Poliziotto penitenziario aggredito da un detenuto

16 Luglio 2024 - 18:59

De Benedictis: “Si tratta di un trend in aumento del tutto preoccupante”

CARINOLA – Ennesimo atto di violenza contro un agente della polizia penitenziaria che la UILPAPP denuncia. L’aggressione si è verificata all’interno della casa di reclusione di Carinola, dove un detenuto, già noto per atti di efferata violenza, nella serata del 15 luglio ha aggredito un agente che è dovuto ricorrere alle cure ospedaliere. Il motivo alla base dell’aggressione all’agente della penitenziaria è stata la protesta del recluso verso l’amministrazione penitenziaria. Il detenuto pretendeva di essere trasferito presso una casa di cura per patologie psichiatriche, sostenendo di esserne affetto. Nel tentativo di calmare il recluso, il poliziotto prima e stato colpito con innumerevoli pugni e poi afferrato al collo. Provvidenziale l’intervento dei colleghi.

“Nei primi 6 mesi del 2024 si registrano 137 aggressioni in Regione Campania, in media 22 al mese, mentre nella sola Casa di Reclusione di Carinola ne sono 19, dato allarmante se si pensa che è un Istituto Penitenziario medio-piccolo -afferma Domenico De Benedictis segretario nazionale Uilpapp – ribadiamo che si tratta di un trend in aumento del tutto preoccupante, sottostimato e, irresponsabilmente, almeno nei fatti, poco attenzionato”.

L’attuale fenomeno ‘aggressioni’ in carcere non ha precedenti neanche in riferimento ai più tristi e famigerati anni 70\80 e andrebbero seriamente studiati in modo celere, quali siano gli effetti criminogeni della pena che determinano tanta violenza – prosegue De Benedictis – i punti oggetto di studio ne sarebbero tanti, ma l’abulia politica, salvo proclami, protocolli fantasma enorme tampone di facciata, che per lo più mirano ad allungare la malattia piuttosto che curarla, spegne di giorno in giorno, sempre di più, le vite in carcere. Sovraffollamento, deleteria carenza di organici  (poliziotti penitenziari, medici, infermieri, educatori), grave e cronica carenza di risorse, strutture penitenziarie inadeguate e fatiscenti, medicina penitenziaria, sorveglianza dinamica, insomma di temi da trattare ce ne sarebbero, ma restano solo chiacchiere da salotto, nella migliore delle ipotesi, almeno per ora. A pagare, nel paese di Cesare Beccaria, saranno sempre i Poliziotti Penitenziari di prima linea e i detenuti”, conclude.