S.MARIA CAPUA VETERE, vergognati. Siringhe, fuochi artificiali, canne fumarie, sedie di plastica. L’Anfiteatro umiliato
27 Settembre 2018 - 13:18
S.Maria C.V. – (Pasman) Nonostante la notte cupa calata sulla cultura del paese a causa di una scuola disastrata e di un regresso civile ingovernato, pure si intravvede la fiammella di chi non si rassegna a questo stato di cose.
Così come testimonia il nostro sensibile lettore che – con questo spirito di resistenza, crediamo – ci ha inviato le foto che pubblichiamo, che danno conto della situazione di degrado “ambientale” in cui si trova l’anfiteatro campano di S.Maria C.V. e di cui lui, come noi, non si capacita.
Per quanto riguarda lo scadimento della scuola, specie di quella meridionale, esso è ampiamente noto ed irrefutabilmente attestato dai noti test di rendimento scolastico PISA ed INVALSI, che dimostrano con parametri obiettivi come gli studenti italiani, nel confronto europeo, arranchino negli studi. Al sud, poi, la situazione è disperata, se oltre il 50% (dati del rapporto ministeriale sulle prove 2018) degli alunni ha gravi lacune persino nella comprensione dello stesso italiano. Aggrava la situazione, per quanto concerne la nostra realtà, il fatto che nonostante gli studenti del nord del Paese riscuotano risultati sensibilmente migliori rispetto a quelli del sud, la stragrande maggioranza dei voti massimi “100 e lode” agli esami di maturità è attribuita incongruamente nei licei meridionali, evidentemente permeabili a condizionamenti e pressioni clientelari. Proprio l’altro giorno, nel suo periodico commento
In linea con questo quadro si pone poi il grave dato che vede l’Italia tra gli ultimi paesi europei per indici di lettura. Secondo le ricerche più recenti, meno della metà della popolazione italiana legge libri e giornali: una sciagura autentica.
Questo da un lato.
Quanto a quello che abbiamo definito regresso civile, agiscono a determinarlo tutta una serie di concause, due delle quali certamente prevalenti.
La televisione, in primo luogo, che da strumento di crescita intellettuale del pubblico più ampio quale poteva essere si è ridotto a mezzo di quasi solo intrattenimento, che pure non ci sarebbe nulla di male, ma sempre più spesso a carattere demenziale. Tra i mille esempi adducibili basta ricordare quello che ci è più vicino e che ha fatto assurgere, senza vergogna, a notorietà nazionale la signora di Capodrise, scontenta del capo di abbigliamento acquistato. Per il suo potere, il mezzo televisivo è capace di forgiare il carattere nazionale quando privo di stimoli critici. Non a caso il professore Luigi Firpo, un gigante del pensiero, sosteneva – per noi, a molta ragione – che l’apparizione ripetuta in televisione poteva permettere anche ad Adriano Celentano di esser eletto presidente della Repubblica.
In secondo luogo, le imperversanti politiche di svilimento e di banalizzazione del patrimonio artistico nazionale, che hanno ingenerato nelle persone la convinzione che un bene culturale possa essere goduto – bandito ogni minimo impegno di comprensione e di studio di esso e ridotto a passatempo – solo se accompagnato al divertimento, allo spettacolo.
Come è accaduto, giusto lo scorso agosto, quando proprio all’anfiteatro campano di S. Maria C.V., è stato permesso che uno spettacolo di fuochi artificiali, senza nessun motivo ed anzi all’opposto in modo inconcepibile, venisse tenuto all’interno del monumento. Ed interno non inteso in senso metaforico, perché alcune fasi dei giochi pirotecnici si svolgevano tra le volte degli archi stessi del secondo ordine, con deflagrazioni poderose e certamente dannose, come scrivemmo – solo giornale della provincia – in una nota di naturale deprecazione dell’iniziativa.
Per la verità, anche la ex parlamentare cittadina Camilla Sgambato, in un suo post commentava “…Ma come è possibile aver autorizzato uno spettacolo tanto bello quanto pericoloso e violento per un sito così importante ? …”.
Ma veniva ricoperta di improperi ed insulti dalla massa preponderante ed inconsapevole dei cultori della demenziale fede nelle “straordinarie location”, i monumenti nazionali che, in questa visione corriva ed incolta tutto dovrebbero accogliere ed ospitare purché nel segno della festa e per la gioia dello sfruttamento commerciale dei pochi locali fortunati.
Ed il corollario di tutto questo non possono che essere le risse come quella scoppiata nella serata di domenica scorsa a ridosso dell’anfiteatro stesso, intorno alla mezzanotte, con quattro persone finite all’ospedale ed il terrore dei bambini presenti. Nel nome della cultura !
La professoressa Jolanda Capriglione, docente dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli e presidente del centro per l’Unesco di Caserta, in un suo appassionato intervento dello scorso agosto, all’indomani dell’inconcepibile crollo del muro romano della basilica di S. Angelo in Formis e sull’ appena emersa condizione pericolante della porta borbonica della colonia di San Leucio, parlava di “…aura di colpevole e polverosa sciatteria che aleggia sui beni culturali casertani…” e concludeva, a proposito di quanto osservavamo sul monumento sammaritano, “ L’amacord non è il mio forte, amo guardare al futuro e vorrei che il mio adorato nipote Pasquale di tre anni potesse continuare ad ammirare l’anfiteatro senza orrende canne fumarie, prati invasi da bottiglie rotte, siringhe, cartacce d’ogni genere”.
Autorità pubbliche, se ci siete, battete un colpo !!!