CASERTA. FACCE DI BRONZO. Il trio Marino-Biondi-Vitelli pubblica un subappalto per mostrare trasparenza alla COMMISSIONE D’ACCESSO

10 Agosto 2024 - 11:30

Non lo fa mai o quasi mai. Quella che noi da anni chiamiamo la cucina degli orrori, ossia l’ufficio tecnico del comune di Caserta, è anche uno dei maggiori porti delle nebbie d’Italia e d’Europa. E con il meccanismo dei consorzi sono decine e decine le imprese che hanno lambito storie di camorre, imprenditori con problemi giudiziari aggiudicatari d’appalto. E non illudetevi sulla pubblicazione nel giorno parafestivo di sabato 10 agosto e vi diciamo perché

CASERTA – Nel posto in cui sono state nascoste sistematicamente le procedure, i verbali di gara degli appalti, nel posto in cui si è brigato sottobanco per lisciare il pelo anche a qualche magistrato prestato alla politica, assumendo figli e nipoti, nel posto in cui una società a rischio fallimento viene sostituita dalla sua gemella, stessa sede sociale, stessa proprietà, con un blitz realizzato in 24 ore (e questo sarà un altro revival da Casertatechetechetè, che mettero a disposizione della commissione d’accesso), all’improvviso quelli dell’Ufficio Tecnico, guidato dal pluri indagato e imputato Franco Biondi, vengono fulminati sulla via di Damasco, leggete un po’ – questi davvero si credono i più dritti, i più furbi -, udite udite, nei giorni ferragostiani, quelli in cui è successo di tutto e di più, viene

pubblicato la determina per un subappalto.

Roba da pazzi. Perché i furbetti, a partire da Carlo Marino, sanno molto bene che la commissione d’accesso vorrà avere tutti – nessuno escluso – i dati sui subappalti delle imprese affidatarie di lavori pubblici e dei professionisti che hanno incassato spesso soldi a palate dal comune di Caserta per progettazioni che in tante occasioni sono finite in un binario morto.

E vediamolo, dunque, questo subappalto, avvertendo sin da adesso che Marino, Biondi e gli altri non si illudessero che l’uscita di questo articolo nel giorno sabato 10 agosto possa farlo passare inosservato. Perché questo articolo, oltre ad essere riproposto in cima al nostro sito lunedì mattina, lo sarà insieme a tanti altri il giorno 26 agosto, lunedì 2 settembre e lunedì 9 settembre, in modo che nessuno possa perderselo.

E lo stesso faremo con tanti altri articoli che popoleranno queste nostre giornate di lavoro. Perché il 10 agosto, giorno di San Lorenzo da Huesca, è sì una delle giornate più importanti consacrate all’estate del divertimento e della distrazione, ma è anche il giorno, anzi il crepuscolo delle stelle cadenti.

Dunque, un tempo, un giorno a cui non mancano certi gli spunti per le metafore della vita.

Correva invece il giorno 8 di agosto (San Domenico), a commissione di accesso già attivata – guarda un po’ – la coppia d’oro dell’Ufficio Tecnico, Franco Biondi e Luigi Vitelli, ci tenevano a far vedere i loro nomi a quelli della commissione, nel momento in cui firmavano un atto amministrativo che al comune di Caserta è più difficile da reperire di quanto non lo sia il leggendario Santo Graal.

Mi.Ra. Costruzioni, che poi non si capisce perché le sedi le vanno a mettere al nord, in questo caso a Milano, quando i titolari sono tutti di qua, ha ricevuto, per la gioia dell’amministratore dell’impresa, Antonio Falanga, il subappalto del 30% (107 mila euro) dei lavori edili da 233 mila euro dalla ditta vincitrice dei lavori per l’impianto sportivo di San Clemente, ovvero il Consorzio Artemide, con sede a Roma, questa volta con una latitudine inferiore rispetto a quella della Mi.Ra, relativamente alla questione delle sedi sociali.

A dirla tutta, con i consorzi stabili o meno stabili questi ragionamenti valgono fino a un certo punto. Perché una delle tecniche attuate dai grandi professionisti che abitano questo territorio è quello di utilizzare consorzi realmente attivi in altre zone, per coprirsi le spalle, per entrarci all’interno tomi tomi, quatti quatti, riconoscere al consorzio stesso quell’1/2% che tocca a chi nominalmente una gara si aggiudica e sempre tomi tomi, quatti quatti, sempre in violazione alla legge sono tanti i comuni che “dimenticano” di indicare nei propri atti amministrativi chi sarà l’attuatore dei lavori, arrivano a papparsi appalti milionari.

I casi che stiamo esaminando è un po’ più articolato. Dovremmo fare un patto con la commissione d’accesso: se il ministero degli Interni ci assegna un piccolo budget per le visure camerale, noi elencheremo al Viminale le generalità dei prestanomi, dei prestanomi dei prestanomi e anche dei parenti dei prestanomi.

Qui c’è un consorzio che si chiama Artemide. Non possiamo dire che già il consorzio come tale possieda un’anima casertana o se faccia parte di quella categoria da noi appena citata dei consorzi realmente costituiti altrove da persone non casertane, come è ad esempio, giusto per farvi capire, il mitico Ciclat, consorzio di Ravenna, che incuba al suo interno di tutto e di più, oppure il consorzio Energos che appartiene alla decina e decina di soggetti giuridici in cui, immancabilmente, partecipa direttamente o via prestanomi il mitico Raffaele Pezzella.

Per dire la verità, non avremmo neanche conosciuto pure in questo caso il nome dell’impresa esecutrice di questi lavori, se non fosse stata presente la stringata citazione della Omnia Project quale impresa esecutrice, ma senza nessun riferimento a partita iva o a sede sociale, nel passaggio che Vitelli e Biondi dedicano al Durc.

Ora, già un impresa che si chiama Omnia è intrisa di autostima, dato che si sente in grado di progettare tutto, ogni cosa e che quindi ritiene una cosa minima questi lavori di San Clemente, non opponendosi alla decisione del Consorzio Artemide di inserire nella partita, tramite il subappalto di una porzione dei lavori, il buon Antonio Falanga, che i dirigenti dell’Ufficio Tecnico segnalano come nato il 6 febbraio 2024.

Ora, è vero che il comune di Caserta si è segnalato come il più potente scouting di giovani talenti, alla luce di alcuni legali rappresentanti di società affidatarie tra i 20 e i 25 anni, ma qui siamo di fronte ad un esperimento di portata planetaria, perché il Falanga – secondo Biondi e Vitelli – avrebbe appena compiuto i sei mesi, ancora nel periodo dello svezzamento tra latte materno e pappine, più che in quota ufficio, in quota battesimo.

La verità è che questi due personaggi, ovvero Biondi e Vitelli, si sono trovati di fronte all’affanno di dover camminare in un territorio a loro sconosciuto, quello della trasparenza, e per fare presto hanno scritto che il titolare dell’impresa ha appena sei mesi di vita.

Vabbé, abbiamo capito che ci divertiremo nei mesi in cui la commissione d’accesso opererà al comune di Caserta, perché per la prima volta da decenni i grandi chef della cucina degli orrori saranno costretti a pubblicare tutto e con trasparenza, cosa che non hanno mai e poi mai fatto.

Infine, una nota storica. L’ultimo subappalto pubblicato dal comune di Caserta e da noi scavato da noi come reperto archeologico risale al 12 dicembre del 2023. Il ritmo è quello di tre/quattro l’anno, riteniamo neanche il 10% di quelli attribuiti dalle società vincitrici di gare.