AVERSA. 78enne per poco non ci rimane secco, lavorando in uno spazio verde del comune. Il figlio alla Senesi e le responsabilità di De Cristofaro
13 Settembre 2018 - 18:10
AVERSA – (Christian de Angelis e Gianluigi Guarino) L’episodio verificatosi stamattina alle 10 in Piazza Giovanni XXIII ad Aversa, non può essere commentato solamente, soffermandosi sul dato cronistico. Ma dal dato cronistico bisogna partire per esprimere qualche riflessione o quantomeno, per porre qualche domanda.
Lu.Sg., 78 anni, stava lavorando all’interno dell’area di verde pubblico. Faceva, in poche parole, attività di manutenzione.
Ora, le ipotesi sono due. La prima: Lu.Sg. aveva individuato quell’area come strumento per trascorrere il tempo in maniera fattiva e produttiva per lui e dunque il comune che di quell’area è proprietaria tollerava ciò che per la legge è vietato, dato che un privato non può andare a tagliare l’erba o a far manutenzione sine titulo in un’area pubblica. E in questo caso, neanche noi ci mettiamo a sottilizzare e diciamo che chiudiamo un occhio, anche se in casi del genere nel momento in cui, com’è poi successo, alla persona che compie questi lavori capita qualcosa, di chi è la responsabilità? Ecco perchè il comune non dovrebbe permettere cose del genere.
Non per mortificare un anziano che vuol dar dinamismo, ma per evitare di assumere una responsabilità penale e civile in caso di infortunio o di malore.
La seconda ipotesi: Lu.Sg. non è percorso dal desiderio e non è colpito dal ghiribizzo di andare a far lavori per il comune di Aversa senza essere autorizzato. Ma è costretto ad andarli a fare perchè magari quell’area si trova di fronte a casa sua o di fronte a casa di suoi cari ed è talmente rovinata, talmente degradata da rappresentare un vero e proprio sconcio che rovina tutta la zona in cui magari Lu.Sg. abita o abitano i suoi congiunti.
Questo sarebbe ancor più grave. Perchè un cittadino è costretto a violare la legge in quanto esasperato da una condizione di degrado che l’amministrazione comunale, proprietaria di quell’area non riesce ad affrontare e risolvere, fallendo in uno dei suoi compiti principali.
Dunque, sia nella prima ipotesi, sia nella seconda ipotesi l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco pro tempore Enrico De Cristofaro, se così se vuole ci scrive un’altra lettera e noi gli risponderemo ancora, è responsabile di quello che è accaduto. Lu.Sg. si è sentito male, ha accusato un grave malore e per questo motivo, anche se, fortunatamente non è in pericolo di vita, si trova ricoverato in condizioni serie nell’ospedale Moscati.
Lu.Sg. è un ex bidello oggi in pensione ed è il padre di un dipendente della Senesi.
E qui casca l’asino Perchè questi lavori li deve compiere la Senesi. Ma il figlio di Lu.Sg., non il 78enne. E allora ecco che affiora, sorprendentemente una terza ipotesi, una terza possibile verità: non è che al figlio non andasse granchè e il padre premuroso l’abbia sostituito o supportato nel lavoro?
Ergo: Aversa è un gran casino. Una città in cui le regole sono talmente evanescenti da risultare invisibili. Una città senza rigore etico da parte di chi l’amministra. Fatti come questi, non vanno sottovalutati. Prima di tutto perchè c’è una persona che sta molto male, poi perchè sono emblematici di un lassismo, di un relativismo, di un continuo e defatigante atteggiamento finalizzato ad arrangiarsi, a mettere toppe, a fregare l’ordine determinato dalle norme.
Ora, Aversa. In tante altre circostanze, Caserta, Capua, Santa Maria Capua Vetere eccetera.
Stem nguaiat’.