PROCESSO a Piero Cappello, all’ex sindaco Giovanni Lombradi, a Pezzella e co. Salta fuori una pen drive. La gara promessa a Verazzo e vinta da Pezzella
31 Ottobre 2025 - 19:03
Però, quanto meno, Cappello ci fa scompisciare dalle risate. Ha dichiarato spontaneamente in aula che lui non è esperto di procedure negoziate. Qualche tempo fa, rispondendo a noi, disse che lui aveva la fila dei sindaci davanti alla porta che volevano arruolarlo, proprio in virtù delle sue capacità e delle sue conoscenze specifiche in materia di appalti. Le testimonianze del cognato dell’ex sindaco Lombardi, della Dirigente Anna De Felice e di un dirigente di Asmel
CALVI RISORTA (g.g.) – Se abbiamo capito bene da quel che gira in rete, ci sono due persone, in un primo tempo indagate, e successivamente scagionate dallo stesso Pubblico Ministero che costituiscono una carta importante, gettata dalla Dda sul tavolo del processo che vede coinvolti Piero Cappello, noto ingegnere di Piedimonte Matese trapiantato a Caserta, il sindaco di Calvi Risorta Giovanni Lombardi, l’ex assessore ai lavori pubblici Giuliano Cipro, l’arcinoto imprenditore di Casal di Principe trapiantato da molte parti Raffaele Pezzella e altri otto.
Si tratta di Nicola Capuano, che ha sposato la sorella di Giovanni Lombardi, di cui dunque è cognato e Anna De Felice, al tempo dei fatti responsabile del settore Bilancio e Finanze ma posizionata molto avventurosamente e pericolosamente anche a capo del settore lavori pubblici, dato che, con il Comune di Calvi Risorta in dissesto, non era possibile procedere a nuove assunzioni.
Nicola Capuano ha parlato stamattina, durante l’udienza sviluppatasi davanti ai giudici della terza sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Luciana Crisci, a latere Valerio Riello e Luca Vitale, dell’appalto relativo al rifacimento della rete stradale comunale. Le sue dichiarazioni non hanno granché giovato alla posizione di suo cognato. In pratica, parlando dell’imprenditore capuano Francesco Verazzo ha detto da un lato di averlo conosciuto in occasione di un opera pubblica di cui Capuano era direttore dei lavori a Giano Vetusto e, inoltre, ha aggiunto che Francesco Verazzo gli era stato presentato proprio da suo cognato Giovanni Lombardi, dall’altra parte ha ricostruito la vicenda dell’appalto per le strade, soffermandosi sull’incontro avuto a Capua, nello studio di Francesco Verazzo, durante il quale quest’ultimo lo avrebbe rimproverato in quanto il cognato, al tempo sindaco di Calvi Risorta, non avrebbe mantenuto un impegno preso, consistente nell’aggiudicazione della gara proprio a favore di Verazzo.
Sì, una condizione di fluidità, molto easy, familiare quella tra Verazzo e Capuano, frutto dei buoni uffici di Lombardi. Un rapporto i cui connotati sono stati dimostrati, come ha raccontato ancora Capuano stamattina, dalla circostanza della consegna da parte di quest’ultimo, a Francesco Verazzo della pen drive del progetto relativo alle strade cittadine.
In poche parole Capuano ha asserito di aver saputo da Verazzo di una presunta promessa, che non poteva non concretizzarsi con una turbativa d’asta fatta dal sindaco Lombardi, il quale aveva dimostrato grande familiarità con Verazzo, al punto di averlo voluto presentare al cognato.
Per quanto riguarda la De Felice, questa, subito dopo la sua nomina a capo della Ripartizione dei lavori pubblici, fu, diciamo così, rincuorata dal primo cittadino che le disse di star tranquilla perché lei, assolutamente inesperta in quella materia in quanto formata nella disciplina della contabilità, avrebbe solamente dovuto firmare gli atti preparati dai tre supporti, riteniamo al rup, Giuseppe De Biase, Saturnino Di Benedetto, Piero Cappello.
Naturalmente secondo il suo racconto erogato stamattina davanti ai giudici, fu subito sopraffatta, al punto di iniziare a nutrire seri timori soprattutto per le cose che combinava Piero Cappello. Chiese aiuto a suo marito che di professione faceva l’avvocato che, esaminando gli atti della gara per i lavori relativi alle strade cittadine, individuò proprio in Piero Cappello l’autore materiale di tutto quanto il procedimento. Questi aveva attinto dall’elenco delle imprese pubblicato dalla centrale appaltante Asmel. Successivamente diceva di aver prodotto il sorteggio. Il tutto molto rapidamente perché si trattava di una corsa contro il tempo per non perdere il finanziamento.
La Dda asserisce nei suoi capi d’accusa provvisoria che il sorteggio fu taroccato e questa gara la vinse Pezzella, con buona pace delle attese di Verazzo e forse dello stesso sindaco Lombardi che, secondo suo cognato, avrebbe perorato la causa e gli obiettivi dell’imprenditore capuano.
Terza testimonianza mattutina quella di un dirigente Asmel, il quale ha asserito che, se è vero come è vero che i documenti originali dalla piattaforma Asmel non sono modificabili, ciò può essere fatto tranquillamente nel momento in cui questi vengono scaricati e si possono trasformare in documenti word. Per cui è tecnicamente possibile manipolare il nome delle imprese e tutto quello che attiene a questa fase procedurale.
Per quello che ha detto, chiedendo di rilasciare dichiarazioni spontanee, si poteva anche soprassedere sulle parole pronunciate sempre stamattina da Piero cappello, però giusto per concludere questo articolo con un sorriso, un passaggio, una frase ci va di citarla: “Non ero molto esperto delle procedure negoziate”
Come dire, aggiungiamo noi, che Messi dichiara, durante un’intervista, che lui è un campione di surf e non è esperto nel gioco del calcio. Avrebbe detto Totò: “Ma mi faccia il piacere!”.
In un antico scritto spavaldo che Piero Cappello propinò a CasertaCe in risposta di un nostro articolo: “Io al Comune di Caserta (dove bazzicava senza un perché oppure con molti perché n.d.d.) faccio volontariato. C’è la fila dei Comuni per avermi come ingegnere esperto.”
Faccia di…
