CARINARO. Debiti fuori Bilancio da 700 mila euro. Precisa prescrizione del revisore ma la sindaca e Salvatore Fattore se ne infischiano
12 Novembre 2024 - 15:24
Tutto nasce da un contenzioso che coinvolgeva anche l’ Asi. IN CALCE ALL’ARTICOLO IL TESTO DEL PERENTORIO ARERE DEL REVISORE PUC
CARINARO – (g.g) Una rapidissima premessa su un argomento che abbiamo sollevato noi di CasertaCe (Clicca e leggi) e su cui non abbiamo avuto la possibilità e il tempo di ritornare.
Nelle ultime settimane abbiamo letto diversi interventi, affidati alla stampa locale, della vice sindaca di Carinaro, Pina Sardo, di professione avvocato che, quando parla, lo fa anche per conto della sindaca Dell’Aprovitola. Per la Sardo ha rappresentato, ultimamente, un argomento centrale per la vita e per la risoluzione dei problemi dei carinaresi, quello di minimizzare, anzi azzerare, i meriti che il consigliere comunale di opposizione, l’avv. Stefano Masi, si è guadagnato grazie alla sentenza del Tar che ha dichiarato soccombente il comune di Carinaro, rispetto al ricorso avverso la delibera di bilancio approvata il 2 agosto.
A parte il fatto che è discutibile spendere tutte queste energie per sciorinare interviste mentre la sindaca e la sua vice dovrebbero conservarle e utilizzarle per affrontare questioni che a 5 mesi dalle elezioni sono rimaste totalmente insolute. Ma se proprio vogliamo andare nel merito della polemica, mica è colpa di Stefano Masi se lui è persona che “la laura” se l’e presa in un’università pubblica, e si tratta di uno degli avvocati amministrativisti più preparati di questa provincia.
Ha studiato. Che facciamo? Lo crocifiggiamo in Piazza Trieste per aver compiuto questo atto trasgressivo rispetto alla media dei funzionari e dei politici locali e provinciali che negli ultimi anni hanno arricchito Cepu, la Nicolò Cusano, la E-Campus, nonché quelle ubicate in alcuni piccoli capoluoghi di provincia, o anche all’interno di alcune province, come Cassino o Camerino ecc. ?
Direbbero a Roma: ve dovete sta! Tutto sommato la sindaca Dell’Aprovitola e la sua vice Pina Sardo dovrebbero ringraziare Masi perché in questa vicenda hanno imparato qualcosa e magari la prossima volta non ricadranno in errore.
Fatta la premessa, veniamo all’argomento di questo articolo che riguarda un comune di cui vorremmo occuparci molto di più, in quanto ad esso siamo legati da un’affettività professionale, risalente al tempo in cui ci occupammo, riuscendo anche a contribuire a che una gigantesca porcheria fosse evitata. Ci riferiamo ai 250.000mq che un Commissario prefettizio pensionando, di nome Luigi e di cognome Palmieri, voleva in pratica impacchettare all’imprenditore Ferdinando Canciello, trasformandoli da agricoli ad industriali.
Pur non avendo i mezzi di occuparci dei comuni più piccoli, a Carinaro ci lega questo ricordo e, quindi, quando possiamo…
Debiti fuori bilancio
Oggi scriviamo di questo. Precisamente di un debito fuori bilancio.
Tutto nasce nel 2001 allorquando i signori Lamberti Sagliano impugnano al Tar la procedura di esproprio di alcuni loro terreni situati nel comprensorio Impreco che era stata posta in essere dall’ASI e dall’Ut comunale nell’interesse del Consorzio industriale.
Bisogna sottolineare che l’Asi, in quel periodo, non era più un Ente in grado di esercitare legittimamente una potestà di esproprio, essendo addirittura intervenuta anche la Corte costituzionale a bocciare il pastrocchio di leggi regionali che via via avevano, nel tempo, prorogato l’efficacia dei PRG consortili.
Questo contenzioso, sviluppatosi innanzi al Tar Campania, esprime due sentenze di merito che condannano sia il comune di Carinaro, che aveva nell’interesse dell’ASI curato parte della procedura espropriativa, sia l’ASI stessa, per atti propri nonché in qualità di beneficiaria degli effetti del procedimento.
Va sottolineato che il primo verdetto del TAR viene notificato al comune di Carinaro nel corso dei primi mesi dell’amministrazione comunale capeggiata dal sindaco di allora, che è anche sindaco di oggi, cioè Dell’Aprovitola.
L’ASI, divenuta a quel tempo, proprietà esclusiva di Stefano Graziano e Raffaela Pignetti, fa orecchie da mercante e piange miseria.
E così il giudizio riparte di nuovo con i creditori che chiedono l’ottemperanza delle sentenze di merito e con il TAR che stabilisce che la somma che spetta ai creditori, pari a circa un milione e 300mila euro, deve essere pagata improrogabilmente.
L’ultimo commissario prefettizio, Biagio del Prete, che ha retto le sorti del comune fino al giugno scorso, affronta la questione da Commissario Prefettizio. Chiede dunque agli avvocati dei creditori una transizione e la ottiene sulla base di un pagamento triennale di un primo 50%, pari cioè a circa 600mila euro, con la promessa di non aggredire, prima che siano trascorsi almeno i prossimi 3 anni, il comune di Carinaro per gli altri 600mila e rotti che devono avere.
La copertura del pagamento, come fanno i Commissari che di solito, ripetiamo, di solito, perché qualche volta capita il contrario, non fanno politica, e dunque Del Prete trova la copertura aumentando le tasse ai carinaresi: porta l’addizionale IRPEF dallo 0,4 allo 0,8 e il gioco è fatto.
Attenzione, pero: rimangono appesi gli altri 6-700mila euro e qui irrompe sulla scena in maniera un po’ inaspettata, ma sicuramente lodevole, il Revisore dei Conti, Francesco Puca, il quale non la manda certo a dire al comune di Carinaro, come dimostra l’incredibile parere che alleghiamo in calce all’articolo, e, in pratica, condiziona, i primi passi del ritornante Salvatore Fattore, sulle cui qualità ci siamo espressi più volte in questi anni, e l’ultima volta solo sabato scorso, per un’operazione a dir poco oscena, che sta mettendo in atto al comune di Marcianise, dove opera principalmente, con Carinaro in posizione complementare, per il grande amore politico-professionale nutrito, e ricambiato, nei confronti della sindaca Dell’Aprovitola, la quale non capisce che, con questo qua, pratica su se stessa, poi magari le piace, ognuno ha i gusti che meglio ritiene opportuno, l’arte o il peccato del masochismo.
Il Revisore dei Conti, dunque, aveva scritto al Commissario nel mese di giugno, dando l’ok all’operazione transattiva dei 600mila euro, ma aveva contestualmente e duramente sottolineato che non c’era altra soluzione al riconoscimento integrale del debito fuori bilancio risultante da sentenza. Non solo, ma indicava, con serietà, la strada del rigore economico della politica di bilancio, per recuperare questa somma dall’avanzo di amministrazione.
I primi di luglio arriva Fattore e fa esattamente il contrario.
Il Revisore aveva richiesto che il tutto andasse chiuso entro il 31 luglio, cioè entro i termini per l’approvazione del Riequilibrio di bilancio e la coppia Dell’Aprovitola-Fattore se ne frega.
Anzi, fa in modo, con espedienti, e nascondendo tonnellate di polvere sotto al tappeto, al punto che Stefano Masi è costretto a presentare ricorso per tutelarsi, dato che, da quel momento in poi, tutte le delibere successive di bilancio saranno condizionate da scelte di dubbia, di molto dubbia legittimità, in quanto l’avanzo di amministrazione non è stato utilizzato per finanziare il debito fuori bilancio ma per autorizzare anche spesa corrente.
Il Revisore dei Conti, nonostante le temperature dei primi giorni d’agosto, preso atto di esser stato sonoramente ignorato in fase di Riequilibrio, con il successivo parere si limita a rivendicare la mancata evidenza contabile dell’intero debito, ma lo fa senza calcare nuovamente la mano, riportandosi al propri precedenti scritti.
Invece di fare comunicati stampa a vanvera a giornali che non conoscono né i fatti né gli antefatti, la Dell’Aprovitola e la sua vice rispondessero alla seguente domanda di CasertaCe, noi siamo pronti a pubblicare integralmente la replica e ad aprire un dibattito democratico e, come si suol dire, plurale e pluralista.
Gentile sindaca Dell’Aprovitola e gentile vice sindaco: cosa deve fare la minoranza?
Deve applaudirvi? Deve dirvi bravi perché ve ne siete fregati di un importantissimo parere del Revisore dei conti o ha il dovere civile, morale, politico, giuridico, attinente alla difesa quasi elementare di fondamenti di legge, di spedire tutti gli atti alla Corte dei Conti?
Risponderanno? La vediamo difficile…!
Nel frattempo vi lasciamo alla lettura dell’impietoso parere dell’Organo contabile