Zannini indagato per concussione e corruzione: una gita in yacht a Capri per il consigliere regionale trattato come un sultano, è costata 7.300 euro

3 Ottobre 2024 - 19:35

Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, il consigliere regionale è stato ripreso in un video mentre consegnava personalmente dei “pizzini” contenenti i nomi dei candidati da favorire, bypassando così le procedure concorsuali e garantendo l’assunzione a persone non necessariamente meritevoli

CASERTA – Emergono nuovi particolari sull’indagine che ha coinvolto il consigliere regionale Giovanni Zannini indagato per i reati di concussione e di corruzione sottoposto a più perquisizioni durate tutta la giornata. Con lui sono indagati Alfredo Campoli, sua figlia Marianna Campoli i fratelli Paolo e Luigi Griffo imprenditori di Castel Volturno titolari dell’azienda Spinosa Spa, specializzata nella produzione di Mozzarella di Bufala Campana Dop e dei suoi derivati. Un intervento chiesto in relazione alla realizzazione di un impianto per la produzione della mozzarella, per il quale i Griffo dovevano risolvere problematiche di carattere amministrativo con la Regione Campania. Zannini si sarebbe impegnato a muoversi appunto presso gli uffici regionali ricevendo in cambio una gita su un lussuoso yacht costata oltre 7.300euro.

Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, il consigliere regionale avrebbe consegnato personalmente dei “pizzini” contenenti i nomi dei candidati da favorire, bypassando così le procedure concorsuali e garantendo l’assunzione a persone non necessariamente meritevoli.

Le accuse a carico del consigliere regionale sono supportate da un corposo dossier investigativo. In primo luogo le conversazioni registrate avrebbero catturato Zannini mentre impartiva direttive precise su come manipolare le graduatorie e favorire determinate candidature.

Poi ci sono le immagini di videosorveglianza avrebbero ripreso il consigliere regionale mentre consegnava materialmente i “pizzini” agli uffici dell’Asl. Durante le perquisizioni effettuate nelle abitazioni e negli uffici di Zannini e degli altri indagati, sono stati sequestrati numerosi documenti che confermerebbero il coinvolgimento del politico in un sistema corruttivo consolidato.


L’inchiesta ha svelato un meccanismo perverso in cui il potere politico veniva utilizzato per condizionare l’accesso al lavoro pubblico, con gravi ripercussioni sulla trasparenza e sull’equità delle procedure concorsuali. Le indagini sono ancora in corso e potrebbero portare all’emersione di ulteriori responsabilità.