LA NOTA. La memoria selettiva del PD di Schlein e Camusso. Oliviero cacciato per le tessere, su Carlo Marino imputato e sciolto per camorra neppure una parola
24 Aprile 2025 - 13:56

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Probabilmente perché protetto da Stefano Graziano il quale, con una sua tipica azione di trasformismo, ha prima appoggiato Bonaccini alle Primarie e poi si è fatto proteggere dall’amico Francesco Boccia, abile a puntare sulla vittoria della segretaria
CASERTA (gianluigi guarino) – Che dobbiamo fare? Un’articolessa delle nostre – poi dicono che ce la tiriamo, ma in realtà siamo molto autocritici sui nostri difetti – per raccontare il rapporto tra il PD casertano, quello che Elly Schlein ha commissariato con Susanna Camusso, antica segretaria generale della CGIL, oggi senatrice di questo collegio, con il senso, il segno i principi, le prassi della legalità?
No, non vale la pena perdere tempo. E magari gli articoli molto brevi servono anche di più per comunicare qualcosa che arrivi realmente.
Il PD è stato commissariato a seguito delle vicende verificatesi durante la fase di tesseramento che ha anticipato le elezioni generali, impropriamente dette primaria, vinte dalla Schlein ai danni dell’allora presidente della regione Emilia Romagna, ora europarlamentare, nonché presidente del PD, Stefano Bonaccini.
Quel tesseramento, ritenuto gonfiato ed irregolare, si tramutò in un processo sommario, un atto di accusa nei confronti del presidente del consiglio regionale, Gennaro Oliviero, e di quel simpatico fessacchiotto, lo diciamo con massima e reale tenerezza, di Massimo Schiavone, figlio di Michele Schiavone, cioè di colui che viene considerato il re della RSA in provincia di Caserta.
Insomma, due sessani messi sotto accusa che poi si è tramutato in un clamoroso diniego alla richiesta di iscrizione al partito, negata sia ad Oliviero, sia a Schiavone.
Parlare di doppiopesismo è poco rispetto all’area che fa a capo o che è comunque connessa a Stefano Graziano il quale, furbo come al solito, ha prima appoggiato Bonaccini alle primarie e poi si è riparato sotto l’ala protettiva del suo amico Francesco Boccia, uno che ha avuto il merito di essere, a sua volta, un fubissimo, di percepire il vento che tirava tra gli iscritti del PD, e di andare della Schlein, non certo perché innamorato della sua linea politica, bensì perché ha puntato alla sua vittoria, ben ripagata dalla nomina a capogruppo della Camera dei democratici, in uno status che lo vede come numero due del partito, quale presunto catalizzatore di un’area più moderata rispetto a quella della segretaria, evidentemente più spostata a sinistra.
Risultato di tutto questo: Susanna Camusso ha chiuso un occhio, anzi, due, sulle vicende riguardanti Carlo Marino. Un pezzo grosso del partito che ha rappresentato il PD anche nell’ANCI regionale, dalla cui presidenza si è dimesso da qualche giorno. E ci sarà pure mancato, visto che gli manca il titolo necessario per esserlo ancora, ossia, la carica di sindaco di un comune.
Carlo Marino è stato anche il coordinatore della campagna elettorale alle ultime elezioni politiche per Stefano Graziano. Insomma, un dirigente di primissimo piano. Fatto fuori Gennaro Oliviero, l’ex sindaco Marino ha condiviso, con il rosso di Teverola, la figura di personaggio politico più influente del PD in provincia di Caserta.
Ora, mettiamo pure che la decisione di sciogliere il comune capoluogo sia frutto di una macchinazione politica, come dice Carlo Marino e come non diciamo noi di CasertaCe che, ormai apolidi della politica, ce ne fottiamo del centrodestra e del centrosinistra, e che nei giorni scorsi abbiamo pubblicato tutti i motivi sostanziosi, sostanziali ed effettuali (CLICCA E LEGGI) per cui lo scioglimento del comune di Caserta per infiltrazioni e condizionamento camorristico è stata una scelta inevitabile e che tale sarebbe dovuta essere sin dai tempi della sindacatura di Pio Del Gaudio, quindi, centrodestra, quando dettavano ugualmente legge gli stessi gruppi di potere vicini ai camorristi casertani e dell’agro aversano.
Ma mettiamo che questa puttanata della macchinazione politica sia reale. Il PD, la Schlein, la Camusso, mettendo insieme questo evento con il rinvio a giudizio di Carlo Marino, accusato dalla DDA di turbativa d’asta, con tanto di conferma di un Gip/Gup del tribunale di Napoli, ai tempi del procuratore Melillo, oggi super-procuratore della Direzione nazionale antimafia e considerato uomo vicino al PD e all’ex ministro Orlando, di cui è stato capo di gabinetto. Dicevamo, mettendo insieme lo scioglimento e l’accusa di aver turbato un appalto pubblico da 116 milioni di euro per l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani a Caserta, assieme al suo antico sodale di Forza Italia. Essì, perché, Carlo Marino è stato per anni il pupillo di Nicola Cosentino.
Visto tutto ciò, è possibile che le signore Schlein e Camusso tacciano solo perché Carlo Marino è aggregato al carro di Stefano Graziano?
Dunque, il presidente del consiglio regionale Oliviero viene cacciato dal partito per una presunta operazione di tesseramento forzato e per un’accusa piuttosto stravagante di traffico d’influenze formulata dalla procura di Aversa Napoli Nord; dall’altra parte non viene spesa una sola parola di biasimo nei confronti del sindaco sciolto dal consiglio dei ministri a causa delle infiltrazioni camorristiche.
Ma quale credibilità può avere Elly Schlein, ma quale credibilità può avere Susanna Camusso nel momento in cui si atteggiano a tutrici della legalità, a facce pulite, rispetto ad una storia poco commendevole del PD meridionale?
Ma quale credibilità può avere un processo precongressuale come quello appena iniziato? Zero. Figli e figliastri. Doppiopesismo. Controetica della discriminazione, memoria selettiva.
Questo è. E questa volta il “(se vi pare)” di Luigi Pirandello non c’azzecca proprio nulla