordo strettissimo con il solito e ormai chiacchieratissimo Giovanni Zannini che, probabilmente, sarebbe stato molto di più in tinta con le elezioni comunali di Casal di Principe di 25-30 anni fa, rispetto a come lo è in quelle di oggi.

Il revival di una candidatura new Cosentino.

Una curiosità: ritorna un Cosentino in politica. Ce ne siamo accorti dai manifesti, affissi presso il distributore di carburante sito a Casal di Principe, di proprietà di Giovanni Cosentino, fratello di Nicola Cosentino, per promuovere la candidatura di Aldo Cosentino che sostiene, al pari di Mirella Letizia, la candidatura a sindaco di Antonio Natale, anche lui assessore in carica.