PROVINCIA E APPALTI. Quasi UN MILIONE di decreto ingiuntivo: maxi richiesta del consorzio-socio di Raffaele Pezzella, sotto processo DDA e accusato di aver pagato mazzette proprio a dirigenti della Provincia
18 Agosto 2025 - 16:19

La restante parte – oltre 4 milioni e trecento mila euro – sarà introitata da società riconducibili, secondo la DDA di Napoli, all’imprenditore di Casal di Principe
CASERTA – 868 mila euro su una somma da 5 milioni complessivi per i lavori. E quanto ha richiesto il Consorzio stabile con sede a Bologna, Fenix, all’amministrazione provinciale di Caserta, arrivando a presentare all’ente di via Lubich un decreto ingiuntivo ottenuto dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La Fenix è una delle due ditte aggiudicatarie dei lavori sulla direttrice stradale, il ponte Caserta Monti del Matese, gara affidata nel giugno del 2020.
La storia però è più complessa di così. Si tratta di una delle procedure di gara più inquietanti emerse negli anni dell’amministrazione di Giorgio Magliocca, presidente della provincia di missionario dopo lo scandalo giudiziario che lo ha colpito.
Infatti, la procura di Benevento ha arrestato, poi scarcerato, e portato a processo di imprenditore di Casal di Principe Raffaele Pezzella, accusandolo di aver fatto da tramite per pagare una mazzetta ad un dirigente della provincia di Caserta, rimasto incredibilmente ignoto, un po’ per colpa dei pochi mezzi tecnici della procura di Benevento, ma anche a causa di un certo immobilismo della procura di Santa Maria Capua Vetere, al tempo guidata dalla procuratrice Maria Antonietta Troncone, per affidare il servizio di progettazione a degli esperti ingegneri beneventani.
Quindi, Pezzella, che ben conosce gli uffici della provincia di Caserta, avrebbe fatto da tramite per pagare la mazzetta. E lui stesso si è poi aggiudicato la gara per i lavori da 5 milioni di euro, attraverso la sua società, per la precisione una società a lui riconducibile secondo la DDA di Napoli, la SC costruzioni, ora Bis srl, assieme al Consorzio Fenix, che, ipotizziamo, ha segnalato quale ditta esecutrice un’altra impresa vicina al mondo imprenditoriale di Pezzella, probabilmente Marrell o La Rocca cooperativa di Gianpaolo Benedetti, indagato nel caso Magliocca, visto che è abbiamo visto la stessa accoppiata per un appalto da 15 milioni di euro dell’Asl di Caserta,
Quindi, un imprenditore accusato dalla Procura di Benevento di corruzione di dirigente all’amministrazione provinciale di Caserta, la stessa accusa che gli fa la DDA di Napoli, con aggiunta dell’aggravante camorristica. Per i pm dell’Antimafia di Napoli Raffaele Pezzella sarebbe un corruttore di funzionari alla Provincia di Caserta e un imprenditore legato al clan dei Casalesi, accusa messa nero su bianco da alcuni pentiti, tra cui chi il clan l’ha guidato, quel Nicola Schiavone figlio di Francesco Schiavone Sandokan.
Pezzella è anche accusato anche di aver fatto truccare gare d’appalto da Piero Cappello al comune di Calvi Risorta.
Ormai abbiamo scritto talmente tante volte quanto sia stato assurdo che non sia emerso il nome del dirigente dell’amministrazione provinciale di Caserta che ha ricevuto una mazzetta e che la procura di Santa Maria Capua Vetere non ha chiesto lumi a chi il progetto ha guidato, ovvero il funzionario storico della provincia, ora in pensione, Antonino Del Prete, che pare inutile spingere di nuovo sul concetto.
Quando, a tre anni di distanza, CasertaCE riuscì a scoprire (CLICCA E LEGGI) che nella gara truccata in cui Raffaele Pezzella ha fatto da intermediario era risultate vincitrici, per le indagini della DDA di Napoli, società che gestiva o che comunque erano a lui vicine, ci chiedevamo se l’interesse di Pezzella rispetto ai lavori sulla direttrice Caserta monti del Matese si fermassero solo alla progettazione, oppure se a quel funzionario ignoto aveva sponsorizzato con forza il consorzio Fenix e la “sua” S.C. Costruzioni.
Sciorinata questa serie di situazioni, spiegato il contesto, ci pare non esagerato definire inquietante la gestione dell’appalto da 5 milioni sul ponte che sovrasta la zona del Matese.
Questo decreto ingiuntivo, tornando alla cronaca più recente, mostra, a nostro avviso, quanto sia inferiore la somma che ricavano questi consorzi, quando partecipano alle gare in nome per conto di ditte iscritte al loro interno, rispetto alla commessa definitiva.
Infatti, 868 mila euro richiesti dal Fenix sono all’incirca un terzo dei cinque milioni e 207 mila euro relativi alla appalto di gara. Per esclusione, il resto della cifra – 4 milioni e 339 mila euro, circa – sarà incamerata dall’esecutrice e da S.C. Costruzioni, ora Bis, guidata da un certo Salvatore Misso, cugino del socio in affari di Pezzella, Tullio Iorio. Nelle scorse giornate, il presidente dell’amministrazione provinciale di Caserta, Anacleto Colombiano, nelle scorse ore, ha firmato l’incarico legale agli avvocati Daniela Maddaloni e Raffaella Zagaria per resistere al decreto ingiuntivo quasi milionario presentato dal consorzio socio di gare di Raffaele Pezzella.