CASERTA ELEZIONI. Ops, Carlo Corvino dopo aver innaffiato di merda Carlo Marino, becca 22mila euro per i tamponi ai dipendenti comunali

20 Novembre 2020 - 14:04

Ed è successo di tutto: solo 300 su 700 e rotti hanno aderito, ma in compenso, carovane di familiari e di amici di assessori e consiglieri si sono tamponati gratis. IN CALCE ALL’ARTICOLO LA DETERMINA DI AFFIDAMENTO

 

CASERTA(g.g.) Carlo Corvino, professionista del settore dei laboratori di analisi, ha vissuto un rapporto tempestoso con il sindaco Carlo Marino, dopo aver partecipato anch’esso a quella sorta di ammucchiata che alle elezioni del 2016 consentì, con l’appoggio di un  cartello di veri e propri mestieranti trasversali, a quello che si riteneva e si auto definiva il delfino di Luigi Falco, di conquistare l’agognata poltrona di primo cittadino di Caserta, con la gentile collaborazione di un centrodestra che mandò al ballottaggio un candidato che non era obiettivamente in grado, al di la del suo valore e del suo lignaggio politico, di essere minimamente competitivo.

Successivamente i rapporti si sono guastati. Attenzione non è che Carlo Corvino si è ritirato a vita privata e ha vissuto con riserbo lo strappo con Marino e la sua maggioranza di centrosinistra. E’, al contrario, diventato un avversario acerrimo e stabilmente impegnato anche ad informare i giornali su quelle che, a suo dire, erano le nefandezze commesse da questo sindaco e dalla sua maggioranza.

Anche noi, in quanto più volte interpellati da lui, ci abbiamo parlato e anche altri giornali, riteniamo, l’abbiano fatto. Tra le altre cose, Carlo Corvino è empaticamente positivo, è un buon professionista che opera da anni in un settore complesso, come quello delle strutture sanitarie private e convenzionate con la Regione. E dato che ci troviamo, ci è anche molto simpatico. Per esempio ci ha fatto sorridere e anche rilassare un pò, alle ultime elezioni regionali, quando ha accompagnato in un primo tempo la sgangheratissima e raffazzonatissima operazione di messa in campo della cosiddetta lista Caldoro, che poi è diventata lista Udc.

Con tre anni di dure reprimende nei confronti del Marino, uno è portato a pensare che il dado fosse definitivamente tratto e che Carlo Corvino, che resta uno a cui non fa difetto la passione per la politica e per la partecipazione alla stessa, si schierasse in ogni dove, ma non certo con Marino.

Ma questa è Caserta, che è un caso a parte. Un posto in cui la categoria del trasformismo politico è ormai ampiamente superata e subissata da azioni, da vite ed opere di fronte alle quali i trasformisti di una volta impallidirebbero. Qui siamo oltre, molto oltre. Il trasformismo è altra cosa, per cui non è più identificabile e valutabile a Caserta, dove ci sono persone che hanno cambiato fronte almeno una dozzina di volte e che quindi sono, giustamente, dal loro punto di vista, dicevamo, sono convinti di essere dentro alla trama narrativa di un mercato delle vacche che nessuna restrizione covid riesce a chiudere neppure per un giorno.

Ci interesserebbe, a questo punto, capire se certe valutazioni che in pubblico e in privato Carlo Corvino ha fatto su Carlo Marino, sopravvivono a questa determina firmata da Giovanni Natale, cioè dal cugino del sindaco. Atto amministrativo con il quale vengono assegnati 22mila euro alla società di Carlo Corvino per sottoporre i dipendenti comunali all’esame del tampone covid. 

Ovviamente si tratta di una operazione brevi manu, con affidamento diretto, giustificato, almeno così scrive Natale, dal fatto che l’offerta di Carlo Corvino sarebbe valutata dall’amministrazione comunale di Caserta di sicuro “conveniente”.

Conveniente perchè i 22mila euro diviso 30 euro a tampone, farebbero 733 tamponi effettuati che poi è il piano economico che fa dire a Giovanni Natale di trovarsi di fronte ad una situazione di prezzi autenticamente modici. Riteniamo che si tratti di tamponi antigenici, che hanno un prezzo significativamente più contenuto rispetto a quelli molecolari.

Siccome ci risulta che non tutti i dipendenti comunali abbiano aderito all’iniziativa e comunque il loro numero si aggirerebbe, in realtà, attorno ai 300, il calcolo è presto fatto: l’operazione è stata conveniente, ma solo per Carlo Corvino, il quale va a più che raddoppiare il gettito, varcando la soglia dei 70 euro a tampone antigenico praticato e processato. Una cifra che, suo malgrado si trasforma nel prezzo più alto d’Italia.

Siccome noi siamo abituati, negli ultimi mesi, a fare questi calcoletti, vi diciamo che 22mila diviso 300 fa precisamente 73,33 periodico che è la cifra introitata da Carlo Corvino, aggiungiamo noi, giustamente, perchè non è colpa sua se più della metà dei dipedenti del comune di Caserta hanno declinato l’invito a sottoporsi ai tamponi comprati nel laboratorio dell’ex grande sostenitore di Carlo Marino, poi ex grande detrattore avversario di Carlo Marino e ora, riteniamo, fondamentalmente già arruolato nell’esercito di Marino per la prossima campagna elettorale.

Va bè, per la verità forse i 73 euro interi interi in tasca, Carlo Corvino non se li è messi, visto che essendosi creato un margine, alcuni assessori e alcuni consiglieri comunali hanno fatto il ragionamento della buona massaia, che conserva sagacemente gli avanzi di un pranzo importante che poi andrà a riscaldare la sera o il giorno dopo. Allo stesso modo, per beneficiare degli avanzi, cioè dei tamponi non fatti ai dipendenti, assessori e consiglieri si sono presentati con le loro famiglie, con affini, conseguinei. Insomma, la solita pacchianata alla casertanamaniera.

Vedete, oggi ricorre il 48esimo anniversario della morte di Ennio Flaiano, uno dei più grandi scrittori italiani del 900, partner culturale di Federico Fellini, con cui ha scritto le sceneggiature di film memorabili quali “Otto e mezzo” e “I Vitelloni”. Flaiano è un modello per molti perchè lui aveva pacificato se stesso e non si faceva più cattivo sangue al cospetto dei soliti difetti italici su cui, invece, amava scherzare e su cui ci ha lasciato dei fulminanti aforismi e delle brucianti battute, piene di ironia ma soprattutto piene di disincanto.

Noi invece non riusciamo, nonostante siano passati molti anni, ad abitarci ancora a questo costume casertano, rispetto al quale il buttarsi merda in faccia, l’accusarsi vicendevolmente di essere poco meno dei criminali, rappresenta una sorta di gioco, come quelli organizzati ogni pomeriggio da un’ottima Maria De Filippi che mette insieme un vero e proprio set del trash, addestrando molti e improbabili personaggi che se non si sputano in faccia, Gemma e Tina docent, poco ci manca.

E così è pure Caserta: io ti dico che tu sei un delinquente, ma non te lo dico perchè la cosa conti veramente, ma in quanto mi sento tagliato fuori da meccanismi a cui vorrei appartenere. Poi, con una mollica di pane e magari utilizzando, strumentalizzando anche qualche giornale come il nostro che è ancora innamorato, forse inguaribilmente delle favole e degli ideali, tutto viene superato. Amici come prima e più di prima, a meno che poi da un altro versante non arrivi un’offerta più allettante.

E allora, come volete che questa città possa contare in futuro su una buona amministrazione, se i personaggi muovono da queste premesse e si muovono esclusivamente a tutela e a protezione dei propri interessi personali? Cantava il Battisti, “Domanda inutile.

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