I CANTIERI E L’ODORE DI CAMORRA. Ma chi è Francescone? Pluri-arrestato che fa milioni con la sua Egizya. Da prestanome di Belforte, secondo la DDA, e da mediatore del re dei cantieri ASI, sempre secondo la DDA. E Aniello Iuliano…

24 Dicembre 2024 - 11:57

A questo punto ci siamo ingolositi, dopo aver trovato anche un secondo “spettacolare” cantiere a Caserta, nell’area Saint Gobain, zona ex fallimento Alois, dove avviene il connubio tra Filippo Fecondo e lo stesso Francescone che al Big-Toraldo opera con un suo vice

CASERTA/MARCIANISE (g.g.) – Qualche nostro lettore negli ultimi giorni ci ha rimproverato di essere troppo morti con il dirigente dell’Ufficio Tecnico di Marcianise, Aniello Iuliano. Non è assolutamente così.

Lo abbiamo difeso e abbiamo auspicato un suo ritorno di ruolo nell’UTC e specificatamente nella ripartizione Urbanistica che governa lo Sportello unico per l’edilizia, o SUE, che dir si voglia, in quanto questo era ormai alla mercé della coppia costituita dal vicesindaco Pasquale Salzillo e dall’ingegnere Angelo Piccolo.

I due, coscientemente, con l’avallo del sindaco Antonio Trombetta, che non può ritenersi responsabile di ciò,

avevano vìolato le leggi sulla trasparenza, svuotando totalmente l’albo pretorio e non pubblicando sullo stesso i permessi di costruire attribuiti e non, le SCIA nemmeno per il tempo obbligatorio di 15 giorni.

Di fronte a questa grave mancanza di trasparenza, Aniello Iuliano, che era stato marginato dalla dinamica coppia Salzill-Piccolo, ci è sembrato una sorta di male minore.

IULIANO IL MALE MINORE. MA NON CAMBIA IL NOSTRO TRATTAMENTO

Detto ciò, noi tratteremo Iuliano esattamente come abbiamo trattato Angelo Piccolo e tutti coloro che negli anni si sono succeduti al timone dell’Ufficio Tecnico, a partire da Fulvio Tartaglione, che oggi, per equità, consideriamo vittima della malapolitica marcianisana, ma che un tempo era protagonista dei nostri quotidiani strali (centro direzionale Vanvitelli e tanto altro), perché ritenevamo che, con l’aggravante di essere persona di grande competenza, favorisse questo o quel centro di potere, questo o quel corruttore.

Che ne sa Antonio Trombetta che onoriamo delle nostre risposte da testimoni di tanti tempi perigliosi in una città di Marcianise sempre risparmiata dalla magistratura inquirente della DDA di Napoli sui rapporti evidenti tra politica e camorra. Che ne sa Antonio Trombetta che ci costringe a leggere le sue sciocchezze, le sue cazzate che affida ad una penna banalissima, da farlo percepire in una caricatura di se stesso, al timone della sfigatissima terza città della provincia di Caserta.

E il nome di Iuliano comincia ad affiorare in questi giorni per la vicenda del supercantiere aperto presso l’area che fu un tempo prodiga e generosa di chi vi insediò il Big Maxicinema, la multisala più importante di questa terra. Aver colto in quel cartello di cantiere relazioni dubbie tra un professionista, l’ingegnere Fabio Raucci, e un’impresa, la Egizya srl, piena di problemi, per anni in odore di camorra e con un uomo al suo timone che ha riempito le pagine, almeno le nostre, di cronaca giudiziaria.

NON SOLO CANTIERE BIG-TORALDO: FRANCESCONE IN MEZZO ANCHE ALLE ESTORSIONI AI CANCELLO

I Simonetti, proprietari e fondatori della Caffè Toraldo, sono una famiglia napoletana che conosce bene certi equilibri di Marcianise. Li conosce bene da quando acquistò, direttamente o per interposta persona, il noto ristorante casertano Mulini Reali. Sanno bene i Toraldo chi sia Biagio Francescone, amministratore unico di Egizya che, attenzione, non ha avuto contatti diretti con la DDA di Napoli solo in occasione dell’ordinanza, chiesta ed ottenuta, dal pubblico ministero Luigi Landolfi in merito alla vicenda che coinvolse anche il costruttore di San Nicola la Strada, Carlo Sparaco, ex presidente della Casertana, relativamente al palazzo di piazza Matteotti venduto proprio ad Egizya, quale ristoro, secondo la DDA, di quello che Sparaco non aveva versato nelle casse del clan dei Mazzacane, così come emergeva da un colloquio svoltosi in carcere, a Sassari, tra il superboss Domenico Mimì Belforte, la moglie Maria Buttone, il loro genero e un 17enne, il cui nome non emerse, in quanto minorenne, che smaniava per diventare un picchiatore (e magari anche un killer), proponendo di menare Sparaco.

Biagio Francescone ci conduce anche ad una storia molto più recente: venne arrestato poco più di due anni fa in quanto avrebbe svolto la funzione di mediatore, accettato come tale anche dall’imprenditore Ferdinando Canciello, per il versamento da parte di quest’ultimo per il versamento di tangenti estorsive al clan dei Casalesi, con la fazione Bidognetti che chiedeva a questi il pizzo.

Francescone è stato scarcerato e, presumibilmente, conoscendo i tempi della giustizia e ritenendo abbia scelto il rito ordinario, difficile pensare che sia già fuori da innocente in questa vicenda. Ma noi siamo garantisti e Francescone è non colpevole fino a sentenza definitiva.

LAVORI PRIVATI, MA I PERMESSI SONO PUBBLICI

Vogliamo anche accettare che lui continui a svolgere la funzione di imprenditore che, ricordiamo, è frutto di un’attività privata, ma si attiva tramite procedure pubbliche dei citati permessi di costruire, che oggi al comune di Marcianise firma Iuliano e che a Caserta, come se niente fosse, continuano a firmare gli stra indagati e stra imputati, Franco Biondi e Luigi Vitelli.

Ma quello che è inaccettabile, quello che, a nostro avviso, rappresenta un grosso buco legislativo e che consente alla società Egizya a Marcianise e alla Reinforced Concrete a Caserta, visto che sono la stessa cosa, dato che hanno la sede uguale e in quest’ultima impresa il rappresentante è proprio Biagio Francescone, funzione che in pratica vanifica il ruolo di amministratore unico di Giovanni Stellato, di acquisire commesse milionarie da privati, da imprenditori Toraldo a Marcianise e il misterioso (non per noi) titolare di un noto marchio di supermercati a Caserta, nella zona Saint Gobain, ex fallimento Alois, senza avvertire la necessità di ricevere una certificazione formale da qualche autorità dello Stato.

CHI C’E’ DIETRO?

È mai possibile che uno come Francescone, un prestanome evidente, che secondo la DDA lo è stato di Camillo Belforte, figlio di Domenico, e che leggendo l’ordinanza di due anni fa forse è prestanome di qualche imprenditore nelle aree dell’ASI di Aversa Nord, non debba essere monitorato, almeno fino a quando i suoi problemi giudiziari non saranno superati in maniera positiva?

Ma chi è questa Egizya, allora? Chi c’è dietro, fermo restando le valutazione della DDA nella vicenda Sparaco o che l’Antimafia ha fatto intravedere nella vicenda estorsiva Bidognetti-Canciello? Sicuramente, Biagio Francescone ama una particolare categoria professionale di architetti e ingegneri, capitanata da Filippo Fecondo, progettista e direttore dei lavori, ma tanto altro ancora, dell’immobile in costruzione sull’area di Caserta che fu della famiglia Alois, prima del crac finanziario.

In effetti, quando si parla di Fecondo, il ragionamento porta all’ASI della sua vicepresidenza, ma all’ASI in generale, essendo stato arruolato da Canciello nella vicenda dei 200 mila metri quadri di Carinaro, già trattata da CasertaCe.

Quelli del comune capoluogo non li trattiamo nemmeno, si tratta di Biondi e Vitelli e quindi già sappiamo. Per quanto riguarda Marcianise, cercheremo di capire se a firmare il permesso sia stato proprio Iuliano il quale si scioglie letteralmente dinanzi alla genia dei suoi colleghi, capitanata da Fecondo e costituita dall’ingegnere Fabio Raucci, un tempo dall’architetto Di Pascale, e aggiungiamoci pure l’ingegnere Antonio Di Leva che, non a caso, ha anche un incarico nel cantiere Big-Toraldo.

Conclusione: speriamo sia stato Aniello Iuliano in persona, con i buon uffici dell’assessore ai Lavori Pubblici, Stefano Farro, a mandarci il testo del permesso di costruire. In caso contrario, lo troveremo noi.

Per ora, passiamo e chiudiamo. E buon Natale.