Assunzioni scandalo alla Provincia. Tra i “prescelti” da Zannini anche il neo arrestato Marcantonio Ferrara e la (da poco) ex assessora Anna Cioffi

28 Ottobre 2025 - 12:12

Un’altra prova sulla validità delle nostre ragioni

CASERTA (G.G.) – Magari sono nomi che abbiamo già fatto in passato, ma, come capita per le canzoni, non tutte sono destinate a diventare evergreen o potenziali cover. Qualcuna però sì, anzi più di qualcuna.
Noi siamo convinti di aver già scritto, in passato, quando eravamo in modalità “concorsi della Provincia”, che Marcantonio Ferrara si fosse dimesso dalla carica di assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Santa Maria a Vico, rinunciando anche al ruolo di consigliere comunale, adducendo come scusa il fatto che, proprio nei mesi in cui il suo nome emergeva pesantemente dai nostri articoli sui rapporti tra politica e camorra a Santa Maria a Vico, fosse stato appena assunto alla Provincia di Caserta in uno di quei concorsi-barzelletta su cui… vabbè, basta con la solita cantilena: l’abbiamo già scritto tremila volte.

In realtà eravamo convinti che lui avesse ben percepito il pericolo di una lunga inchiesta giornalistica il cui narrato — pur opinabile — era talmente corroborato e certificato dall’associazione con i documenti delle intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche (pubblicate una per una), da rendere prudente la decisione di lasciare le cariche comunali per tutelarsi da un’eventuale richiesta di arresto. Una mossa, insomma, per neutralizzare le possibili contestazioni legate alla reiterazione del reato o all’inquinamento delle prove.

Marcantonio Ferrara aveva visto — anzi, temuto — bene. Ma l’operazione non gli è riuscita, perché qualche giorno fa un Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta conforme della Dda, lo ha arrestato insieme al sindaco Pirozzi, alla vicesindaca Veronica Biondo e ai due big della camorra locale, Domenico Nuzzo detto Mimmariello e Raffaele Piscitelli detto ’o Cervinaro. Per questi ultimi, l’arresto è stato solo una formalità, poiché erano già in carcere per altri reati di camorra.

Quando sviluppammo questo ragionamento sulla decisione di Ferrara, eravamo così immersi nella lettura delle intercettazioni da affrontare solo marginalmente la questione della sua assunzione negli uffici della Provincia, all’esito dei concorsi di cui sopra. Come si suol dire, lo graziammo, ritenendo le sue responsabilità legate al voto concordato con i clan alle comunali del 2021 ben più serie della pur grave questione dei concorsi.

Oggi, la stretta attualità del suo arresto ci porta a un passaggio più approfondito, a marcare l’accento su quella che Ferrara utilizzò come falsa causa di dimissioni. Perché col cavolo che si sarebbe dimesso, se Casertace non avesse acquisito dagli atti ufficiali di un processo in corso quella vera e propria “mappata” di intercettazioni che, all’epoca, si potevano ancora pubblicare. Fino a quando una legge bavaglio — il decreto Costa — lo ha impedito. Ma non al punto da fermare la possibilità, per chi ha voglia di lavorare, di riassumere il senso e il contenuto dei testi.
Così come faremo anche in questi giorni, andando a rileggere l’ordinanza del Tribunale di Napoli per vedere se, per caso, qualcuna di quelle intercettazioni ci fosse sfuggita e, magari, confrontandoci con il signor Andrea Pirozzi e la signora Biondo quando, di qui a pochi giorni, ci incontreremo in tribunale.

Noi li aspettiamo. E, se il Riesame non vi libererà, abbiate almeno il coraggio di farvi accompagnare nel furgoncino cellulare della Polizia Penitenziaria. Dato che in tribunale dovremo rispondere a una loro querela, presentata per ciò che noi scrivevamo e che ha trovato pienissimo riscontro nell’ordinanza applicativa degli arresti domiciliari per entrambi.

Eh sì, perché noi vi dobbiamo guardare in faccia. Ed eccezionalmente — cosa che non faccio mai — mi presenterò alla prima udienza, che di solito conta poco dal punto di vista sostanziale, già il prossimo 5 novembre.

Marcantonio Ferrara assunto alla Provincia. Ma non solo lui. Con lui anche Anna Cioffi, altro assessore del Comune di Santa Maria a Vico fino a circa un mese fa, quando, ritenendo (tutto sommato giustamente) di essere già in campagna elettorale per le prossime comunali, fissate per il maggio prossimo, il sindaco Andrea Pirozzi le ha chiesto cortesemente di farsi un po’ da parte: di restare consigliera comunale e lasciare spazio in giunta a un altro tizio di cui non sappiamo — e nemmeno vogliamo sapere — il nome, perché ben immaginiamo le ragioni per cui è entrato.

L’operazione di assunzione di Marcantonio Ferrara e Anna Cioffi ha puntellato la presenza e il controllo di Giovanni Zannini nel Comune di Santa Maria a Vico. Ed ecco la controprova, il riscontro logico di ciò che sostenemmo a suo tempo sulle dimissioni — doppie — da assessore e consigliere comunale di Ferrara. Anna Cioffi fu infatti assunta, come lui, alla Provincia (ci pare nella Polizia Provinciale, o qualcosa del genere), ma a differenza di Ferrara non si dimise.
E qual era la differenza, il punto di discrimine, in quel momento, tra l’assessore Ferrara e l’assessore Cioffi? Ovviamente il fatto che Ferrara fosse coinvolto nell’indagine della Dda e la Cioffi no.

Al netto, dunque, la parte eccedente — e quindi il discrimine — in una simmetria di potere era proprio il coinvolgimento nel grande imbroglio delle elezioni 2021, attraverso il rapporto con i capi della camorra locale.