MANETTE A CASERTA. La procura vuole il carcere per il giovane imprenditore Raffaele Nunziante

29 Giugno 2024 - 12:17

Per i PM di Santa Maria Capua Vetere c’erano gravi indizi di colpevolezza nei confronti del titolare di Gesim

CASERTA – La procura di Santa Maria Capua Vetere, attraverso un atto firmato dai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, Armando Bosso e Giacomo Urbano, hanno impugnato il rigetto dell’ordinanza cautelare in carcere, a firma dal Gip su richiesta – inevasa – rispetto alla posizione di Raffaele Nunziante, l’imprenditore trentunenne di Caserta, figlio di Ciro, a capo della Gesim.

Il tribunale per Riesame di Napoli, quindi, dovrà stabilire se la scelta della giudice per le indagini preliminari di non accordare l’arresto in carcere per Raffaele Nunziante sia stata corretta o meno.

Nunziante per la procura sarebbe uno degli imprenditori ad aver pagato per comprare voti a favore del candidato al consiglio comunale e poi assessore ai lavori pubblici Massimiliano Marzo. Affidamenti di lavori alle sue imprese sarebbe stato lo scambio previsto dal presunto patto.